Roma, 23 gennaio 2003
Prot. N. 37/2003

A tutti i confratelli della Congregazione

Italian - French - English

Carissimi confratelli,

Mentre si avvia l'anno 2003, anno 125° della fondazione del nostro Istituto, e che sarà segnato dal nostro XXI° Capitolo Generale, vorrei condividere con voi alcune notizie su eventi e fatti che riguardano la vita SCJ nel mondo.

Penso che ci fa bene accompagnare con la nostra mente, con il nostro affetto e con la nostra preghiera tante cose e realtà che avvengono in Congregazione; eccone alcune:

1. Erezione canonica delle Province BM e BC

Il prossimo 2 febbraio saranno erette canonicamente le nuove province di Brasile Meridionale e di Brasile Centrale; ambedue frutto della divisione della grande Provincia Brasiliana Meridionale.

Ciò avviene dopo un lungo processo iniziato nel 1989. Si è iniziato come un bisogno di accentuare la qualità della vita religiosa, di favorire il rapporto e la comunione dei religiosi della Provincia tra loro e con il Superiore provinciale. Difatti le grandi distanze, le molte opere che là si gestiscono, la molteplicità e diversità di sfide, in una realtà dove la Congregazione, grazie a Dio, è in espansione per l'afflusso di molte vocazioni, hanno consigliato questa riorganizzazione in due province.

Nel cammino verso questa nuova impostazione, la Provincia BM ha fatto un grande progresso nel dialogo interno, nell'accentuazione del carisma e della nostra spiritualità SCJ e nella specificazione della missione dehoniana in Brasile.

Attraverso iniziative di sensibilizzazione e di partecipazione di tutti, si è giunti ad un consenso pressoché unanime in favore di questa divisione e nella scelta personale di ogni religioso per la parte in cui ha voluto iscriversi. Su 334 membri, al momento del Capitolo Provinciale, 192 si sono annoverati per la BC (Provincia Brasiliana Centrale, con sede a São Paulo) e 142 per la nuova BM (Provincia Brasiliana Meridionale, con sede a Curitiba). Hanno convenuto stabilire un margine di tempo prudenziale per incardinarsi nella propria regione geografica, qualora l'attuale ubicazione non coincidesse con la propria opzione. Vi è stata una distribuzione equanime dei beni economici, azzerando prima i debiti esistenti. Si sono stabilite le strutture formative, che saranno in comune, e la partecipazione di ambedue le Province nel sostegno delle Missioni interne (Maranhão e Mato Grosso), oltre che la collaborazione internazionale.

Questo processo è stato lungo (13 anni), ma è il risultato di un discernimento fatto nel dialogo, nella fede e nella preghiera. È stato un tempo di ricerca vera per essere più chiaramente religiosi e SCJ. È stato un cammino di comunione, partecipazione e corresponsabilità ammirevoli. Possiamo costatare con semplicità, senza idealizzare niente, che lungo questa strada la presenza SCJ nel Brasile del Sud ha definito meglio la sua identità ed è diventata più significativa per la Chiesa locale e per la Società, dove si opera.

L'erezione avviene proprio nell'anno centenario della presenza dehoniana nel Brasile del Sud. Difatti il 15 luglio 1903 sbarcavano a Florianopolis il p. Gabriel Lux (reduce dall'Ecuador - 1890-1896 - e dal Congo - 1897) e p. Giuseppe Fedele Foxius. È una realtà feconda, benedetta dal Signore.

Un'opera significativa di questa grande presenza Dehoniana è il nostro Studentato (Conventinho) di Taubaté, che il prossimo 1° giugno compierà 80 anni di esistenza; è significativo che, in tutto questo tempo, non sono mai mancati studenti di teologia. Dall'anno scorso è stata riconosciuta come Facoltà Teologica, in vista di diventare, con l'estensione di altre specializzazioni, Università Dehoniana. Presta il suo servizio, oltre che ai nostri, ad altri Istituti, Diocesi e organizza anche corsi di teologia per laici.

A partire dal 2 febbraio 2003, il p. Claudio Weber e il suo Consiglio nella BC, e il p. Osnildo Klann e il suo Consiglio nella BM, saranno gli Amministratori Provinciali, fino al mese di agosto; mese in cui, con le celebrazioni del centenario, entreranno in carica i nuovi governi provinciali.

Auguriamo di continuare a crescere nella fedeltà all'eredità lasciataci da p. Dehon, in una gioiosa collaborazione con tutta la Congregazione, in comunione con la Chiesa locale e in profetica inserzione nella realtà del mondo d'oggi.

2. Mambasa - Congo - In attesa del rientro dei padri e dei profughi

Come già vi ha anticipato p. Ryszard Mis, attraverso il comunicato 1/2003, c'è una luce di speranza che presto i nostri confratelli possano rientrare a Mambasa insieme alla popolazione, ancora profuga sulla strada che porta a Beni o rifugiata nella foresta.

Gli atti di violenza e di irrazionale accanimento contro la popolazione, durante l'occupazione militare da parte dell'ALC (Armée de Libération du Congo), ha messo in fuga tutta la popolazione, svuotando la città.

Sono già pressoché due mesi che i nostri confratelli (p. Silvano Ruaro, p. Nereo Broccardo e fr. Serge Daniel Otete Okita) stanno accompagnando questa dura via crucis. Il loro lavoro è ammirevole. Si realizza attraverso l'assistenza di migliaia di profughi e nella denuncia e ricorso ai governi, stati e organismi umanitari e di Chiesa che possono fare qualcosa. Il loro coraggio e l'insistenza, appoggiato anche dalla Curia Generale, dalla Provincia IS e GE e da altre realtà della Congregazione, ha collaborato a rendere pubblica la guerra e il genocidio del Congo, e a provocare l'intervento della Comunità Europea e dell'ONU.

L'incontro e la firma di "cessate il fuoco" a Gbadolite il 30 dicembre 2002, con l'obbligo del ritiro dei militari da Mambasa e da Komanda, che entrerebbero sotto il controllo della MONUC (Mission ONU au Congo), è una promessa che speriamo si attui nei prossimi giorni. Quando ci saranno le condizioni, la popolazione farà il suo ritorno a Mambasa e ricominceranno le scuole. Speriamo, allora, che i nostri confratelli di Mambasa possano prendersi un tempo di vacanze per curare un po' loro stessi, perché dall'agosto del 2002 sono sotto lo stress della guerra e della lotta per i diritti conculcati del popolo congolese.

Intanto cerchiamo di affrettare i tempi della pace attraverso la nostra preghiera e l'impegno di mobilizzare le forse politiche che possono fare qualcosa per questo popolo martire.

3. La preoccupazione per il Venezuela

È nota a tutti la dura crisi che incombe sul Venezuela da quasi 90 giorni. Lo sciopero indetto dal PDVSA (Petróleos de Venezuela Sociedad Anónima) ha diminuito consideratamente la produzione del petrolio, per cui c'è combustibile solo per mantenere i servizi essenziali di luce, acqua e trasporto pubblico. Vi è scarsità di cibo, soprattutto di latte e di farina. Cresce l'incertezza e la violenza. Non si sa quale sarà la fine di questa vicenda. Si teme il peggio: un bagno di sangue. Si spera il possibile aiuto di un arbitraggio internazionale.

Le scuole e le università sono ferme. L'Istituto Teologico dei Religiosi (ITER), dove studiano i nostri, ha riaperto le classi, dopo alcune settimane di sospensione. È un gesto di speranza contro ogni speranza.

I nostri condividono la realtà di tutta la popolazione: la stessa angustia e sofferenza, cercando di organizzare la solidarietà e l'assistenza ai casi di emergenza. La mancanza di benzina li ha costretti a starsene ognuno nella propria comunità, per cui è stata sospesa l'Assemblea Regionale come pure gli altri incontri regolari della Regione. Nonostante le tensioni inevitabili e lo stress che li stanno logorando, cercano di fare fronte alla situazione, secondo le loro possibilità.

La Regione Venezuelana ha già completato l'iter per assumere una nuova figura congregazionale, con un'autonomia parziale, garantita dalla Provincia Madre (HI). Il cambiamento avverrà in agosto prossimo, nella ricorrenza dei 50 anni di presenza dehoniana in questo paese.

Siamo contenti di vedere che si profila questa nuova struttura in America Latina. Difatti, l'organizzazione e solidarietà interna della Regione VEN, acquisita negli ultimi 10 anni, e il numero di religiosi locali in crescita, ci fanno sperare bene e guardare il futuro con speranza.

4. Riunioni internazionali a Roma

La Casa Generalizia SCJ, a Roma, è stata e sarà ancora sede di vari incontri internazionali per la preparazione del prossimo Capitolo.

- Un gruppo di confratelli (rappresentanti di US, EF, BH, PHI, IS) hanno riflettuto su un "possibile progetto Vietnam", scambiando le informazioni e coordinando il lavoro, che alcune realtà congregazionali portano avanti con vocazioni vietnamite; hanno elaborato una mozione per il Capitolo Generale, proponendo una futura presenza SCJ in questo paese.

- I Superiori dei Distretti delle Filippine (p. Aloísio Back) e dell'India (p. Martin van Ooy, accompagnato da p. Valerio Pilati), si sono incontrati con il Direttivo Generale per fare il punto sull'attuale situazione dei Distretti, sui rapporti con il Governo Generale, sulle sfide che si presentano attualmente e sulle prospettive di futuro. Abbiamo giudicato molto positivo questo interscambio e abbiamo visto la necessità che esso sia fatto più sovente.

- Dal 13 al 22 gennaio, la Commissione Preparatoria del Capitolo Generale ha studiato le risposte al questionario sul tema della "specificità apostolica dehoniana di fronte alle sfide del futuro con attenzione particolare alla rifondazione". Questo tema è riassunto nel motto: "Dehoniani in missione: cuore aperto e solidale". Hanno anche elaborato una sintesi delle risposte e un "Instrumentum Laboris" per i capitolari. Infine, hanno proposto una serie di suggerimenti circa la metodologia da usare nel Capitolo, le esigenze cui provvedere (persone e mezzi), un'ipotesi di calendario, e molte altre cose pratiche cui è opportuno pensare in antecedenza.

- A febbraio attendiamo la venuta del Comitato pre-capitolare per la revisione dei bilanci. Esso dovrà esaminare e studiare i bilanci della Curia e delle Province. Da esso attendiamo anche una lettura approfondita dello stato economico di tutta la Congregazione: nel centro e nelle parti che la costituiscono.

5. Ripartono alcuni missionari

P. Giuseppe Pierantoni ripartirà in questi giorni per l'Asia, ma non per le Filippine. Andrà in India per tre anni circa. Dopo quanto ha vissuto e conosciuto nel suo sequestro, abbiamo creduto opportuno stabilire un tempo di distacco da quella realtà conflittuale. Ha accolto con gioia la possibilità di servire in India.

Anche a p. Jeremiah Sheehy che, come amministratore del Distretto delle Filippine, ha gestito ed è stato coinvolto nella stressante e delicata opera di mediazione nel sequestro, è stato chiesto un tempo di distacco. Intanto aiuterà nella sua provincia di origine (BH).

P. Andrzej Sudol, che ha lavorato alcuni anni in India e si è poi specializzato in spiritualità a Dublino (Irlanda), non ottenendo ripetutamente il visto per l'India, si è indirizzato ora per le Filippine. Ci dispiace che l'India perda un suo valido formatore in un momento in cui il Distretto aveva messo molta speranza in lui; ma ci rallegra che vada con gioia a servire la causa del Regno, la Chiesa e la Congregazione nelle Filippine, dove anche là c'è molto bisogno.

6. Preghiamo per il buon esito del Capitolo Generale

Il Capitolo si avvicina. Tutti siamo invitati a coinvolgerci pienamente. I membri che vi prenderanno parte a Roma hanno uno speciale compito di arrivare il più preparati possibile; essi riceveranno gradualmente tutto il materiale preparatorio.

Il resto della Congregazione può anche approfondire quello stesso materiale, facilitato dai loro rispettivi delegati e accompagnando tutto tramite internet.

Bisogna, però, rafforzare anche il nostro appello a Dio e la nostra preghiera. Il Capitolo non è solo un atto di governo collettivo della Congregazione, è anzitutto un evento di grazia (un kairós) in cui il Signore, attraverso lo Spirito Santo, deve essere il protagonista principale portandoci a ravvivare il dono di essere dehoniani, crescendo in fedeltà al Vangelo e alla nostra eredità carismatica.

La preghiera è quindi essenziale. Incoraggio per tanto tutti i confratelli e tutte le comunità ad avere ogni giorno una preghiera, un'intenzione, un pensiero nella dinamica della fede che ci prepari alla buona celebrazione del Capitolo, chiedendo l'intercessione di Maria e anche del p. Fondatore.

Domandiamo anche la grazia della beatificazione del nostro p. Fondatore. Presso la Congregazione per le Cause dei Santi è allo studio un possibile miracolo, attribuito all'intercessione di p. Dehon. Ci mettiamo in sintonia con il disegno del Signore, augurandoci un esito positivo.

Ecco alcune notizie di famiglia che spero aumentino in tutti il senso del "Noi Congregazione". Vi saluto e ricordo con affetto. Vi auguro buona salute, gioia nel vostro compito e lavoro, buono spirito in comunità e la benedizione del Sacro Cuore. Rimaniamo uniti nello stesso ideale.

P. Virginio D. Bressanelli, scj
Superiore generale


Rome, le 23 janvier 2003
Prot. N. 37/2003

A tous les confrères de la Congrégation

 

Chers Confrères,

Au commencement de l'année 2003, année du 125e anniversaire de la fondation de notre Institut, qui sera marquée par le XXIe Chapitre général, je voudrais partager avec vous quelques informations au sujet des événements et des faits concernant notre vie SCJ dans le monde.

Je pense que cela nous fait du bien d'accompagner de notre pensée, de notre affection et de notre prière tant de choses et de réalités qui surviennent dans la Congrégation. En voilà quelques-unes :

1. Erection canonique des Provinces BM et BC

Le 2 février prochain, seront érigées canoniquement les nouvelles Provinces du Brésil du Sud et du Brésil Central, toutes les deux étant le fruit de la partition de la grande Province du Brésil du Sud.

Cela arrive après un long processus commencé en 1989. On a commencé par le besoin d'accentuer la qualité de la vie religieuse, de favoriser les relations et la communion des religieux de la Province entre eux et avec le Supérieur Provincial. En effet, les grandes distances, les nombreuses œuvres que l'on y gère, la multiplicité et la diversité de défis, dans une situation où la Congrégation, grâce à Dieu, est en expansion en raison d'un grand nombre des vocations, ont suggéré cette réorganisation en deux provinces.

Dans le cheminement vers cette nouvelle organisation, la Province BM a beaucoup progressé dans le dialogue interne, dans la mise de l'accent sur le charisme et sur notre spiritualité SCJ et dans la spécification de notre mission dehonienne au Brésil.

A travers des initiatives de sensibilisation et de participation de tous, on est arrivé à un consensus presque unanime en faveur de cette partition et au sujet du choix personnel de chaque religieux concernant la partie dans laquelle il voulait s'inscrire. Sur 334 membres, au moment du Chapitre provincial, 192 ont opté pour la BC (Province du Brésil Central, avec le siège à Sao Paulo) et 142 pour la nouvelle BM (Province du Brésil du Sud, avec siège à Curitiba). Ils ont convenu de fixer un laps de temps raisonnable pour s'incardiner chacun dans sa propre région géographique au cas où leur domicile actuel ne correspondrait pas à cette option. Les biens matériels ont été partagés d'une façon équitable, après l'annulation des dettes existantes. On a établi des structures de formation qui seront communes et on a défini la participation des deux Provinces au soutien des missions internes (Maranhao et Mato Grosso) ainsi que la collaboration internationale.

Ce processus a été long (13 ans), mais il est le résultat d'un discernement fait dans le dialogue, dans la foi et dans la prière. Il a été un temps de recherche authentique pour être plus clairement des religieux et des SCJ. Il a été un cheminement de communion, de participation et de coresponsabilité admirables. Nous pouvons constater avec simplicité, sans rien idéaliser, que tout au long de ce parcours, la présence SCJ au Brésil du Sud a mieux défini son identité et est devenue plus significative pour l'Eglise locale et pour la société dans laquelle on travaille.

Cette érection arrive justement pour le 100e anniversaire de la présence dehonienne au Brésil du Sud. En effet, le 15 juillet 1903, débarquaient à Florianopolis le P. Gabriel Lux (revenu de l'Equateur &endash; 1890-1896 &endash; et du Congo &endash; 1897) et le P. Giuseppe Fedele Foxius. C'est une réalité féconde, bénie par le Seigneur.

Une œuvre significative de cette grande présence dehonienne est notre Scolasticat (Conventinho) de Taubaté, qui fêtera 80 ans d'existence le 1er juin prochain. Il est significatif que, durant toute cette période, les étudiants en théologie n'ont jamais manqué. Depuis l'année dernière, ce scolasticat a été reconnu comme Faculté Théologique, en vue de devenir, avec le développent d'autres domaines de spécialisation, une Université Dehonienne. Il rend ses services non seulement à nos étudiants, mais aussi à d'autres Instituts et Diocèses, et organise également des cours de théologie pour des laïcs.

A partir du 2 février 2003, le P. Claudio Weber et son Conseil de la BC, et le P. Osnildo Klann et son Conseil de la BM, seront Administrateurs provinciaux, jusqu'au mois d'août, mois dans lequel, avec les célébrations du centenaire, entreront en charge les nouveaux gouvernements provinciaux.

Nous leur souhaitons de continuer à croître dans la fidélité à l'héritage que nous a laissé le P. Dehon, dans une collaboration joyeuse avec toute la Congrégation, en communion avec l'Eglise locale et dans une insertion prophétique dans la réalité du monde d'aujourd'hui.

2. Mombasa &endash; Congo &endash; Dans l'attente du retour des Pères et des réfugiés

Comme le P. Ryszard Mis vous l'a déjà annoncé, par son communiqué 1/2003, il y a une lueur d'espoir que nos confrères puissent bientôt rentrer à Mombasa, avec la population toujours errante sur la voie qui mène à Beni ou réfugiée dans la forêt.

Les actes de violence, d'un acharnement irrationnel, contre la population durant l'occupation militaire par l'ALC (Armée de Libération du Congo) ont mis en fuite toute la population, en vidant les villes.

Cela fait presque deux mois que nos confrères (le P. Silvano Ruaro, le P. Nereo Broccardo et le Fr. Serge Daniel Otete Okita) accompagnent ce dur chemin de Croix. Leur travail est admirable. Il se réalise par l'assistance apportée à des milliers de réfugiés, par la dénonciation de ces actes et par des recours adressés aux gouvernements, aux Etats, à des organismes humanitaires et à ceux de l'Eglise, qui peuvent faire quelque chose. Leur courage et leur insistance, soutenus aussi par la Curie générale, par les Provinces IS et GE, et par d'autres entités de la Congrégation, ont contribué à rendre publiques la guerre et le génocide du Congo, et à provoquer l'intervention de la Communauté Européenne et de l'ONU.

La rencontre et la signature du cessez-le-feu à Gbadolite, le 30 décembre 2002, avec l'obligation du retrait des militaires de Mombasa et de Komanda, qui doivent entrer sous le contrôle de la MONUC (Mission ONU au Congo), est une promesse qui, nous l'espérons, se réalisera dans les prochains jours. Quand les conditions le permettront, la population fera son retour à Mambasa et les écoles rouvriront. Nous espérons alors que nos confrères de Mambasa pourront obtenir un peu de vacances pour prendre un peu soin d'eux-mêmes, parce que depuis août 2002 ils sont sous le stress de la guerre et du combat pour les droits du peuple congolais foulés aux pieds.

Entre-temps, essayons de hâter le temps de la paix par notre prière et notre engagement à mobiliser les forces politiques qui peuvent faire quelque chose pour ce peuple martyr.

3. La préoccupation pour le Venezuela

Tout le monde connaît la dure crise qui s'abat sur le Venezuela depuis presque 90 jours. La grève lancée par la PDVSA (Petroleos de Venezuela Sociedad Anonima) a fait considérablement baisser la production du pétrole. C'est pourquoi il n'y a du carburant que pour le maintien des services essentiels de l'électricité, de l'eau et des transports publiques. Il y a pénurie dans l'alimentation, surtout pour le lait et la farine. L'incertitude et la violence augmentent. On ne sait pas quelle sera la fin de cette affaire. On craint le pire : un bain de sang. On espère une aide possible d'un arbitrage internationale.

Les écoles et les universités sont fermées. L'Institut Théologique des Religieux (ITER), où les nôtres font leurs études, a rouvert ses portes, après quelques semaines de suspension. C'est un geste d'espoir contre tout espoir.

Les nôtres partagent le sort de toute la population : les mêmes angoisse et souffrance, en essayant d'organiser la solidarité et l'assistance dans les cas d'urgences. Le manque d'essence les a contraints à rester chacun dans sa propre communauté, ce qui a provoqué la suspension de l'Assemblée régionale ainsi que des autres rencontres régulières de la Région. Malgré les tensions inévitables et le stress qui sont en train de les épuiser, ils essayaient de faire face à la situation, selon leurs possibilités.

La Région du Venezuela a déjà accompli le processus devant aboutir à une nouvelle forme d'organisation , avec une autonomie partielle, concédée par la Province-Mère (HI). Le changement entrera en vigueur en août prochain, à l'occasion du 50e anniversaire de la présence dehonienne dans ce pays.

Nous sommes heureux de voir se profiler cette nouvelle structure en Amérique Latine. En effet, l'organisation et la solidarité interne de la Région VEN, acquises dans les 10 dernières années, et le nombre des religieux locaux en augmentation, nous permettent d'espérer et de regarder l'avenir avec confiance.

4. Réunions internationales à Rome

La Maison générale SCJ, à Rome, a été et sera encore le lieu des diverses rencontres internationales en vue de la préparation du prochain Chapitre.

Un groupe de confrères (des représentants des US, EF, BH, PHI, IS) ont réfléchi sur un « projet-Vietnam éventuel », en échangeant des informations et on coordonnant le travail que quelques entités de la Congrégation réalisent grâce à des vocations venant du Vietnam ; ils ont rédigé une motion pour le Chapitre général, en proposant une future présence SCJ dans ce pays.

Les Supérieurs des Districts des Philippines (le P. Aloisio Back) et de l'Inde (le P. Martin van Ooy, accompagné du P. Valerio Pilati), ont rencontré le Gouvernement général pour faire le point sur la situation actuelle des Districts, sur les relations avec le Gouvernement général, sur les défis qui se présentent actuellement et sur les perspectives d'avenir. Nous avons apprécié cet échange et avons constaté la nécessité de le faire plus souvent.

Du 13 au 22 janvier, la Commission Préparatoire du Chapitre général a étudié les réponses au questionnaire sur le thème de la « spécificité apostolique dehonienne face aux défis de l'avenir, avec l'attention particulière à la refondation ». Ce thème se trouve résumé dans le slogan : « Dehoniens en mission : un cœur ouvert et solidaire ». Ils ont aussi rédigé une synthèse des réponses et un « Instrumentum laboris » pour les capitulants. Enfin, ils ont proposé une série de suggestions concernant la méthodologie à suivre en Chapitre, les besoins à satisfaire (les personnes et les moyens), une proposition de calendrier et plusieurs choses pratiques auxquelles il convient de penser avant.

En février, nous attendons la venue du Comité pré-capitulaire pour la révision des comptes. Il devra examiner et étudier les comptes de la Curie et des Provinces. Nous attendons aussi qu'il fasse une lecture approfondie de l'état économique de toute la Congrégation : aussi bien en son centre que dans ses parties.

5. Quelques missionnaires repartent

Le P. Giuseppe Pierantoni repartira ces jours-ci pour l'Asie, mais non pas pour les Philippines. Il ira en Inde pour trois ans environ. Après ce qu'il a vécu et connu lors de son enlèvement, nous avons pensé bon de marquer un temps de coupure par rapport à cette situation de conflit. Il a accueilli avec joie la possibilité de servir en Inde.

On a demandé un temps de coupure aussi au P. Jeremiah Sheechy qui, en tant qu'administrateur du District des Philippines a géré cet enlèvement et a été engagé dans la stressante et délicate mission de médiation. Entre-temps, il aidera sa Province d'origine (BH).

Le P. Andrzej Sudol, qui a travaillé quelques années en Indes et s'est ensuite spécialisé en spiritualité à Dublin (Irlande), se voyant refuser, à plusieurs reprises, le visa pour l'Inde, se dirige maintenant aux Philippines. Nous sommes désolés que l'Inde perde un de ses formateurs compétents à un moment où le District avait mis beaucoup d'espoir en lui ; mais nous nous réjouissons qu'il aille avec joie servir la cause du Règne, l'Eglise et la Congrégation aux Philippines où, là aussi, il y en un grand besoin.

6. Prions pour la réussite du Chapitre général

Le Chapitre approche. Nous sommes tous invités à nous engager pleinement. Les membres qui participeront à Rome ont une tâche spéciale d'y venir préparés le mieux possible. Progressivement, ils recevront tous les matériaux préparatoires.

Le reste de la Congrégation peut aussi approfondir ces mêmes matériaux, rendus accessibles par leurs délégués respectifs et suivre le tout par internet.

Il faut cependant intensifier aussi notre appel à Dieu et notre prière. Le Chapitre n'est pas qu'un acte de gouvernement collectif de la Congrégation. Il est, avant tout, un événement de grâce (un kairos) dans lequel le Seigneur, par l'intermédiaire de l'Esprit-Saint, doit être le protagoniste principal en nous amenant à raviver le don d'être dehoniens, en nous faisant progresser dans la fidélité à l'Evangile et à notre héritage charismatique.

La prière est donc essentielle. Par conséquent, j'encourage tous les confrères et toutes les communautés à avoir chaque jour une prière, une intention, une pensée dans la dynamique de la foi, pour qu'elle nous prépare à un bon Chapitre, en invoquant l'intercession de Marie et aussi celle du P. Fondateur.

Demandons également la grâce de la béatification de notre Père Fondateur. Auprès de la Congrégation pour les causes des Saints, il y a à l'étude un miracle éventuel attribué à l'intercession du P. Dehon. Nous nous mettons en harmonie avec le dessein du Seigneur, en souhaitant un résultat positif.

Voilà quelques nouvelles de famille qui, je l'espère, renforceront en tous le sens du « Nous Congrégation ». Je vous salue et je pense à vous avec affection. Je vous souhaite bonne santé, joie dans votre cheminement et dans votre travail, bon esprit en communauté et la bénédiction du Sacré-Cœur. Restons unis dans le même idéal.

Le P. Virginio D. Bressanelli, scj
Supérieur Général


Rome, Italy
January 23, 2003
Prot.N. 37/2003

To all the confreres of the Congregation

Dear confreres,

As we open 2003, the 125th year of our Institute's foundation, and a year that will be highlighted by our 21st General Chapter, I would like to share with you some news about events and actions regarding our SCJ life in the world.

I think it would be good to accompany me in mind, heart, and prayer all of the situations that are happening in the Congregation. Here are a few of them:

Canonical Establishment of the Provinces BM & BC

On February 2, the canonical establishment of the new provinces-Central Brazil and South Brazil-will begin. Both areas are results of dividing the larger Southern Brazilian Province.

This comes after a long process begun in 1989. This comes from a need to accentuate the quality of religious life which favors greater rapport and communion for the members of the province and the Provincial Superior. Due to the great distance, the many works taking place, the many challenges, in a situation where the Congregation, thanks to God, is expanding because of the influx of many vocations, it was decided to reorganize this area in two provinces.

On the way to this new decision, the Southern Brazilian Province has made great progress through dialogue, accentuating the SCJ charism and spirituality and concretizing the Dehonian mission in Brazil.

With sensitive initiatives and the participation of all the members, there was unanimous support for this division and for the individual choices made by each religious member for the part they wished to play in this venture. From the 334 members of the Provincial Chapter, 192 have been assigned to the Central Brazilian Province (BC, whose center will be in Sao Paolo) and 142 in the new Southern Brazilian Province (BM, whose center will be in Curitiba). They have established prudent time frames to incardinate into the proper geographical region, although the actual location does not coincide with the proper option. It was an fair distribution of the finances, trying to erase existing debts. Formation structures were established that can be shared by both groups and with the participation of both provinces in the support of the internal missions (Maranhao and Mato Grosso), as well as other international collaborations.

This process has been long (13 years) but the results come from a discernment done in dialogue, faith, and prayer. This has been a time for discovering what it clearly means to be religious and SCJ. It has been a road done in communion, participation, and admirable co-responsibility. We can clearly state, without being idealistic, that along this path, the SCJ presence in South Brazil has better defined their identity and become more significant for the local Church and for the society where they work.

The establishment comes appropriately in the centennial year of our Dehonian

presence in Southern Brazil. In fact, it began in Florianopolis on July 15, 1903 with Fr.Gabriel Lux (having served in Ecuador 1890-1896 and the Congo in 1897) and Fr. Joseph Fedele Foxius. This was a fruitful reality that was blessed by the Lord.

A significant sign of this great Dehonian presence is the Student House (Conventinho) in Taubate, which next June 1st will celebrate 80 years of existence is noteworthy. There has always been a School of Theology for the students. Last year, it was recognized as the Faculty of Theology and has become an extension of other schools known as Dehonian University. The service, along with other Institutes, provides courses of theology for the laity.

Beginning February 2, 2003, Fr, Claudio Weber and his council for Central Brazil, along with Fr. Osnildo Klann and his council for Southern Brazil, will be the Provincial Administrators until August when the new leadership will assume their role.

We wish them well as they continue to grow in fidelity to the heritage of Fr. Dehon in a joyous collaboration with the entire Congregation, in communion with the local Church and in a prophetic immersion into the reality of today's world.

Mambasa-Congo-Return of our SCJS and the Refugees

Fr. Ryzard Mis, through his communications of 1/2003, has given us hope that very soon our confreres will reenter Mambasa together with the people who are still living on the streets that lead to Beni or seeking refuge in the forest.

The acts of violence and irrational actions against the people during the military occupation of the Liberation Army of the Congo has made the people go into hiding and evacuating the cities.

The past two months for our confreres (Fr. Silvano Ruaro, Fr. Nereo Broccado and Brother Serge Daniel Otete Okita) have been on the Way of the Cross. Their work is admirable. All this is done amidst the many refugees and denouncement from the rulers, states and humanitarian organizations that are not able to help. Their courage, supported by the General Curia, German and Italian provinces, as well as other parts of the Congregation, has helped collaborated to inform the public about the genocide in the Congo and to promote intervention of the European Union and UN.

The meeting and ceasefire in Gbadolite on December 30, 2002, with the retreat of the military from Mambasa and Komanda, that would be controlled by the Mission

ONU in the Congo is a promise which we hope will take action in the near future. When they meet such conditions, the people will return to Mambasa and start over again their classes. We hope that our confreres from Mambasa will be able to take some time for personal rest Since August 2002, they have endured the stress of war and fighting for the rights of the Congolese people.

We wish them a peaceful time through our prayers and the challenge of mobilizing the political forces that can do anything to these martyred people.

Concerns for Venezuela

Difficult times have come to Venezuela over the past 90 days. The strike from PDVSA (Petroleum Society of Venezuela) has decreased the production of petroleum, which affects the difficulty to maintain public services such as light, water, and publc transportation. There is a lack of food, above all milk and flour. Violence and lack of certainty increase. No one knows what will be the end of this experience. The worst is feared-a blood bath. There is hope for international arbitration.

Schools and the university are closed. The Theological Institute of Religious, where our religious study, has re-opened for classes after a few weeks of suspension. It is a sign of hope against hope.

Our SCJ's experience the anguish and suffering of the entire population. They seek to organize in solidarity to those who need emergency assistance. The lack of gasoline has restricted people to staying in their own communities. It is suspected that the Regional Assembly is controlling the regular meetings of the region. In spite of the tensions and stress that they experience, they search for ways to deal with the situation according to the possibilities that exist.

The Region of Venezuela has just completed the task of assuming a new congregational entity which is partly autonomous from the Mother Province (Spain). This will start next August on the occasion of the 50th year of Dehonian presence in the country.

We are happy to see the profile of this structure in Latin America. In fact, the organization and solidarity within the Region of Venezuela, during the past 10 years, and the increase of religious from there makes us feel hopeful for the future.

International Meeting in Rome.

The Generalate in Rome has been and will continue to be the place where various international meetings in preparation for the next General Chapter will take place.

A group of confreres representing the US, EF, BH, PHI, IS have reflected together on a "possible Vietnam venture" to share information and coordinate the work that the Congregation could accomplish with Vietnamese vocations. They have brought forth a motion for the General Chapter, proposing future SCJ presence in this country.

The District Superiors from the Phillipines (Fr. Aloisio Back) and India (Fr. Martin Van Ooy, accompanied by Fr. Valerio Pilati) are working together on the General Directory to make known their actual situations as Districts, their rapport with the General Curia, the challenges that they actually encounter in these districts, and their future vision. We find these exchanges to be very positive and we have seen the necessity that this be done more often.

From January 13 thru 22, the Preparatory Commission for the General Chapter studied the responses to the questionnaire on the theme of specifying Dehonian Apostolates in light of the challenges of the future regarding our Refoundation. This theme has been interpreted in light of our motto "Dehonians in mission: hearts open and united". They have a synthesis of the responses from the Work Document for the chapter delegates. They have proposed a series of suggestions regarding the methodology to be used during the Chapter, the needs they foresee in personnel and means, a calendar timeline, and many other practical items that can be reflected on in advance.

In February, the pre-Chapter Finance Committee also gathered. They will examine the financial statements of the Curia and Provinces. From that meeting, we will expect a profound lesson on the economic situation of the entire Congregation and all its constituents.

The Departure of our Missionaries

Fr. Giuseppe Pierantoni will leave for Asia but not for the Phillippines. HE will go to India for three years. After all hehas been through with the kidnapping, we believe that it is wise to stay away for a time from the situation of conflict.. He is overjoyed with the chance to serve in India.

Fr. Jeremiah Sheehy, who served as the administrator of the Phillipine District, and deeply involved in the stressful and delicate works of mediation during the kidnapping episode, has requested some time for rest and is in his home province (BH).

Fr. Andrzej Sudol, who worked some time in India and has studied Spirituality in Dublin, Ireland, will now go to India. It is sad that India will lose a Formation person in a time when they had great hopes for his service, but he too is happy to serve the causes of the Reign of God, the Church, and the Congregation in the Phillipines where there is also a great need.

Prayers for the success of the General Chapter

The Chapter is approaching. We are ALL asked to be involved as much as we can Those who come to Rome will have a special task of arriving as well-prepared is possible. They will receive in time the preparatory materials.

The rest of the Congregation can profit from these materials as well, facilitated by each areas delegates and all the information that will be found through the internet.

There is a need to appeal in prayer to our God. The Chapter is not only an act of collective governing for the Congregation but it is event of CHAIROS or grace where the Lord, through the Holy Spirit, MUST be the principal agent of empowering our Dehonian life, growing in fidelity to the Gospel, and through our charismatic heritage.

Therefore, prayer is ESSENTIAL. I encourage all our confreres to pray EACH DAY a prayer of intention for a dynamic faith that will prepare us for a great celebration of the Chapter and seeking also the intercession of Mary and our Founder.

We ask also for the grace of beatification for our Founder. The Congregation is in close contact with the Cause of the Saints in studying a possible miracle attributed to the intercession of Fr. Dehon. We ask you to be in harmony with the Lord and pray four our successful venture.

These are some matters of tour Dehonian Family which inspires hopefully in all of us a sense of "WE, THE CONGREGATION". I greet you and remember you affectionately. May the blessing of the Sacred Heart keep you healthy, give you joy in your service and duties, and a good community spirit. May we seek these same goals together.

Virginio Bressanelli, scj
Superior General