Letter from the New General Administration

SUPERIORE GENERALE
CONGREGAZIONE DEI SACERDOTI
DEL SACRO CUORE DI GESÙ

________

Rome, June18th, 2003
Prot. No. 253/2003

English - Italian - French

To all members of the Congregation of the Priests of the Sacred Heart of Jesus

Dear Confreres,

As the new General Administration elected by the XXI General Chapter, just finished a few days ago, we send you our fraternal greetings. We would like to manifest our wish of being at your service, together with you, seeking to discover and follow the Plan which the Father has for our Congregation so that his Kingdom may come.

The Chapter has been a rich experience of communion and research for those who took part. It was also a moment of important discernment for the whole congregation, a research that originates from the reflection of the previous Chapter that inspired us in the last six years: the "We, the Congregation, in service to the Mission." As a congregation we must try to highlight the outline of our apostolic specificity and respond with a Heart open and in Solidarity.

We had the gift of preparing ourselves for the Chapter with the celebration of the Dehonian Year in the occasion of the 125th Anniversary of the foundation of our Institute. We are grateful to the previous General Administration for their generous service rendered, and for the initiative of the Dehonian year announced in the letter that they wrote us (14.02.2002), in which they reminded us of Loreto, which we remember as the source of our Dehonian charism and the mystery of "Ecce Ancilla" and "Ecce Venio".

The return to the spiritual experience of Fr. Dehon, as the chapter has highlighted, is a condition without which it is impossible to define or be faithful to our apostolic specificity. We are not talking of coming closer to the person and to the work of Fr. Dehon only from the point of view of knowing the limited reality in time, which can be more or less be adapted to the situation of changing the epoch in which we live. It means coming closer as disciples to learn a style or a "mystic" in order to give a significant response today to the calls, which reach us from different parts in the form of cry, lament, or the search of sense.

For Fr. Dehon, and the Chapter has underlined it, this response passes through our union with God lived in a community in the commitment of giving response to the world in which we are sent in mission. This is the criteria in which each one of us, each community and the very Congregation with its Provinces/Regions and Districts must face.

We send you the message and the text of synthesis that the Chapter has elaborated, the opening homily, the speech given by the Pope during our audience with him, and the words of conclusion of the month of our journey that we, 81 participants have made here in Rome.

In these documents that gather the reflection and the work of discernment realised in the Chapter, each one of us, and each entity of the Congregation would have to plan the journey of refoundation that the actual moment demands of us. To each one of us depends the fidelity to the gift of grace that we have received.

As the new General Administration we will meet during the months of October and November here in Rome to deepen the study of the documents, which are the fruit of this Chapter. We will also study a plan that favours the journey of the Congregation in the next six years through the mission which the spirit traced and which the Church expects of us, acknowledging this charism for the good of the World.

In this journey we ask for your prayer and the intercession of the Venerable Leo John Dehon, who we hope will soon be beatified. That this journey be enriched by the merits of our first priests and by the Dehonian martyrs, together with the good that many of us are sawing in the missions and in many difficult situations in which the Congregation is present, as it is actually in Congo.

On the 27th June we will celebrate the feast of the Sacred Heart of Jesus, a day which immediately precedes the 28th of June, the anniversary of the religious profession of Fr. Dehon and the conclusion of the Dehonian year. This Solemnity reminds us again where we need to fix our eyes. St. John (Jn 19:31-37) calls our attention to the water and blood that flow from the pierced side of Jesus. They are the sign of life that Jesus has given to the Father so that we all may have it in abundance (Jn. 10:10). In the oblate and reparative meaning of the offering of Jesus we find, as disciples of Fr. Dehon, the fundamental indication for the opening of our hearts to God and the solidarity towards all the poor who lack resources, faith and hope.

May the heart of Mary, the heart similar to that of Jesus, welcome the desires of the good that each one of us has. May she bring them to fulfilment and helps us to model them on that of Christ so that they become one with His, a heart open and in solidarity in the world.

Fr. José Ornelas Carvalho
Fr. Cláudio Weber
Fr. Zbigniew Bogacz
Fr. Peter McKenna
Fr. Claudio Dalla Zuanna
Fr. Andreas Madya Sriyanto
Fr. Aquilino Mielgo Dominguez


Roma 18 giugno 2003
Prot. N. 253/2003

A tutti i membri della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù

Carissimi confratelli,

Come nuovo Governo Generale eletto dal XXI Capitolo che si è concluso da pochi giorni, vogliamo farvi giungere il nostro fraterno saluto e manifestarvi il desiderio di essere al vostro servizio cercando, insieme a voi, di scoprire e seguire il progetto che il Padre ha sulla nostra Congregazione affinché venga il Suo Regno.

Il Capitolo è stato una ricca esperienza di comunione e di ricerca per coloro che vi hanno preso parte, ma anche un momento di discernimento importante per tutta la Congregazione. Una ricerca che si innesta nella riflessione del capitolo anteriore e che ci ha accompagnato in questo ultimo sessennio: il "noi Congregazione". Come Congregazione dobbiamo cercare di delineare i contorni della nostra specificità apostolica e rispondervi con un cuore aperto e solidale.

Abbiamo avuto il dono di prepararci a questo capitolo con la celebrazione dell'anno dehoniano in occasione del 125º anniversario della fondazione del nostro Istituto. Siamo grati al Governo generale anteriore per il generoso servizio svolto e per l'iniziativa dell'anno Dehoniano indetto con la lettera che ci hanno scritto (14.02.02), nella quale ci hanno ricordato Loreto e il mistero dell'"ecce ancilla" e "ecce venio" che lì si ricordano come fonte del carisma dehoniano.

Come il Capitolo ha messo in evidenza, il ritorno all'esperienza spirituale di P. Dehon è una condizione senza la quale non é possibile ne definire ne tanto meno essere fedeli alla nostra specificità apostolica. Non si tratta di avvicinarsi alla persona e all'opera di p. Dehon solo dal punto di vista della conoscenza di una realtà limitata nel tempo e che può più o meno essere adattata alla situazione di cambiamento epocale in cui viviamo. Si tratta piuttosto di avvicinarvisi come discepoli per imparare uno stile o una "mistica" al fine di poter dare oggi una risposta significativa agli appelli che da tante parti arrivano a noi sotto forma di grido, di lamento o di ricerca di senso.

Per p. Dehon, e il capitolo lo ha sottolineato, questa risposta passa attraverso la nostra unione con Dio vissuta in una comunità nell'impegno di dare una risposta al mondo per il quale siamo inviati in missione. Questi sono i criteri sopra i quali ognuno di noi, ogni comunità e la Congregazione stessa, con le sue province, regioni e distretti si deve confrontare.

Vi inviamo il messaggio e il testo di sintesi che il Capitolo ha elaborato assieme al discorso-omelia di apertura, il discorso pronunciato dal papa nell'udienza concessaci, e le parole di conclusione del mese di cammino che, noi 81 partecipanti, abbiamo fatto qui a Roma.

Su questi documenti, che raccolgono la riflessione e l'opera di discernimento realizzata nel Capitolo, ognuno di noi e ogni entità della Congregazione dovrà impostare il cammino di rifondazione che il momento attuale esige da noi. Da ciascuno di noi dipende la fedeltà al dono di grazia che c'è stato fatto.

Come nuovo direttivo generale, ci troveremo nei mesi di ottobre e novembre qui a Roma, per approfondire l'insieme dei documenti frutto di questo Capitolo e studiare un programma che favorisca il cammino della Congregazione nei prossimi sei anni verso la missione che lo Spirito ha tracciato suscitandola e che la Chiesa si aspetta da noi riconoscendo questo carisma per il bene del mondo.

In questo cammino chiediamo la vostra preghiera e l'intercessione del Venerabile Giovanni Leone Dehon che speriamo vedere presto beatificato. Che questo cammino sia fecondato dai meriti dei nostri primi padri e dei martiri dehoniani assieme al bene che tanti di noi seminano a piene mani nelle missioni e in tante situazioni difficili in cui la Congregazione è presente, come è attualmente quella del Congo.

Celebriamo in questi giorni la festa del Cuore di Gesù, giorno immediatamente precedente il 28 giugno, anniversario della professione religiosa di P. Dehon e conclusione dell'anno dehoniano. Questa solennità ci ricorda ancora una volta, verso dove dobbiamo rivolgere lo sguardo. Giovanni (Gv 19,31-37) richiama la nostra attenzione all'acqua e al sangue che sgorgano dal costato trafitto di Gesù. Sono segni della vita che Gesù ha donato al Padre perché tutti potessimo averla in abbondanza (Gv 10,10) Nel significato oblativo e riparatore dell'offerta di Gesù troviamo, come discepoli di P. Dehon, l'indicazione fondamentale per l'apertura dei nostri cuori a Dio e per la solidarietà verso tutti i poveri, a cui mancano risorse, fede e speranza.

Il cuore di Maria, il cuore più simile a quello di Cristo, accolga i desideri di bene che ognuno di noi ha, li porti a compimento e ci aiuti a modellare il nostro cuore su quello di Cristo affinché sia con il Suo un cuore aperto e solidale sul mondo.

P. José Ornelas Carvalho
P. Cláudio Weber
P. Zbiegniew Bogacz
P. Peter McKenna
P. Claudio Dalla Zuanna
P. Andreas Madya Sriyanto
P. Aquilino Mielgo Domínguez

 Testo originale: Italiano


SUPERIORE GENERALE
CONGREGAZIONE DEI SACERDOTI
DEL SACRO CUORE DI GESÙ

________

Rome, le 18 juin 2003
Prot. N. 253/2003

A tous les membres de la Congrégation des Prêtres du Sacré-Cœur de Jésus

Chers Confrères,

En tant que nouveau Gouvernement général élu par le XXIe Chapitre qui s'est terminé, il y a quelques jours, nous voulons vous faire parvenir notre salutation fraternelle et vous exprimer le désir d'être à votre service en essayant, ensemble avec vous, de découvrir et de suivre le projet que le Père a sur notre Congrégation pour que Son Règne vienne.

Le Chapitre a été une riche expérience de communion et de recherche pour ceux qui y ont participé, mais aussi un moment de discernement important pour toute la Congrégation. Une recherche qui se greffe sur la réflexion du chapitre précédent et qui nous a accompagnés dans ce dernier sexennat : le « nous Congrégation ». Comme Congrégation, nous devons chercher à ébaucher les contours de notre spécificité apostolique et à y répondre par un cœur ouvert et solidaire.

Nous avons eu la grâce de nous préparer à ce chapitre par la célébration de l'année dehonienne à l'occasion du 125e anniversaire de la fondation de notre Institut. Nous sommes reconnaissants au Gouvernement général précédent pour son service généreux et pour l'initiative de l'année Dehonienne proclamée par la lettre qu'il nous a adressée (14.02.03), par laquelle il nous a rappelé Lorette et le mystère de l'« ecce ancilla » et de l'« ecce venio » que l'on y commémore comme source du charisme dehonien.

Comme le Chapitre l'a mis en évidence, le retour à l'expérience spirituelle du P. Dehon est une condition sans laquelle il n'est possible ni de définir notre spécificité apostolique ni, moins encore, d'y être fidèles. Il ne s'agit pas d'approcher la personne et l'œuvre du P. Dehon seulement du point de vue de la connaissance d'une réalité limitée dans le temps et qui peut, plus ou moins, être adaptée à la situation du changement d'époque que nous sommes en train de vivre. Il s'agit plutôt de s'y approcher comme disciples pour apprendre un style ou une « mystique » afin de pouvoir donner aujourd'hui une réponse significative aux appels qui nous arrivent de toutes parts sous la forme de cris, de lamentation ou de quête de sens.

Pour le P. Dehon, et le chapitre l'a souligné, cette réponse passe à travers notre union avec Dieu vécue dans une communauté par l'engagement de donner une réponse au monde pour lequel nous avons été envoyés en mission. Ce sont les critères sur lesquels chacun de nous, chaque communauté et la Congrégation elle-même, avec ses provinces, régions et districts doit se confronter.

Nous vous adressons le message et le texte de synthèse que le Chapitre a rédigés, accompagnés du discours-homélie d'ouverture, du discours prononcé par le pape à l'audience qu'il nous a accordée, et les paroles de conclusion d'un mois de cheminement que nous, 81 participants, avons effectué à Rome.

C'est sur ces documents qui recueillent la réflexion et l'œuvre de discernement accomplie en Chapitre, que chacun de nous et chaque entité de la Congrégation devra construire le cheminement de refondation que le moment actuel exige de nous. La fidélité au don de grâce qui nous a été fait dépend de chacun de nous.

Comme nouveau gouvernement général, nous nous retrouverons aux mois d'octobre et novembre à Rome pour approfondir ensemble des documents fruit de ce Chapitre et pour étudier un programme qui puisse favoriser le cheminement de la Congrégation dans les six prochaines années vers la mission que l'Esprit a tracée en la faisant naître, et que l'Eglise attend de nous en reconnaissant ce charisme pour le bien du monde.

Dans ce cheminement nous demandons votre prière et l'intercession du Vénérable Jean Léon Dehon que nous espérons voir bientôt béatifié. Puisse ce cheminement être fécondé par les mérites de nos premiers pères et des martyrs dehoniens, et par le bien que beaucoup d'entre nous sèment à pleines mains dans les missions et dans de nombreuses situations difficiles dans lesquelles la Congrégation est présente, comme c'est actuellement le cas au Congo.

Nous célébrons en ces jours la fête du Cœur de Jésus qui précède immédiatement le 28 juin, anniversaire de la profession religieuse du P. Dehon et marque la conclusion de l'année dehonienne. Cette solennité nous rappelle encore une fois où nous devons tourner notre regard. Jean (Jn 19,31-37) attire notre attention sur l'eau et le sang qui jaillissent du côté transpercé de Jésus. Ce sont des signes de la vie que Jésus a offerte au Père afin que nous tous puissions l'avoir en abondance (Jn 10,10). Dans la signification oblative et réparatrice de l'offrande de Jésus, nous trouvons, comme disciples du P. Dehon, l'indication fondamentale pour l'ouverture de nos cœurs à Dieu et pour la solidarité envers tous les pauvres à qui manquent ressources, foi et espérance.

Que le cœur de Marie, le cœur le plus semblable à celui du Christ, accueille les bons désirs que chacun de nous nourrit, qu'il les mène à l'accomplissement et nous aide à modeler notre cœur sur celui du Christ afin qu'il soit, avec le Sien, un cœur ouvert et solidaire dans le monde.

P. José Ornelas Carvalho
P. Cláudio Weber
P. Zbiegniew Bogacz
P. Peter McKenna
P. Claudio Dalla Zuanna
P. Andreas Madya Sriyanto
P. Aquilino Mielgo Domínguez

(Traduit de l'italien)