The new millennium which is almost on the threshold, brings with it a great challenge: to create the so called global economy, that is, the sort of economy that manages to reconcile environmental needs with social and economic progress. It is our precise duty to preserve and contribute to the healing of our sick Earth, above all, for future generations. Certainly, we must not forget the innumerable and commendable scientific discoveries, let alone the remarkable technological development that distinguishes these last centuries but, at the same time we must stay focused on the denuded forest or a lifeless sea floor In fact, the 20th century has had the great merit of seeing the birth of antibiotics but it has also looked on, paralyzed at the sight of the gradual ex Unction of countless species of plants and animals. Finding a quick solution is by no means easy, on the contrary, let us admit that it is practically impossible, since, though we all say that we wish to leave the world a better place for our children, in practice, how many of us are willing to give up the comforts to which we are so accustomed and by now inured to? According to most scientists the first step to take is that of substituting petrol, or petroleum, with solar energy and with all the other forms that derive directly or indirectly from it. We can go from there, then, towards more intense recycling to reduce the ever-growing consumption of materials. Obviously, none of the experts maintain that progress or the growth process in our society should be stopped, but the important point is that of controlling the way in which this growth comes about and manifests itself. The more pessimistic say that we have reached the point of no return and that the present economic system cannot even last for another century: on the other band there are those who believe that technology has its own built in "DNA", and the necessary remedies to avoid the unconditional surrender of our planet. To state which of the two positions is the correct one, is certainly impossible, we can only hope that the second theory is the more probable but most of all we must convince ourselves that the good example must come from ourselves and from our daily lives and that we must not wait, defenseless, for others to always find the solutions.
Il nuovo millennio che è ormai alle soglie porta con sé una grande sfida: creare la cosiddetta economia globale cioè un tipo di economia che riesca a conciliare le esigenze ambientali con il progresso sociale ed economico. É nostro preciso dovere quello di preservare e contribuire a risanare la nostra Terra malata soprattutto in vista delle generazioni future. Non dobbiamo certo dimenticare le innumerevoli e benemerite scoperte scientifiche nonché il notevole sviluppo tecnologico che ha caratterizzato quest'ultimo secolo ma, allo stesso tempo, dobbiamo sempre avere davanti! agli occhi il fotogramma di una foresta disboscata o quello di un fondale marino ormai invivibile. Infatti, il secolo XX ha avuto sì il grande merito di veder nascere gli antibiotici ma ha anche assistito inerme all'estinzione di innumerevoli specie animali e vegetali. Trovare una soluzione immediata non è certamente facile, anzi, diciamo pure che è praticamente impossibile in quanto anche se a parole ognuno di noi afferma di voler lasciare un mondo migliore ai nostri figli, in pratica, quanti di noi sono disposti a rinunciare a quelle comodità alle quale siamo ormai troppo abituati e assuefatti? Secondo la maggior parte degli scienziati il primo obiettivo da raggiungere è quello di sostituire l'impiego dei combustibili fossili, quali il petrolio, con l'energia solare e con tutte le altre forme energetiche che direttamente o indirettamente derivano da essa. Si può proseguire, poi, con un'attività di riciclaggio più intensa per ridurre l'utilizzo sempre crescente di materiali. Ovviamente, nessuno degli esperti sostiene che si debba fermare il progresso o il processo di crescita della nostra società ma il nucleo centrale è quello di controllare il modo in cui questa crescita avviene e si manifesta. I più pessimisti sono convinti che siamo arrivati ad un punto di non ritorno e che l'attuale sistema economico non potrà reggere neanche un altro secolo; agli antipodi, troneggia la teoria di coloro che sostengono che la tecnologia ha nel proprio "DNA" i rimedi necessari per evitare la resa incondizionata del nostro pianete. Dire quale delle due posizioni sia quella giusta non è certamente possibile, possiamo solo sperare che la seconda teoria sia quella più probabile ma soprattutto dobbiamo convincerci che il buon esempio deve partire proprio da noi, dalla nostra quotidianità e non aspettare indifesi che la soluzione venga sempre dagli altri.