Carissimi confratelli,
Siate i benvenuti a questo Incontro di Superiori Maggiori, che siete all'inizio del proprio servizio! Un Incontro che durerà un giorno, e che avrà seguito nell'Incontro di tutti i Superiori Maggiori con il Direttivo Generale.
Questa iniziativa avviene per la prima volta nella nostra Congregazione; essa parte dalla convinzione che "superiori non si nasce, ma si diventa" attraverso l'esercizio adeguato di questo servizio. Trattandosi, quindi, di un'arte che si deve imparare, non ci possiamo affidare alle sole esperienze personali, ma dobbiamo saper accogliere l'aiuto, che ci viene dagli altri confratelli insigniti dello stesso servizio dell'autorità; aiutati anche dalle nostre fonti ispiratrici della vita religiosa, del carisma e spiritualità, e della missione comune e specifica che abbiamo nella Chiesa; aiutati, infine, da quell'insieme di tradizioni che, nella nostra piccola storia congregazionale (123 anni), costituiscono un patrimonio da tenere in conto e a cui opportunamente fare ricorso (cf. MR 11; CIC 578). Questa è la ragione per cui vi abbiamo invitati.
Potremmo dire, allora, che tre sono i grandi punti di riferimento da tenere presenti nel nostro servizio e nel nostro interscambio di questi giorni:
- l'aiuto che ci viene dagli altri confratelli Superiori Maggiori che stanno percorrendo la stessa strada, animati dallo stesso spirito, in situazioni a volte simili, altre volte molto diversificate;
- il ricorso alle nostre fontiispiratrici: in primo luogo il Vangelo, a cui deve fare riferimento ogni regola e proposta di vita; poi le nostre Costituzioni e Direttorio Generale, che ci propongono gli aspetti essenziali e dinamici del nostro carisma, della nostra spiritualità, del nostro stile peculiare e del nostro ministero specifico come Istituto nel Popolo di Dio. Oltre a queste fonti, vi sono altri strumenti molto validi, che la Congregazione si è data lungo la sua storia, come per esempio, il Récueil Juridique, le Norme sull'Amministrazione dei Beni, la Ratio Formationis Generalis. Si aggiungano, inoltre, le norme, indicazioni e prassi che ci vengono dalla Chiesa, particolarmente dal Magistero Pontificio e dagli organismi della Santa Sede;
- la valorizzazione del proprio patrimonio congregazionale: la figura e la personalità del nostro Fondatore e dei primi religiosi SCJ, nostri antenati, presenti alle radici della nostra storia e nel cammino attuale nell'Istituto; le tradizioni comuni e proprie che rendono visibile, significativo e fecondo il nostro impegno e la nostra testimonianza di vita religiosa apostolica SCJ nella Chiesa e nel mondo.
È una vera arte, sotto l'azione dello Spirito, saper combinare i contributi che provengono da queste tre coordinate. E dato che non bastano idee teoriche o risposte isolate, che vengono rilasciate dalla Segreteria generale o dal Direttivo generale quando siamo interpellati, abbiamo pensato di offrirvi un'opportunità specifica, riflettendo insieme su alcune problematiche con persone competenti, per ottenere con maggiore facilità le dovute soluzioni.
Questa necessità l'avevamo avvertita molto tempo fa e si erano prospettate diverse possibilità operative, che poi non abbiamo potuto promuovere. Per es., durante il precedente periodo di governo, più volte p. Claudio Siebenaler aveva ipotizzato l'opportunità di fare un incontro speciale con i Segretari provinciali e regionali. Nello stesso periodo, per speciale interessamento di p. Silvino Kunz, più volte il Direttivo generale si era manifestato a favore di redigere un compendio di orientamenti per il servizio del Superiore provinciale e per il lavoro del Segretario provinciale. Ambedue questi sogni non furono tradotti in pratica. L'incontro di oggi è una prima risposta a questa inquietudine e necessità, esistente nella nostra Congregazione; necessità percepita tanto nel Governo Generale, come da molti Superiori Maggiori SCJ, che vogliono conoscere meglio il proprio ufficio, per rendere un servizio migliore. Ciò che noi oggi facciamo, è già prassi comune in alcune grandi Congregazioni che radunano regolarmente i Superiori Maggiori all'inizio del loro mandato per dotarli degli strumenti principali di governo.
In quest'incontro ci limiteremo a cose pratiche, affrontando aspetti dove è urgente conoscere le dovute procedure di governo, in relazione all'amministrazione economica, ai rapporti con gli organismi della Santa Sede, alle norme pratiche e alla nostra consuetudine nel gestire alcuni problemi o atti in cui si deve garantire il rispetto delle norme canonicche. Ma non dobbiamo perdere di vista il ruolo e il significato di un Superiore Maggiore SCJ in rapporto alla sua Provincia / Regione / Distretto, e in rapporto all'insieme di tutta la Congregazione.
Sotto questo aspetto c'è molto da sapere e da approfondire. Ci sarebbero dei temi, che meriterebbero di essere studiati e pregati insieme. Lascio questo compito alla vostra sollecitudine, convinti come siete che la vostra risposta al Signore oggi passa attraverso il vostro servizio di animazione, comunione, santificazione e governo di quella parte della Congregazione affidatavi dal buon Pastore perché la curiate e conduciate secondo le intenzioni del suo Cuore. L'esercizio di questa missione ci impegna a come noi, con vera carità pastorale, tendiamo alla perfezione dell'amore in Cristo. Vale qui, per noi, la preghiera di Gesù: "per loro io consacro me stesso, perché anche essi siano consacrati nella verità" (Gv 17,19).
La Chiesa, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, ha sviluppato meravigliosamente la teologia, la spiritualità e la prassi pastorale del servizio dell'autorità all'interno della vita religiosa. Sono molti i documenti che possono illuminare e stimolarci in questo compito, che deve caratterizzarsi per "la nostra apertura allo Spirito e sensibilità evangelica, ecclesiale e carismatica, per apprezzare il dono della vita religiosa nelle sue origini, tradizione e rinnovamento costante (cf. PC 2.6.14.18; LG 43.44; ES 12; MR 14)" (Dizionario Teologico della Vita Consacrata, nella voce "Superiore", VII).
Solo a modo di saggio, vi ripropongo alcuni testi altamente ispiranti. Innanzitutto parte del n. 14 di Mutuae Relationes dice:
"I Superiori dei religiosi hanno il grave compito, assunto come prioritaria responsabilità, di curare con ogni sollecitudine la fedeltà dei confratelli verso il carisma del fondatore, promovendo il rinnovamento che il concilio prescrive e i tempi richiedono. Si adopereranno quindi con zelo, affinché i confratelli siano validamente orientati e incessantemente animati a perseguire tale intento. Perciò riterranno come impegno di privilegio quello di attuare una conveniente e aggiornata formazione" (PC 2d, 14.18).
"Consapevoli infine che la vita religiosa per sua stessa natura comporta una speciale partecipazione dei confratelli, i superiori ne cureranno l'animazione, giacché un efficace rinnovamento e un equo aggiornamento non possono avere luogo senza la collaborazione di tutti i membri dell'Istituto (PC 4)" (MR 14c).
Altre indicazioni preziose e concrete le troviamo nel documento "Vita Fraterna in Comunità" (CIVCSVA, 02.02.1994) ai numeri 47-53, dove si parla dell'"autorità al servizio della fraternità". Oggi si sottolinea che deve essere:
- un'autorità spirituale col compito di costruire "comunità fraterne nelle quali si cerchi Dio e lo si ami sopra ogni cosa". Quindi sarà prioritario il compito dell'"animazione spirituale, comunitaria e apostolica della sua comunità";
- un'autorità operatrice di unità preoccupata "di creare il clima favorevole per la condivisione e la corresponsabilità"…;
- un'autorità che sa prendere la decisione finale e ne assicura l'esecuzione: presuppone il discernimento comunitario, la presa delle opportune decisioni in vista della vita fraterna e della missione, e la "costanza e fortezza da parte del superiore, perché quanto deciso non resti solo sulla carta".
A loro volta, le nostre Costituzioni, al n. 107, riassumono il compito pastorale dell'autorità in Congregazione in queste tre frasi:
- "L'unità della comunità e la sua fedeltà, nel rispetto delle persone e della loro vocazione, nella nostra Congregazione, devono illuminare l'esercizio dell'autorità e tutti i problemi di governo".
- "Ai diversi livelli in cui essa viene esercitata, locale, provinciale e generale, l'autorità, servizio comunitario e fraterno, è un vero ministero".
- "L'esempio di Cristo, il Signore e il Maestro, in mezzo ai suoi discepoli come colui che serve, ne è la norma e il modello (cf. Lc 22,24-27; Gv 13,13-15)".
Alla luce di questi pensieri, vi auguro un esercizio cordiale, gioioso e fedele del vostro compito congregazionale. Vi auguro anche un buon lavoro in questa giornata. Vi ringrazio della vostra presenza e vi confermo la disponibilità totale del Governo generale e della Segreteria generale per venire incontro alle vostre necessità.
Termino ringraziando tutti coloro che saranno impegnati nell'illustrare e accompagnare la vostra riflessione in questi giorni. Ringrazio in modo personale p. Marek Stoklosa e p. Odilo Leviski, che sono i principali autori di quest'incontro. Grazie anche alla signora Maria, che lavora con generosità nella nostra Segreteria e che si è vista coinvolta nella preparazione di tutto il materiale necessario.
Spero che possiate sentirvi a vostro agio e che possiate essere delucidati su tutto ciò che interessa affinché il vostro servizio sia gioioso, competente e fraterno.
P. Virginio D. Bressanelli, scj
Superiore generale