Corso di Dottrina Sociale della Chiesa
(5-23 gennaio 1998 - Taubaté, Brasile)


Per il secondo anno consecutivo, nell'Istituto Teologico di Taubaté (BM) si è tenuto il Corso di Dottrina Sociale della Chiesa, aperto a laici, seminaristi, sacerdoti e religiosi, dehoniani e non dehoniani. L'anno scorso i partecipanti furono più di 50, mentre quest'anno non arrivarono a 30. Se questo ha fatto pensare alla necessità de una rinnovata propaganda, ha anche fatto scoprire agli organizzatori che il minor numero ha permesso un maggior coinvolgimento dei partecipanti. Il clima di studio e di convivenza, infatti, fu molto buono, così come l'accoglienza e l'ospitalità.

Il padre Carlos Alberto da Costa Silva, professore di teologia e consigliere generale scj (BS), con gradevole esposizione didattica, partendo da alcuni dati della realtà attuale, diede i fondamenti biblici della "Dottrina Sociale della Chiesa", tanto nell'Antico come nel Nuovo Testamento, sottolineando l'aspetto antropologico: "La somiglianza dell'uomo con Dio si dà in quanto lui è maschio e femmina. Dio è lui e lei; qui si trova la base dell'uguaglianza fra l'uomo e la donna, e il complemento dei due costituisce la vera immagine e somiglianza di Dio".

Citando i testi più significativi della Patristica e della Scolastica arrivò al contesto sociale, econômico, politico e religioso del secolo XIX, dove sbocciò la "Rerum Novarum" di Leone XIII. Quello che si vuole nella "Rerum Novarum", e con tutta l'azione sociale della Chiesa dell'epoca, é un ordine sociale giusto. "Quest'ordine si raggiungerà per la cooperazione congiunta dello stato, degli impresari, dei lavoratori e della Chiesa". É possibile, concludeva il padre Carlos Alberto, che questo linguaggio suoni un poco strano ai nostri giorni... I contenuti, tuttavia, sono ancora validi, non in modo assoluto, ma relativo... C'è stata una evoluzione nel pensiero sociale della Chiesa. La R.N. é il quadro iniziale di tutta questa evoluzione...

È sufficiente constatare come oggi, in pieno neo-liberismo, lo Stato è ridotto deliberatamente, al nulla; i lavoratori sono ogni giorno più emarginati ed esclusi, mentre regna sovrano il mercato globale, senza il quale "non c'è salvezza".

Nell'analisi della congiuntura sociale attuale, il p. Lotivio A.Finger, coordinatore del corso, spiegò come dopo l'introduzione della macchina e con l'organizzazione razionale della produzione, la "terza rivoluzione industriale" si fonda sull'informazione e la conoscenza, che l'Informatica permette di immagazzinare in maniera agile e adeguata.

Conseguenze:

- la nuova impresa non è grande (ha pochi lavoratori). La possibilità di riunire informazione sulla produzione, dispensa dal riunire i lavoratori in settori che prima producevano in massa. Inoltre un altro fattore che tende a ridurre le dimensioni dell'impresa e delle unità produttive è il "terziario" e il "subappalto" (subcontractación y terciarización).

- i sindacati hanno una articolazione e forza organizzativa più limitata. I vicini di lavoro non sempre sono compagni; né i compagni sono sempre vicini; e l'impresa può contrattare chi assicura parte della produzione con il lavoro a domicilio, o in piccole officine... Per di più si tende a limitare e ad eliminare i contratti collettivi di lavoro...

Il "finanziario" (la financierización) è il marchio dei nuovi tempi.

Quel che qualifica una persona non è più la competenza o la creatività naturale o tecnica nel settore concreto della produzione, ma l'abilita e la conoscenza del commercio e, più ancora, delle finanze nazionali e internazionali. Un dirigente di una grande impresa nordamericana diceva: "Ford si preoccupava di produrre auto ogni volta migliori; oggi un'impresa esiste per ottenere guadagni sempre maggiori".

Più volte, durante questo corso, emersero interrogativi come: "Ci troviamo davanti a una crisi del lavoro o dell'impiego? Si tratta di una crisi o di una svolta epocale?

Il lavoro è esistito sempre e continuerà ad esistere. Ma mentre in passato esso era integrato al luogo e alle persone (all'uomo il lavoro dei campi, la casa alle donne), con l'introduzione della fabbrica incominciò l'impiego, cioè il lavoro salariato.

Un lavoro come quello dell'artigiano, prima e anche adesso, ha un'etica, una sua identità; esprime la personalità dell'artigiano e ha una sua finalità. Oggi il lavoro continua, però è cambiato il "come";... e l'impiego, una delle forme storiche del lavoro, è entrato in crisi. Oggi, molto di più che in passato, esso dipende dalle nuove informazioni e conoscenze tecnologiche o informatiche; e cosi si crea una frattura, o per lo meno una sfasatura tra l'economico (si produce di più) e il sociale (con meno operai e impiegati); e così si dimostra che l'aspetto economico non è legato solo all'impiego; esso infatti cammina indipendentemente dall'aspetto sociale, approfondendo le disuguaglianze sociali e accumulando la ricchezza in mano a pochi.

Da questi cambiamenti, che non sono passeggeri, sorgono molte domande che hanno a che vedere con la vita della società; e, allo stesso tempo, si consolida la percezione che ci troviamo non tanto davanti a una "crisi", ma ad una "svolta epocale".

Da qui il grande interrogativo: "come lavorare?"

È, in tutti i casi, evidente che la questione sociale oggi è l'impiego. Da qui si evince quindi l'importanza del binomio educazione e lavoro; il che non significa "scuola di nozioni" e "erudizione", ma "abilitazione al lavoro", rispettando etica, identità e finalità della persona umana, dentro le nuove tecnologie.

Nel corso, fra tanti temi, si approfondì la relazione: stato, cittadino e società. (P. Nestor Eckert scj, professore di Sociologia); e cittadinanza e trasformazione sociale (Jarbas Brandini Dutra, assistente ecclesiastico dei laici della Conferência Nacional dos Bispos do Brasil), che sottolineò, con competenza, l'importanza d'una formazione integrale e integratrice della persone umane, tanto a livello logico-razionale, come intuitivo-emotivo e prattico-operativo, in tutta la nostra azione evangelizzatrice.

Si presentarono proposte alternative al modello neoliberale, che furono discusse, e, fatta una sintesi, saranno inviate ai partecipanti del corso.

Molto importanti sono state le visite:

- a Guará (opera di Frate Hans, per il ricupero dei drogati e ammalati de AIDS);

- a São José dos Campos (Associazione di Protezione e Assistenza a carcerati condannati). In esse abbiamo constatato come l'esperienza vissuta della misericordia e della solidarietà, con la meditazione della Parola di Dio ed il lavoro (8 ore al giorno), è fonte di ricupero di vite distrutte...

Ci visitarono anche due professori dell'Università di Buenos Aires che ci parlarono dell'esperienza, in atto dal 1993 a Bernal - Argentina, chiamata "Red Global de Trueque = Rete Globale di Scambio". Visitammo inoltre un accampamento dei "Sem Terra = Senza Terra", una realtà e organizzazione sociale e politica molto importante ed attuale nel Brasile, appoggiata dalla Chiesa.

Alla fine del corso sulla dottrina sociale della Chiesa, un giorno intero fu dedicato alla "Spiritualità della misericordia e della solidarietà", che servì alla revisione di vita dei partecipanti. Il testo delle due conferenze, elaborate dal p. Paulo Hulse, scj, ha un buon fondamento biblico, relazionato con l'etica sociale, che potrebbe esse tradotto con profitto di tutti.

Conclusione: "Il mondo in cui viviamo non è una fatalità, e neanche il fine della storia, ma una realtà in trasformazione. I cristiani, pastori e laici, siamo chiamati a partecipare attivamente a questa trasformazione, perché sia umanizzata e in sintonia con i principi dell'etica cristiana".

(P.Franco Festa scj - AU)