Siamo oggi radunati dalla nostra festa patronale, la Solennità del Cuore di Gesù, che celebra il mistero visibile dell’amore Trinitario, Incarnato e Pasquale di Dio verso l’umanità.
Con questa celebrazione inauguriamo la nuova realtà istituzionale e carismatica SCJ della Regione CAN, frutto dell’unione delle due parti congregazionali finora presenti in Canada. Si giunge così al traguardo finale, conclusione di un processo condotto da voi stessi, e che ha coinvolto tutti i confratelli di Canada, (specialmente P. Peter Mckenna e P. Maurice Légaré), con saggezza, con passione per il Regno di Dio e con la convinzione del valore del NOI CONGREGAZIONE.
Come Governo Generale, P. Tom Cassidy ed io, siamo qui testimoni della meta raggiunta, guardando con gioia e speranza la nuova tappa che oggi inizia. Siamo qui per ringraziare il Signore e tanti confratelli, per il passato ed il presente in Canada; siamo qui aprendoci al futuro con fiducia, con impegno e piena disponibilità a quanto il Cuore di Gesù aspetta da noi tutti.
Non ci facciamo illusioni irrealistiche, sapendo che la Regione CAN è una realtà piccola e condizionata dall’età media alta dei suoi membri, ma apprezziamo la sua qualità, e crediamo che il Signore opera delle meraviglie con i piccoli e con gli strumenti deboli.
Questi atteggiamenti fondamentali, segnati da una visione teologale della storia, trovano luce e forza dalla liturgia odierna del Sacro Cuore di Gesù, con i testi biblici che la Chiesa ci propone.
Il tema generale è centrato nel mistero di “Dio Amore”, reso visibile nella persona di Cristo, rivelato ai piccoli e a quanti, come lui, sono miti ed umili di cuore.
Non per spiegare, ma per contemplare questo mistero, vi invito a riprendere il messaggio delle letture ed applicarlo alla realtà della nostra nuova Regione Canadese. Regione vista nelle sue persone e intesa come realtà unica: un solo corpo, un solo spirito, la stessa vocazione e la stessa missione in questa parte del mondo e in questo momento della storia.
Molte volte noi parliamo di Dio. Lo facciamo partendo da diverse prospettive: a volte più aderenti alla realtà, altre volte più intellettuali. La liturgia di oggi, per parlarci di Dio, ricorre a tre approcci o punti di partenza:
- parte dalla natura di Dio: Dio è amore;
- parte dalla esperienza religiosa del popolo di Israele: popolo liberato, scelto e consacrato da Dio come Popolo dell’Alleanza;
- parte dal Gesù storico: immagine viva e incarnata dell’amore di Dio, dell’amore a Dio e della sua solidarietà verso l’umanità più sofferente.
Sono tre aspetti, sviluppati da ciascuna delle tre letture. Sono anche tre orientamenti applicabili alla Regione CAN.
1. “Dio è Amore”
L’amore non è una qualità o una virtù di Dio, è la sua stessa natura, la sua essenza, il suo essere. Questa è l’affermazione sconvolgente dell’apostolo Giovanni nella seconda lettura di oggi.
Ma l’apostolo non si ferma solo a questa dichiarazione; la sviluppa nei riguardi di noi credenti e di tutta l’umanità, cui è rivolta. La spiega dicendo che:
- Dio ci ha amato per primo;
- Ha manifestato questo amore inviandoci suo figlio, perché avessimo la vita in lui;
- È un amore totale, fino al sacrificio estremo della propria vita da parte del figlio;
- È un amore che si diffonde con il dono dello Spirito, che ci fa vivere in Cristo.
Ecco quindi le conseguenze: noi pure siamo chiamati ad amare, ad essere immagine e somiglianza di Dio proprio per l’amore verso di lui, che si manifesta nell’amore vicendevole fra di noi. Difatti dice ancora:
- chi ama è nato da Di, chi non ama non conosce Dio;
- chi ama dimora in Dio, e Dio in lui.
La consapevolezza di questo mistero di Dio, rivelato e percepito come “Amore”, ha mosso tutta la vita di P. Dehon. Questo è il cuore della sua spiritualità e di tutto il suo impegno apostolico. Il cuore di Cristo evocava, per P. Dehon, questo amore di Dio per l’umanità. La mancanza di accoglienza di questo amore e il disconoscimento di questa essenza di Dio diventano, per P. Dehon, la ragione e la causa di tutti i mali nel mondo.
La sua visione di Dio, la sua visione del mondo, la sua spiritualità diventano la nostra eredità ed il carisma fondante del nostro istituto.
Alla Regione CAN, che si inaugura in questa festa del Sacro Cuore, viene l’invito diretto di mettere al centro della propria vita, come motore e meta del suo cammino, l’eredità del P. Dehon: la contemplazione e la testimonianza che “Dio è Amore”.
Ciò significa fare una scelta di qualità; dare priorità al nostro essere sull’agire; scoprire come prima missione da compiere: l’annuncio del vangelo dell’amore.
2. Esperienza dell’amore di Dio
La realtà di “Dio Amore” si comprende solo quando siamo capaci di sperimentare storicamente, nella vita personale e comunitaria, l’amore di Dio.
La prima lettura ci fa capire che l’amore di Dio è reale, è concreto. Il popolo d’Israele l’ha sperimentato nella liberazione dalla schiavitù e nella scelta e Alleanza di Dio con questo popolo. Una liberazione che porta Israele ad acquistare la libertà, la propria terra, il senso della nazione, la dignità umana e la felicità vera. Allora, a motivo dell’Alleanza, il popolo scelto da Dio è consacrato a lui e appartiene a Dio.
Alla base di tutto questo c’è un amore totalmente gratuito ed una scelta libera da parte di Dio. Non sono i meriti d’Israele ad ottenere la benevolenza di Dio; tutt’altro: Israele è il popolo più piccolo e senza doti particolari, che attirino l’attenzione di Dio.
Dio l’ha scelto perché lo ama e perché è fedele alla promessa fata ai suoi padri. Dio è costante nell’amore.
Il futuro della Regione CAN non dipende dal numero dei suoi membri, né dalle doti particolari di essi. Il suo futuro è in mano del Signore che ama gratuitamente, e che sceglie e consacra chi vuole liberamente. Certo, alla Regione sta entrare in questa stessa logica di Dio, per essere fedele alla propria vocazione e all’Alleanza divina. Non basta sapere che “Dio è Amore”, bisogna sperimentarlo personalmente come individui e come comunità, bisogna testimoniarlo nell’unità del corpo regionale.
P. Dehon ci teneva all’unità della congregazione; per questo motivo ci ha lasciato, tra i grandi motti (slogans) programmatici, il richiamo al Sint Unum. La regione CAN ha una bellissima “Déclaration d’entante”, che risponde alla coscienza del NOI CONGREGAZIONE e che esprime concretamente il cammino d’insieme che intendete fare. Se c’è amore tra voi, e se questa dichiarazione è la costante meta del vostro impegno e dei vostri sforzi, voi avete futuro e la Congregazione avrà futuro in Canada.
È importante che questo senso di unità e di “mutua appartenenza” sia forte in voi, si realizzi nel progetto comune di vita religiosa e di apostolato in Canada.
3. Uniti nella missione di Cristo: mite e umile di cuore
La rivelazione di “Dio Amore”, l’atteggiamento filiale di Gesù verso il Padre e la sua solidarietà con l’umanità, riassumono tutta la vita, la causa ed il destino pasquale del Signore.
Nel vangelo Gesù rivendica per sé il privilegio di condividere col Padre la partecipazione ad un unico mistero divino; ci invita ad andare a lui e si propone come modello da seguire e da essere imitato; infine offre il suo sostegno solidale a quanti soffrono, vittime di qualunque dolore o peso, fisico o spirituale.
La sua mitezza e umiltà di cuore esprimono, innanzittutto, il suo rapporto filiale, obbediente, disponibile e completamente fiducioso nel Padre. Si definisce così il primo dei poveri di Jahvé. Esprime poi l’atteggiamento di Dio verso i piccoli, i poveri, i sofferenti, gli emarginati, i giusti perseguitati o non compresi, coloro che temono e cercano Dio. Dio è loro vicino come “Padre, come madre, come Pastore”, dice P. Dehon.
Dio è vicino rivelandosi a loro; cosa che non fa con i saggi (i sapienti) di questo mondo. È vicino loro per sollevarli dalle loro angosce e miseria e per proiettarli verso la liberazione, la pace e la gioia piena.
Per la Regione CAN questo testo è molto suggestivo. Fa pensare alla propria missione, che è continuare l’opera evangelizzatrice, redentrice e promotrice di una storia umana più degna, più felice per tutta l’umanità.
Voi vi siete messi insieme, o meglio: Dio vi ha messo insieme, perché siate nell’oggi del Canada i testimoni dell’amore di Dio, i servitori della riconciliazione e della fraternità tra le parti, gli strumenti della compassione e della misericordia di Dio, il segno che Dio ha scelto i piccoli, gli ultimi, i poveri e sofferenti, per rivelare il suo disegno salvifico e per trasformare l’umanità.
La solennità del Sacro Cuore di quest’anno, segnando l’avvio della nuova Regione CAN, vi propone tre grandi opzioni da metter alla base della vostra nuova condizione:
1. Rafforzare la vostra unità e prospettiva di futuro, mettendo al centro l’eredità dehoniana, cioè il carisma e la spiritualità di P. Dehon.
2. Testimoniare che la fraternità è possibile in Cristo, realizzando il Sint Unum ed il Noi Congregazione, secondo la vostra “Déclaration d’entante”.
3. Riaffermare la vostra missione comune nel servizio dei più piccoli, umili, poveri e sofferenti della terra, con un cuore mite ed umile come quello di Cristo.
Maria Santissima, P. Dehon e tutti i confratelli che già godono di Dio intercedano perché il vostro nuovo cammino sia fecondo, generoso e felice.
P. Virginio Bressanelli, scj
Superiore generale
My dear brothers,
Today, we are assembled for our patronal Feast of the Solemnity of the Sacred Heart of Jesus; it celebrates the visible mystery of a love of God for mankind which is Trinitarian, Incarnate, and Resurrection-centered.
At this celebration we inaugurate a new institutional and charismatic SCJ entity called the Region of Canada, born of the union of two parts of the congregation rooted here in Canada. We have arrived at the final stage, concluding a process begun by you yourselves with involvement of all the men in Canada (especially Frs. Peter Mckenna and Maurice Légaré) in wisdom, in passion for the Kingdom of God, in conviction about the importance of WE, THE CONGREGATION.
Representing the General Administration, Fr. Tom Cassidy and I are here to bear witness to the goal achieved and seeing the new direction that begins today in great joy and hope. We are here to thank the Lord and our brothers for the Canadian past and the present; we are here to learn what the future holds for us in confidence, commitment, and full availability to what the Heart of Jesus may expect of us.
We do not suffer from unrealistic illusions; we know that the Region of Canada is small and subject to the rather advanced age of its members, yet we value its quality and believe that the Lord works marvels with instruments that are small and weak.
This basic attitude, possessing a theological perception of history, receives its light and power from today's Sacred Heart liturgy in the biblical texts selected for us by the church.
The central thesis is found in the mystery of the God of Love, made visible in the person of Christ and revealed to children and those who, like him, are meek and humble of heart.
I invite you to take a good look at the message of the readings, not to explain them to you but to have you contemplate them and apply them to the new reality called the Region of Canada. A region seen in its persons and comprehended as a unique reality: one body, one spirit, with an identical vocation and mission in this part of the world and at this particular period of history.
We often speak of God. We make him share our various enterprises, sometimes realistically and sometimes idealistically. Today's liturgy in speaking to us of God makes three points or ways of seeing things:
- From the perspective of God's nature: God is love;
- From the perspective of the religious experience of the people of Israel: a liberated people and chosen and consecrated by God as a Covenanted People;
- From the perspective of the historical Jesus: a living and incarnate symbol the love of God, of love toward God and of his solidarity with suffering humanity.
These are three aspects, each own developed from the separate readings. These are also three ways of seeing the Region of Canada.
1. "God is Love"
Love is not a quality or virtue of God; it is his very nature, his essence, his being. This is the disconcerting affirmation made by the Apostle John in today's second reading.
However, the Apostle does not stop at making this declaration alone; regarding us believers and the rest of humanity affected by it he develops this theme. He explains it saying:
- God loved us first;
- He revealed his love by sending us his son so that we could have life in him;
- His love is absolute to the degree that his son's life was sacrificed;
- His love is diffused through the gift of the Holy Spirit who allows us to live in Christ.
Now these are the consequences that flow: we ourselves are called to love, to be images and likenesses to God particularly through love toward him, a love manifested in mutual love for each other. The reading goes on to say:
- The one who loves is born of God whereas whoever does not love does not know God;
- The one who loves dwells in God and God in him.
An understanding of this mystery of God, revealed and seen as "Love," inspired the entire life of Fr. Dehon. This is the heart of his spirituality and apostolic work. For Fr. Dehon, the heart calls forth from God his love for humanity. Failure to receive this love and unawareness of this aspect of God become the reason and cause of all the evils in the world according to Fr. Dehon.
The way he sees God and the world, his spirituality have been our heritage and the founding charism of our institute.
A direct invitation comes to the Region of Canada, which begins today on this Feast of the Sacred Heart, to place the heritage received from Fr. Dehon as the center of its very life as both impetus and destination: i.e., the contemplation of and witnessing to the fact that "God is love."
This means that one must make a quality choice: to prioritize being over doing; to discover what our primary mission is: to proclaim the gospel of love.
2. The Experience of the love of God.
The reality of the "God of Love" is understood only when we are able to experience it in history, in our personal and community lives.
The first reading helps us understand that the love of God is real and concrete. The people of Israel experienced it in being freed from slavery and in being chosen and covenanted by God. This liberation consisted in acquiring freedom, their own land, a sense of nationhood, human dignity, and real happiness. As a result of the Covenant, the people chosen by God was consecrated to him and afterwards belonged to him.
The basis of all this was a totally gratuitous love and a free choice on God's part. It was not Israel's merits that won over God's benevolence; instead, Israel is the smallest of peoples and without any gifts that deserve God's attention.
God chose Israel because he loved it and because he is faithful to the promise made to its forebears. God's love is constant.
The future of the Region of Canada does not depend on the number of its members nor on their particular gifts. Its future lies in the hands of God who loves gratuitously and chooses and consecrates whom he wills. Yes, but the Region must enter into the very logic that God uses in order to be true to its own vocation to a covenant with God. Its not enough to realize that "God is Love;" one must experience this truth as an individual and as a community; one needs to witness to this within the unity which is the Region.
Fr. Dehon held to the unity of the congregation; he left us among his great mottoes the dictum Sint Unum. The Region of Canada has a very beautiful "Declaration of Understanding" which reflects knowledge of WE, THE CONGREGATION and concretely states the path that it intends to walk together. If there is love among you and if this is an abiding goal to which you are committed with all your energies, you have a future and the congregation will have a future in Canada.
It is important that this understanding of unity and of "mutual belonging" be strong among you and that you achieve your regional plan for religious life and apostolate in Canada.
3. United in the mission of Christ: meek and humble of heart
Revelation of the "God of Love" and the filial bearing of Jesus toward the Father as well as his solidarity with humanity are an embodiment of the life, the cause, and the paschal destiny of the Lord.
In the Gospel Jesus retains for himself the privilege of participating in the selfsame divine mystery with the Father; he invites us to himself and proposes himself as the model to follow and to imitate; further, he offers his fraternal support to those who suffer and who are victimized by whatever sorrow or burden, whether physical or spiritual.
His meekness and humility of heart express, before all else, his filial, obedient, available, and totally trusting relationship with the Father. In this manner he identifies himself as the first among Jahveh's poor. In sequence, he expresses the stance of God toward the very smallest, the poorest, the suffering, the alienated and marginalized, the persecuted and misunderstood, all those who fear and seek God. God is as close to them as "a father, a mother, a shepherd" as Fr. Dehon says.
God is very close and reveals himself to them; this is something he does not do for the wise of this world. He is close by to lift them up out of their anguish and misery and to convey them toward freedom, peace, and complete joy.
For the Region of Canada this text is very indicative. It leads to consideration of their proper mission which is to continue the work of evangelizing, healing, and promoting a human story which is worthier and happier for all humanity.
This year's Feast of the Sacred Heart on which the Region of Canada is born holds out to you three great options to set into the foundation of your new situation:
1. to reinforce your unity and hopes for the future by making the Dehonian heritage, that is to say the charism and spirituality of Fr. Dehon, your center.
2. to give witness that fraternity is possible in Christ by putting the Sint Unum and WE THE CONGREGATION into practice according to your "Declaration of Understanding."
3. to reaffirm your common mission of service to the most humble, most poor, the least, the suffering of this earth with a heart which is as meek and as humble as that of Christ.
May Mary most Holy, Fr. Dehon and all the men who now rejoice in seeing God face-to-face intercede that your new path be fruitful, generous, and filled with happiness.
Fr. Virginio Bressanelli, scj
Superior General
Chers confrères,
C'est notre fête patronale qui nous rassemble aujourd'hui, la Solennité du Cœur de Jésus, qui célèbre le mystère visible de l'amour Trinitaire, Incarné et Pascal de Dieu à l'égard de l'humanité.
Avec cette célébration nous inaugurons la nouvelle réalité institutionnelle et charismatique SCJ de la Région CAN, fruit de l'union des parties de la Congrégation présentes jusqu'ici au Canada. On arrive ainsi au terme, à la conclusion d'un processus mené par vous-mêmes, et qui a impliqué tous les confrères du Canada (en particulier le P. Peter McKenna et le Maurice Légaré), avec sagesse, avec passion pour le Royaume de Dieu et avec la conviction de la valeur du NOUS CONGRÉGATION.
Comme Gouvernement Général, le P. Tom Cassidy et moi, nous sommes ici témoins que le but a été atteint, en regardant avec joie et espérance la nouvelle étape qui commence aujourd'hui. Nous sommes ici pour remercier le Seigneur et tant de confrères au Canada, dans le passé et au présent ; nous sommes ici pour nous ouvrir au futur avec confiance, avec zèle et avec entière disponibilité à ce que le Cœur de Jésus attend de nous tous.
Nous ne nous faisons pas d'illusions irréalistes, sachant que la Région CAN est une réalité petite et conditionnée par la moyenne d'âge élevée de ses membres, mais nous apprécions sa qualité, et nous croyons que le Seigneur fait des merveilles avec les petits et avec les instruments faibles.
Ces attitudes fondamentales, marquées par une vision théologale de l'histoire, trouvent lumière et force dans la liturgie d'aujourd'hui du Sacré-Cœur de Jésus, avec les textes bibliques que l'Église nous propose.
Le thème général est centré sur le mystère du « Dieu Amour » rendu visible dans la personne du Christ, révélé aux petits et à ceux qui sont, comme lui, doux et humbles de cœur.
Non pas pour expliquer, mais pour contempler ce mystère, je vous invite à reprendre le message des lectures et de l'appliquer à la réalité de notre nouvelle Région Canadienne. Une Région vue dans ses personnes et comprise comme une réalité unique : un seul corps, un seul esprit, la même vocation et la même mission dans cette partie du monde et en ce moment de l'histoire.
Beaucoup de fois nous parlons de Dieu. Nous le faisons en partant de différentes perspectives : parfois plus fidèles à la réalité, d'autres fois plus intellectuelles. La liturgie d'aujourd'hui pour nous parler de Dieu, fait recours à trois approches ou points de départ :
- elle part de la nature de Dieu : Dieu est amour ;
- elle part de l'expérience religieuse du peuple d'Israël : peuple libéré, choisi et consacré par Dieu comme Peuple de l'Alliance ;
- elle part du Christ historique : image vivante et incarnée de l'amour de Dieu, de l'amour à Dieu et de sa solidarité à l'égard de l'humanité plus souffrante.
Ce sont trois aspects, développés par chacune des trois lectures. Ce sont également trois orientations qui peuvent s'appliquer à la Région CAN.
1. « Dieu est Amour »
L'amour n'est pas une qualité ou une vertu de Dieu, c'est sa nature même, son essence, son être. C'est l'affirmation bouleversante de l'apôtre Jean dans la deuxième lecture d'aujourd'hui.
Mais l'apôtre ne s'arrête pas seulement à cette déclaration ; il la développe à l'égard de nous les croyants et de toute l'humanité à qui elle est adressée. Il l'explique en disant que :
- Dieu nous a aimés le premier ;
- Il a manifesté cet amour en nous envoyant son fils, pour que nous ayons la vie en lui ;
- C'est un amour total, jusqu'au sacrifice extrême de la propre vie de la part du fils ;
- C'est un amour qui se répand avec le don de l'Esprit, qui nous fait vivre dans le Christ.
Voici alors les conséquences : nous aussi nous sommes appelés à aimer, à être image et ressemblance de Dieu justement par l'amour à son égard, qui se manifeste dans l'amour réciproque entre nous. En effet il dit encore :
- qui aime est né de Dieu, qui n'aime pas ne connaît pas Dieu ;
- qui aime demeure en Dieu, et Dieu en lui.
La conscience de ce mystère de Dieu, révélé et perçu comme « Amour », a mu toute la vie du P. Dehon. C'est le cœur de sa spiritualité et de tout son engagement apostolique. Le Cœur du Christ évoqua, pour le P. Dehon, cet amour de Dieu pour l'humanité. Le refus d'accueillir cet amour et la méconnaissance de cette essence de Dieu deviennent, pour le P. Dehon, la raison et la cause de tous les maux dans le monde.
Sa vision de Dieu, sa vision du monde, sa spiritualité deviennent notre héritage et le charisme fondant de notre institut.
À la Région CAN, qui est inaugurée en cette fête du Sacré-Cœur, est adressée l'invitation directe à mettre au centre de sa vie, comme moteur et but de son cheminement, l'héritage du P. Dehon : la contemplation et le témoignage du « Dieu est Amour ».
Cela signifie faire un choix de qualité ; donner priorité à notre être sur notre agir ; découvrir comme première mission à accomplir : l'annonce de l'évangile de l'amour.
2. Expérience de l'amour de Dieu
La réalité du « Dieu Amour » se comprend seulement quand nous sommes capables d'expérimenter historiquement, dans la vie personnelle et communautaire, l'amour de Dieu.
La première lecture nous fait comprendre que l'amour de Dieu est réel, concret. Le peuple d'Israël l'a expérimenté dans la libération de l'esclavage et dans l'élection de Dieu et son Alliance avec ce peuple. Une libération qui porte Israël à acquérir la liberté, la propre terre, le sens de la nation, la dignité humaine et le vrai bonheur. Alors, de par l'Alliance, le peuple élu par Dieu lui est consacré et lui appartient.
À la base de tout cela il y a un amour totalement gratuit et un libre choix de la part de Dieu. Ce ne sont pas les mérites d'Israël à obtenir la bienveillance de Dieu ; bien au contraire : Israël est le peuple le plus petit et privé de qualités particulières qui puissent attirer l'attention de Dieu.
Dieu l'a choisi parce qu'il l'aime et parce qu'il est fidèle à la promesse faite à ses pères. Dieu est constant dans l'amour.
Le futur de la Région CAN ne dépend pas du nombre de ses membres, ni des qualités particulières de ceux-ci. Son futur est dans les mains du Seigneur qui aime gratuitement, et qui choisit et consacre qui il veut librement. Certes, il revient à la Région d'entrer dans cette logique même de Dieu, pour être fidèle à sa propre vocation et à l'Alliance divine. Il ne suffit pas de savoir que « Dieu est Amour », il faut en faire l'expérience personnelle comme individu et comme communauté, il faut le témoigner dans l'unité du corps régional.
Le P. Dehon tenait à l'unité de la congrégation ; pour cette raison il nous a laissé, parmi les grandes devises (slogans) programmatiques, l'appel au Sint Unum. La Région CAN a une très belle « Déclaration d'entente », qui répond à la conscience du NOUS CONGRÉGATION et qui exprime concrètement le chemin que vous avez l'intention de parcourir ensemble. S'il y a amour parmi vous, et si cette déclaration est le but constant de votre engagement et de vos efforts, vous aurez de l'avenir et la Congrégation aura de l'avenir au Canada.
3. Unis dans la mission du Christ : doux et humble de cœur
La révélation du « Dieu Amour », l'attitude filiale de Jésus envers le Père et sa solidarité avec l'humanité résument toute la vie, la cause et le destin pascal du Seigneur.
Dans l'évangile Jésus revendique pour soi le privilège de partager avec le Père la participation à un unique mystère divin ; il nous invite à aller vers lui et se propose comme modèle à suivre à être imité ; enfin il offre son soutien solidaire à ceux qui souffrent, victimes de n'importe quel douleur ou fardeau, physique ou spirituel.
Sa douceur et son humilité de cœur expriment, avant tout, son rapport filial, obéissant, disponible et complètement confiant à l'égard du Père. Il se définit ainsi comme le premier des pauvres de Yahvé. Il exprime ensuite l'attitude de Dieu envers les petits, les pauvres, les souffrants, les mis en marge, les justes persécutés ou non compris, ceux qui craignent et cherchent Dieu. Dieu leur est proche comme « Père, comme mère, comme Pasteur », dit le P. Dehon.
Dieu est proche en se révélant à eux ; ce qu'il ne fait pas avec les sages (les savants) de ce monde. Il leur est proche pour les soulever de leurs angoisses et de leur misère et pour les projeter vers la libération, la paix et la joie en plénitude.
Pour la Région CAN ce texte est très suggestif. Il fait penser à la propre mission, qui est de continuer l'œuvre évangélisatrice, rédemptrice et promotrice d'une histoire humaine plus digne, plus heureuse pour toute l'humanité.
Vous vous êtes mis ensemble, ou mieux : Dieu vous a mis ensemble, parce que vous êtes dans l'aujourd'hui du Canada les témoins de l'amour de Dieu, les serviteurs de la réconciliation et de la fraternité entre les partis, les instruments de la compassion et de la miséricorde de Dieu, le signe que Dieu a choisi les petits, les derniers, les pauvres et ceux qui souffrent, pour révéler son dessein salvifique et pour transformer l'humanité.
La solennité du Sacré-Cœur de cette année, en marquant la mise en marche de la nouvelle Région CAN, vous propose trois grandes options pour mettre à la base de votre nouvelle condition :
1. Renforcer votre unité et perspective de futur, en mettant au centre l'héritage dehonien, à savoir le charisme et la spiritualité du P. Dehon.
2. Témoigner que la fraternité est possible en Jésus-Christ, en réalisant le SintUunum et le Nous Congrégation, selon votre « Déclaration d'entente ».
3. Réaffirmer votre mission commune dans le service des plus petits, des humbles, de ceux qui souffrent et des pauvres de la terre, avec un cœur doux et humble comme celui du Christ.
Que Marie très sainte, le P. Dehon et tous les confrères qui déjà jouissent de Dieu intercèdent pour que votre chemin soit fécond, généreux et heureux.
P. Virginio Domingo Bressanelli, scj
Supérieur général