BRASILE: terra, violenza e impunità

La Commissione Pastorale della terra (CPT) della Conferenza Episcopale Brasiliana, appoggiata da una decina di altri Organismi, ha inviato oggi un documento, che condanna la violenza rurale in Brasile, specialmente nel sud dello Stato di Pará, denunciando morti e impunità in questo campo e proponendo soluzioni al problema. Il documento è stato inviato a movimenti per i diritti umani e civili, ad ambasciatori e rappresentanti di 60 paesi.

La CPT accusa il governo federale e degli stati di mantenere una politica "innocua" di insediamento, ma senza spartire le proprietà terriere. Soltanto nello stato di Pará, dice la CPT, vi sono 7 milioni di ettari di terra incolta, e i grandi latifondisti concentrano l'80% delle proprietà.

Il documento, inviato anche agli Ambasciatori brasiliani all'estero, propone l'insediamento immediato di tutte le famiglie di agricoltori senza-terra accampati in tutto il paese, l'esproprio delle fattorie improduttive, oltre a risorse per gli agricoltori già insediati nel sud dello Stato di Pará. Ancora la CPT, e gli altri organismi firmatari del documento, chiedono la punizione dei responsabili del massacro di 19 contadini in Eldorado dos Carajas - Pará, il 18 aprile 1996.

A questo riguardo, il presidente del 'Supremo Tribunale Federale', Celso de Mello, ha detto oggi che in Brasile "l'impunità e il disprezzo sistematico della legge dimostrano che lo Stato è incapace o non ha la volontà politica per adempiere a una delle sue funzioni". Mello ha fatto questa critica, nel ricevere un gruppo di vedove dei "senza-terra", assassinati nello Stato di Parà, leaders del 'Movimento dos sem terra' (MST - Movimento dei senza-terra) e rappresentanti di organismi sociali e del 'Partido dos Trabalhadores' (PT - Partito dei Lavoratori). Egli ha promesso che avrebbe chiesto ai presidenti dei tribunali degli Stati informazioni sui 1.003 assassinati fra agricoltori, avvocati, tecnici, leaders sindacalisti e religiosi, legati alla lotta per la terra.

(Fonte Agência Estado)