SUPERIORE GENERALE
DEL SACRO CUORE DI GESÙ
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Roma, 31
maggio 2004
Prot. N. 182/2004
Oggetto: Giornata
della Memoria Dehoniana
Ai membri
della Congregazione dei Sacerdoti del S. Cuore di Gesù
“Un segno perenne, ma oggi particolarmente
eloquente, della verità dell’amore
cristiano è la memoria dei martiri. Non sia dimenticata la loro
testimonianza”
(Giovanni Paolo II, Inc. Misterium, 13)
Cari confratelli,
due
avvenimenti speciali ci portano a pensare a quelli tra noi che nel
passato
hanno testimoniato Gesù Cristo in maniera esemplare:
l’approvazione del
processo di beatificazione del nostro Fondatore e i 40 anni del
martirio dei
nostri missionari nel Congo. Sono 28 religiosi che nel 1964, durante la
rivoluzione
dei simba, hanno dato la vita per amore dell’evangelizzazione. Le morti
avvennero
nel mese di novembre: dal 3 al 27. Nel giorno 26 fu ucciso il vescovo
di Wamba,
mons. Joseph Albert Wittebols scj, assieme ad altri 6 missionari.
“La Chiesa ha
sempre creduto che gli apostoli e i martiri di Cristo i quali, con
l’effusione
del loro sangue hanno dato la suprema testimonianza della fede e della
carità,
siano con noi strettamente uniti in Cristo, e li ha sempre venerati con
particolare affetto…” (LG 50). Con lo
stesso affetto vogliamo onorare i nostri fratelli dehoniani che hanno
dato la
vita per servire la causa del Vangelo e siamo grati a Dio per loro.
Già nell’anno
2000, il 18 dicembre, il Superiore Generale, P. Virginio Bressanelli,
all’annunciare alla Congregazione l’approvazione del Decreto di
martirio del
Beato Juan Maria de la Cruz, pubblicava una lista di altri martiri e ci
invitava a “recuperare la memoria storica delle figure significative di
sorelle
e fratelli che possano essere modelli e stimolo per vivere con maggior
intensità la vocazione e la missione che abbiamo nella Chiesa e
nel mondo
d’oggi”. Nello stesso anno P. Bernd Bothe, della Provincia GE,
pubblicava un
opuscolo su cinque martiri dehoniani morti durante la II guerra
mondiale (un
tedesco, due lussemburghesi, un belga e un italiano), e faceva anche
riferimento a 11 olandesi morti nei campi di concentramento
nell’Indonesia e
nel Congo, e presentava una breve biografia della beata Anuarite
Nangapeta,
religiosa congolese della Sacra Famiglia, discepola dei vescovi
dehoniani mons.
Camillo Verfaille e Mons. Wittebols.
Oltre a loro, si devono ricordare tre missionari francesi morti nel Camerun nel 1959 e un missionario olandese, della Provincia BS, che si era dedicato ai pescatori del Nordest brasiliano, morto nel 1975.
Tutti loro
“hanno lavato le vesti nel sangue dell’Agnello” (Ap. 7,14) e hanno
realizzato
l’ideale del Fondatore che voleva essere missionario e martire. Con una
morte
prematura si sono identificati con Colui che ci ha amati e ha dato la
sua vita
per noi (cf. Gal 2,20). La loro morte è conseguenza di una
scelta di vita fatta
anteriormente e assunta con perseveranza fino alla fine. Essi ci
ispirano e ci
fortificano nella nostra vocazione e missione. Ci ricordano che il
martirio
potrebbe essere una possibilità di testimonianza suprema per
ognuno di noi
nell’orizzonte della nostra vita, come conseguenza della fedeltà
quotidiana al
Vangelo, assunta al professare la sequela di un carisma segnato
dall’oblazione
riparatrice di Cristo.
Durante il
XXI° Capitolo Generale, per iniziativa della Provincia Tedesca,
è stata
approvata la Raccomandazione n. 8: “Il
Capitolo Generale raccomanda al Governo Generale che promuova la
conoscenza, la
divulgazione e la celebrazione dei martiri dehoniani e delle figure
significative della nostra storia”.
Il Governo Generale
assume questa raccomandazione con un profondo senso di gratitudine a
Dio per
tutti i missionari e religiosi dehoniani che sono stati e sono fedeli
al
carisma e invita tutti a onorare in modo particolare i nostri martiri.
Per
questo nella sessione del Consiglio Generale dell’11 maggio, ha
istituito la GIORNATA DELLA MEMORIA DEHONIANA, che
passerà a essere celebrata tutti gli
anni il giorno 26 novembre, giorno della morte di Mons. Wittebols
scj.
La morte di Mons.
Wittebols, con parte del suo presbiterio, ci parla di una testimonianza
nella
Chiesa e con la Chiesa, una Chiesa martire e missionaria. Per questo
ogni
missionario che lascia la sua patria e la sua cultura per condividere
la sua
vita con un popolo di un’altra cultura, servendolo con l’annuncio del
Vangelo,
crede con la Chiesa che conoscere e seguire Gesù Cristo è
un bene per ogni
persona, popolo e cultura. Questo bene merita il dono della vita. La
loro morte
riassume la missione che la Congregazione ha realizzato nel Congo
grazie a
molti dei suoi figli, facendo germogliare i “semi
del Verbo” (AG), in terre in cui la Chiesa non era ancora arrivata,
semi
che sono divenuti alberi frondosi come l’Archidiocesi di Kisangani, la
diocesi
di Wamba e altre. La loro morte è anche un momento alto della
missione che la
Congregazione svolge nella Chiesa in molti paesi e con molteplici forme
di
apostolato.
Questa data
sia opportunamente preparata e celebrata in tutte le comunità,
soprattutto in
quelle di formazione, così come con i laici che collaborano
nelle nostre
attività pastorali, educative e missionarie. La celebrazione di
questa giornata
diventi un’occasione per conoscere e ricordare quelle persone che hanno
segnato
la storia della Provincia/Regione/Distretto e Congregazione, o una
determinata
opera o settore della nostra missione.
Contando con
l’intercessione di p. Dehon, del Beato Juan Maria de la Cruz e di tutti
quelli che
ci hanno preceduto nel cammino verso il Padre,
Fraternamente nel Cuore di Cristo,
P. José Ornelas Carvalho scj
Superiore Generale
e suo Consiglio