JUSTITIA ET PAX NELLA PROVINCIA NE


DIAKONIA MESSA IN PRATICA DA CONFRATELLI SCJ -- Paul de Vries SCJ

Qualche tempo fa ho pregato i nostri Rettori di verificare quali attività diaconali o cose simili i membri delle loro comunità stanno svolgendo. Praticamente tutti hanno risposto alla richiesta e ne risulta che la "diakonia" è veramente una cosa sentita e vis-suta fra di noi e che la scelta preferenziale per la "diakonia" auspicata nei resoconti dei Capitoli e delle Conferenze provinciali non è rimasta lettera morta. Appare che anche un gruppo di religiosi sempre più vecchi è in grado di impegnarsi - anche se alle volte in modo piuttosto discreto - per aiutare gente in condizioni difficoltose. Si tratta di una grande varietà di attività, che talvolta impegnano una comunità nel suo insieme, ma per lo più singoli confratelli. Sono in pochi coloro che si preoccupano della teoria della "diakonia"; anche "la lotta contro strutture ingiuste" viene raramente citata esplicitamente; appare che siamo gente prammatica - come siamo stati da sem-pre - che intende assistere gente che per un motivo o per altro non ce la fa nella vita.

Quale è lo scopo di questa inchiesta? È stata fatta dietro richiesta del Consiglio provinciale. Non per dimostrare quanto siamo perfetti, ma per far sapere nella propria cerchia di confratelli cosa si sta facendo qua e là: per uno scambio di esperienze e a mo' di esempio, per farci venire in mente qualche idea o invogliare anche altri a dare il proprio apporto.

Abbiamo dunque l'intenzione di mettere a profitto i risultati della presente inchie-sta. Una mera enumerazione di attività non ha molto significato.

Sarebbe prezioso conoscere un pò meglio il "perché", cioè la motivazione per darsi ad attività similari.

Poi potrebbe essere significativo riuscire a coinvolgere di più le comunità in quello che si sta facendo: per lo meno mostrandosi interessati nel seguire vicendevolmente queste attività, ma, oltre ciò, intraprendendo insieme qualcosa in qualche campo, se possibile, o magari assicurando un soccorso materiale o di personale.

Probabilmente in occasione della prossima sessione della Conferenza provinciale si potrà discutere ulteriormente questo punto.

Ecco, cosa si fa nella nostra Provincia.

Dapprima bisogna costatare che nella nostra Provincia non è più il caso di parlare di progetti diaconali della Congregazione come tale. Fino a poco fa la Provincia era strutturalmente coinvolta, con risorse sia di personale che economiche, nella Casa di Accoglienza di persone in difficoltà a Delft e nella Fondazione "Het Kasteel" (per i nomadi nella città) di Nimega. In questo momento è rimasto un legame puramente amministrativo: uno o più membri dell'amministrazione vengono nominati dalla Con-gregazione; e il p. Jan Eijkman è rimasta solo a collaborare effettivamente nella casa d'accoglienza di Nimega.

In un certo senso il Centro Diaconale di Altforst forma una eccezione. Questo Centro (che fa capo alla comunità di Altforst) è un'iniziativa di alcuni confratelli nella cura pastorale e ha per scopo di accompagnare volontari attivi nella diaconia. Inoltre presta attenzione a gente che è colpita dalla sforzata liquidazione di attività nella campagna tra i fiumi Mosa e Waal. Questo Centro non ha alcun nesso amministrativo o strutturale con la Congregazione, però cerca di comunicare la spiritualità Dehoniana alla gente di oggi.

Come abbiamo già detto, queste attività diaconali sono per lo più fatte a titolo per-sonale. In qualche caso una comunità è coinvolta: economicamente o aiutando in sup-plenza in caso si bisogno.

Risulta che i confratelli che ricoprono una funzione ufficiale nella Chiesa (in una diocesi, decanato o parrocchia) stanno stimolando una politica della "diakonia" nel-l'ambito della loro funzione. Ad esempio nella diocesi di Rotterdam si segnala una preoccupazione particolare per i diritti degli allogeni; a Breda, a Delft e a Steenbergen per i disoccupati; nella regione della Peel (comunità di Rips e di Helmond) per gli al-levatori di porci e per i molto anziani abbandonati alla solitudine. A Prinsenbeek si presta molta attenzione alla problematica del Messico (a causa dell'interscambio: il gemellaggio pastorale in atto tra la diocesi di Breda in Olanda e quella di Tehuantepec nel Messico).

La maggioranza dei confratelli però non ha più un posto officiale nel lavoro pasto-rale oppure lavorano all'interno della Congregazione. Di questo grande gruppo appare che molti s'impegnano come volontari con gente che ha bisogno di aiuto per qualsiasi motivo.

Spesse volte si cita la preoccupazione per gli infermi, gli handicappati e gli anzia-ni, ad esempio a Asten e a Delft. Partecipazione/collaborazione nelle attività del "Zonnebloem" (Girasole) che comportano varie attività in comune organizzate a favo-re di malati cronici,: passatempo, ritiri, gite..., o come accompagnatori / barellieri nei pellegrinaggi di malati o durante le vacanze che si fanno sui fiumi, in navi attrezzate specialmente a questo fine.

A Delft si fa accoglienza di persone che vivono isolate, nei pomeriggi domenicali, e esiste una associazione per anziani alla quale confratelli danno una collaborazione.

Dalla comunità di Cadier en Keer si dà collaborazione alla attività fisioterapica in una casa di cura.

La comunità dell'Aia enumera l'accompagnamento di malati di HIV e di SIDA: si tratta di volontariato diretto presso i malati e della presidenza della Consulta perma-nente dei Religiosi a favore dei malati di SIDA.

Ci sono anche altre cause per cui individui possono trovarsi in grosse difficoltà. E-siste una fondazione nazionale dei religiosi per assistere sacerdoti e religiosi in diffi-coltà (SPA, che è l'erede della sciolta fondazione CAPER); un padre SCJ è della dire-zione.

Poi quelli che vivono con una sovvenzione accordata dal governo o dal comune: si tratta di iniziative intese a aiutare questa gente a cavarsela da soli. Questo tipo di assi-stenza veniva indicata dalla comunità West-Brabant. Accanto a questo vi è "l'aiuto allo sportello", che è un'attività abbastanza recente, intende aiutare gente che si sente poco pratica nel mondo burocratico; si svolge dietro gli sportelli. Di fatti sono gli stessi impiegati a fare appello ai volontari per poter dare un aiuto anche per problemi sociali che stanno alla radice di certe "povertà".

La comunità di Breda (provincialato) si è offerta al servizio sociale del comune per aiutare con danaro nei casi in cui la stretta osservanza delle regole non permette di accordare una sovvenzione.

I nomadi che s'aggirano per la città di Nimega possono trovare accoglienza (24 ore su 24), e per un numero limitato anche alloggio, nell'asilo "Kasteel", ma anche nella fondazione "Kruispunt"(= incrocio) a Nimega ed a Arnhem: un confratello vi è impe-gnato intensamente. A Bergen op Zoom si sta preparando una collaborazione delle varie chiese con il comune, un'iniziativa B-B-B (= letto, bagno, pane).

A l'Aia esiste un "Centro di Riflessione" o di Silenzio, nella city, dove ognuno può liberamente entrare per trovare informazione, silenzio, riposo, o una persona che ti dà ascolto.

Ugualmente all'Aia, giovani scarcerati trovano chi li accompagna nella fondazione "Exodus", alla quale la comunità SCJ dà un contributo finanziario.

Profughi e persone in cerca di asilo: si chiede un più grande coinvolgimento per accompagnarli nella loro integrazione nella società olandese e per promuovere nella popolazione olandese la volontà di accettarli. Alcuni confratelli della comunità We-stbrabant operano attivamente in questo settore.

Infine ci sono le varie attività "senza frontiera", in una prospettiva mondiale: col-laborazione ai posti di vendita di prodotti alternativi provenienti dai paesi in via di sviluppo ("Wereldwinkel"), e raccogliere indumenti per la campagna per "Gente biso-gnosa"

La conoscenza e l'abilità, acquisiste grazie all'attività svolta nel passato, possono dar luogo ad attività utili in questo momento. Confratelli che hanno trascorso una vita nell'America Latina frequentano adesso gente di lingua spagnola: gruppi di donne, detenuti (a Rotterdam).

Un esempio un po' speciale è quello dell'ex-professore di Storia che, in età molto avanzata, continua a dare corsi nella sua disciplina a disoccupati (Amsterdam).

Dietro tutta questa enumerazione di attività stanno confratelli. Qui non vengono chiamati per nome: non vorrebbero che lo si faccia. Comunque i nomi sono conosciuti a me e se volete essere informati ulteriormente su delle attività che stanno svolgendo o consultarvi un po' con un "collega", basta contattarmi.

Ovviamente non ho potuto essere completo. Le attività qui elencate sono quelle che mi hanno segnalate e che - a mio giudizio - hanno quella "peculiarità" di far veni-re un'idea e dar uno spunto ad altri per fare qualcosa anche loro.

  


DIAKONIA" MISE EN PRATIQUE PAR LES CONFRÈRES SCJ -- Paul de Vries SCJ

Il y a quelque temps que, j'ai prié nos recteurs de vérifier les activités diaconales et autres semblables que les membres de leurs communautés réalisent. Tous pratique-ment ont répondu à la demande. Il en résulte que la "diakonia" est vraiment une chose sentie et vécue parmi nous; que le choix préférentiel pour la "diakonia" recommandé dans les comptes-rendus des Chapitres et des Conférences n'est pas resté lettre morte. Il semble même qu'un groupe de religieux toujours plus vieux est en mesure de s'en-gager à aider les personnes en difficultés même si quelquefois cela reste discret. Il s'agit d'une grande variété d'activités en mesure parfois d'engager tout une commu-nauté, mais qui n'intéresse souvent parmi les confrères que quelques individus. Ils sont peu, ceux qui se préoccupent vraiment de la théorie de la "diakonia". De même pour "la lutte contre les structures injustes" qui n'est explicitement citée que rarement. Nous sommes pour ainsi dire des personnes pragmatiques - comme nous l'avons tou-jours été! - qui veulent assister les gens qui, pour un motif ou l'autre, n'en peuvent plus dans la vie.

"Quel est le but de cette enquête?" se demandait le Conseil Provincial. Ce n'est pas que nous soyons parfaits; nous voulons seulement faire savoir au cercle des confrères ce que nous sommes en train de faire çà et là. C'est aussi pour un échange d'exp-érience qui, en tant que simple exemple, voudrait suggérer en d'autres l'idée et l'envie d'apporter leur part.

Nous avons donc l'intention de mettre à profit les résultats de la présente enquête. Et comme une simple énumération d'activités ne signifie pas grand-chose, il est sans doute précieux de connaître un peu mieux le pourquoi, c'est-à-dire la raison profonde d'une donation de soi dans pareilles activités.

Il sera ensuite peut-être significatif de pousser plus d'une communautés à s'engager dans ce qui se fait: sinon à entreprendre ensemble quelque chose dans un domaine précis, du moins à se s'intéresser mutuellement aux activités des unes et des autres, et si possible fournir un secours matériel ou de personnel.

On pourra discuter de ce point ultérieurement, probablement à l'occasion de la pro-chaine session de la Conférence Provinciale.

Venons-en à ce qui se fait dans la Province.

En tout premier lieu, il faut constater que dans la Province, on ne parle plus de projet diaconal de la Congrégation en tant que tel. Depuis peu la Province s'est struc-turellement engagée, que ce soit en ressources de personnel ou économiques, dans la Maison d'accueil des personnes en difficultés à Delft et dans la Fondation "Het Kas-teel" (pour les nomades en ville) de Nimegen. Pendant ce temps, un lien purement administratif demeure: un ou plus d'un membres de l'administration sont nommés par la Congrégation; et le p. Jan Eijkman est resté seul à collaborer effectivement dans la Maison d'accueil de Nimegen.

Le Centre Diaconal d'Altforst est en quelque sorte une exception. Ce Centre (qui appartient à la communauté d'Altforst) est une initiative de quelques confrères en-gagés dans la pastorale; son but est d'accompagner des volontaires engagés dans la "diakonia". D'autre part il prête attention à des personnes touchées par la liquidation forcée des activités causée par les fleuves Mosel et Waal dans la campagne. Ce Centre n'a aucun lien administratif ou structurel avec la Congrégation. Toutefois elle cherche à communiquer la spiritualité dehonienne aux hommes d'aujourd'hui.

Comme nous l'avons déjà dit, ces activités diaconales sont pour la plupart faites à titre personnel. Quelquefois une communauté est engagée économiquement ou donne son aide pour suppléer en cas de nécessité.

Il en ressort que les confrères qui ont une charge officielle dans l'Église (en diocèse, doyenné ou paroisse) sont en train de stimuler une politique de la "diakonia" là où ils travaillent. A titre d'exemples, l'on remarque une préoccupation particulière dans le diocèse de Rotterdam pour les droits des allogènes; à Breda, à Delft et à Steenbergen pour les chômeurs; dans la région de la Peel (communauté de Rips et de Helmond) pour les éleveurs de porcs et pour des personnes âgées abandonnées à la solitude. A Prinsenbeek on est très attentif au problème du Mexique (à cause de l'échange mutuel c'est-à-dire le jumelage pastoral qui se fait entre le diocèse de Breda en Hollande et celui de Tehuantepec au Mexique).

Mais, la majorité des confrères n'a plus de poste officiel dans le travail pastoral, tout au plus, ils travaillent à l'intérieur de la Congrégation. De ce grand groupe il ap-paraît que beaucoup s'engagent comme volontaires avec des personnes qui ont besoin d'aide pour quelque raison que ce soit.

Assez souvent on cite la préoccupation pour les malades, les handicapés et les per-sonnes âgées, comme à Asten et à Delft. Participation/collaboration dans les activités du "Zonnebloem" (Tournesol) qui comporte diverses activités organisées en faveur des malades chroniques: passe-temps, retraites, excursionÉ, ou comme accompa-gnateurs / brancardiers dans les pèlerinages des malades ou durant les vacances qui se font sur les fleuves, en bateaux équipés spécialement à cette fin.

A Delft il y a l'accueil des personnes qui vivent isolées . Cela a lieu dans les après-midi de dimanche. Il existe aussi une association des personnes âgées qui bénéficie de la collaboration des confrères.

La communauté de Cadier à Keer collabore à l'activité physiothérapique dans une maison de soins.

La communauté de Aia accompagne les malades de HIV et de SIDA. Il s'agit du volontariat direct auprès des malades et de la présidence de la consultation perma-nente des religieux en faveur des malades de SIDA..

Il y a aussi d'autres causes pour lesquelles les individus peuvent se trouver en gros-ses difficultés. Il existe une fondation nationale des religieux pour aider les prêtres et les religieux en difficultés (SPA qui est l'héritière de la fondation CAPER aujourd'hui dissoute). Un père SCJ en est directeur.

Mentionnons aussi ceux qui jouissent d'une subvention accordée par le gouverne-ment ou la commune. Il s'agit d'une initiative destinée à aider ces personnes qui se débrouillent toutes seules. Ce genre d'assistance était sous l'égide de la communauté West-Brabant. A coté de cela il y a "l'aide aux guichets", activité assez récente dont le but est d'aider les personnes qui se sentent peu pratiques dans le monde bureaucrati-que. De fait ce sont les mêmes employés qui font appel aux volontaires pour pouvoir aussi donner une aide pour les problèmes sociaux qui sont la racine de certaines pau-vretés.

La communauté de Breda (provincialat) s'est offerte au service social de la com-mune pour aider financièrement dans les cas où la stricte observation des règles ne permet pas d'accorder une subvention.

Les nomades qui déambulent dans les cités de Nimegen peuvent trouver accueil (24 H sur 24), et pour un nombre limité, hospitalité dans l'asile "Kasteel" ainsi que dans la fondation "Kruispunt" (= carrefour) à Nimegen et à Arnhem. Un confrère y est intensément engagé. A Bergen op Zoom on est en train de préparer une collaboration dans les différentes Églises avec la commune. Cette initiative est baptisée B-B-B (= lit, bain, pain).

À Aia il existe un "Centre de réflexion" ou de silence en cité. Chacun peut y entrer librement pour avoir information, silence, repos et une personne pour l'écouter.

Toujours à Aia, les jeunes libérés de prison trouvent quelqu'un pour les accompa-gner dan la fondation "Exodus" aidée financièrement par la communauté SCJ.

Par rapport aux réfugiés et personnes en recherche d'asile, notons l'engagement de plus en plus notoire pour les accompagner dans leur intégration dans la société hol-landaise et promouvoir dans la même société une volonté de les accepter. Certains confrères de la communauté Westbrabant opèrent activement dans ce secteur.

Enfin, il y a les différentes activités "sans frontière", à perspective mondiale: colla-boration aux postes des ventes de produits alternatifs provenant des pays en voie de développement ("Wereldwinkel"), collecte des vêtements destinés aux personnes en nécessité dans la campagne.

La connaissance et l'habilité acquises grâce aux activités qui se sont déroulées dans le passé peuvent donner lieu à beaucoup d'autres utiles en ce moment. Les confrères qui ont été en Amérique Latine fréquentent maintenant les personnes qui parlent es-pagnol: groupes de femmes, détenus (à Rotterdam).

Un exemple un peu spécial est celui de l'ex-professeur d'Histoire qui, tout âgé qu'il est, continue à donner des cours d'Histoire aux chômeurs (Amsterdam).

Derrière toute cette énumération d'activités, il y a des confrères dont les noms ne sont pas cités. Ils ne le désirent d'ailleurs pas. Toutefois leurs noms sont connus de moi. Pour plus d'informations ultérieures sur les activités qui se déroulent ou pour éventuel besoin de consulter l'un ou l'autre, il vous suffira de me contacter.

Je n'ai évidemment pas pu être exhaustif. Les activités énumérées ici sont celles qui m'ont été signalées et qui &endash; à en juger par moi - ont cette particularité d'inspirer et de provoquer les autres à faire quelque chose eux aussi. 



 

Diakonia Put in Practice by SCJ confreres -- Paul de Vries SCJ

Awhile ago I asked our superiors what kinds of service activities and the like were being done by members of their communities. Almost every one of them responded to my request with the finding that "service" is something felt and lived among us. The option "to serve", put forth as something desirable in the accounts of provincial chapters and conferences, has not turned out a "dead letter". It seems that even an aging group of religious are capable of getting involved in helping people in difficult circumstances, even though sometimes within certain limitations. The kinds of activities are greatly varied and sometimes the entire community gets involved. Most of the time, it is a single individual. Those who are caught up in the theory of "diaconia" are very few as are those who "war against unjust structures". It seems that we are pragmatic, as always, and simply wish to help those who for one reason or another can't make it.

What was the purposes of the study? It was done at the request of the provincial council, not to show that we are perfect but to make us aware within our own circle what we are actually doing. We also wanted an exchange of experiences and models to stimulate thinking and to tempt others to give their assistance. Our intent is to share the findings for the benefit of all. Just listing numbers is not useful; more useful would be to know the motives, the "why and wherefore". This could lead to imitation.

Also meaningful would be success in getting the communities more involved in what is happening. A minimum success would be in becoming interested in each other's activities; greater success would be obtained in doing some things together in a certain field, or at least in providing assistance with materials or personnel. On the occasion of the next session of the provincial conference we may be able to discuss this point more fully.

Now, what's happening in the province? First, here's an admission that we can no longer speak of service projects of the Congregation as such within our province. Up to a short while ago, the structures of the province were engaged, with both material and manpower resources, in the hostel for people in difficulty at Delft and in the "Het Kasteel" foundation in Nijmegen (for homeless people). At this point, the only involvement we have is a purely administrative one: one or the other person is named to the administration by the province; Fr Jan Eijkman alone works at the hostel in Nijmegen.

In a certain sense, the Service (or diakonia) Center of Altforst constitutes an exception. This center, which has its headquarters in the community of Altforst, is an undertaking begun by some brethren with pastoral responsibilities. Its purpose is to provide guidance for active service volunteers particularly to help the people who have been dispossessed by the forced liquidation of farmland between the Mosel and Waal rivers. This Center has no structural or administrative connection with the Congregation, though it seeks to share Dehonian spirituality with the people.

As we noted above, these service activities are mainly personal. Once in awhile, a community is involved, either financially or with supply personnel in the event of need.

One of the effects has been the rediscovery of an official function of the Church (in a diocese, or deanery, or parish). These men have been injecting a policy of diakonia in the area where they work. In the diocese of Rotterdam, for example, people have become conscious of a particular preoccupation for the rights of the homeless; in Breda, Delft, and Steenbergen, for those without work; in the area of Peel (where the Rips community and that of Helmond is found) for the cattlemen and the many aged people left alone. Much attention is begin given to Mexico at Prinsenbeek (due to the sharing and "twinning" between the dioceses of Breda, Holland and Tehuantepec, Mexico).

The great majority of brothers no longer hold some official pastoral responsibility or have some job within the province. From this large number come the volunteers who work with those who have some kind of need.

Frequently, people speak about attention given to the sick, to the handicapped and aged, particularly at Asten and Delft. There is the participation and collaboration in the "Sunflowers", a group which organizes group activities for the chronically ill: hobbies, retreats, excursionsÉor as aids and stretcher-bearers on pilgrimages for the sick, or on vacations along the rivers, or on especially equipped ships.

At Delft, hospitality is provided on Sunday afternoons for persons who live alone. There is also an association for the elderly to which our men provide collaboration.

At Cadier en Keer, our men assist in physiotherapy at a clinic.

At The Hague, the religious there are involved with those who have HIV and AIDS. Direct voluntary assistance is given the ill; additionally there is the service provided by the presidency over the Permanent Council of Religious on Behalf of AIDS Victims. There are other kinds of problems in which people can find themselves. There is a national foundation of religious for the assistance of priests and religious with problems (SPA, successor to the disbanded CAPER). An SCJ is part of the administration.

Some people live on a pension granted by the government or town; these people need assistance in getting by with it by themselves. Such kinds of assistance are given by the community in West Brabant. A parallel service called "Teller Window Service" has recently been developed; it is assistance for dealing with the kind of bureaucracy which takes place behind "teller windows". In actual fact, it has been the bureaucrats who have asked for volunteers to give a hand in dealing with certain social problems which lay at the root of some kinds of poverty.

The community at Breda (provincialate) has offered to assist the town with money for those cases in which strict legal observance of civil law does not permit it to grant aid.

The homeless people of Nijmegen can find hospitality twenty-four hours of the day at the "Kasteel" shelter, and a limited number can also find lodging. This is true also for the "Kruispunt" (Crossroads) shelter at Nijmegen and at Arnheim where one of our men is very actively involved. At Bergen op Zoom, a number of churches are working with the town government to get a BBB (bed, bath, and bread) undertaking started.

The Hague has a "Meditation or Silence Center" in the city where anyone can freely enter to obtain information, silence, rest, or a listener.

The Hague also has a Exodus foundation where young people released from prison can obtain guidance; the SCJ community helps with financial assistance.

Refugees and persons seeking asylum have greater need for assistance in learning how to integrate in Dutch society; and the Dutch people need assistance in learning to accept such people. Certain people from our West Brabant community are actively engaged in this area.

Finally, there are various activities "beyond the borders", with a world-wide scope; assisting sellers of alternative products which come from developing countries, and collecting old clothing for needy people.

The "know-how" and skills acquired during activities done in the past are helpful for the present. Religious who spent time in Latin America assist Latinos: women, prisoners (Rotterdam). One particular case is that of a onetime history professor who continues to teach his discipline to the unemployed at Amsterdam despite his very old age.

Beyond all this activity there are still others. They are not mentioned here nor do they wish to be known by name. I know them. If you want more information about what they do or wish to consult a colleague, you can contact me.

It was not possible to describe everything. The activities listed here are those brought to my attention and which, in my judgment, can stimulate thinking and encourage others to do something too.


"JUSTITIA ET PAX" NA PROVINCIA HOLANDESA
  
 'DIAKONIA' POSTA EM PRÁTICA POR CONFRADES SCJ

Algum tempo atrás pedi aos Reitores para verificarem quais atividades 'diaconais' ou coisa parecida os membros de suas comunidades desenvolviam. Praticamente todos responderam ao pedido e resultou que a 'dia-konia' é realmente uma coisa sentida e vivida entre nós e que a opção preferencial pela 'diakonia' proposta pelos Capítulos e Conferencias Provinciais não ficou letra morta. Ficou evidente que um grupo de religiosos, sempre mais idoso, está em condições de se empenhar - embora às vezes de modo discreto - em ajudar pessoas em difi-culdade. Trata-se de uma grande variedade de atividades, que às vezes empenha uma comunidade como todo, mas, na maioria das vezes, confrades individualmente. São poucos os que se preocupam em teorizar sobre 'dia-konia', também "a luta contra estruturas injustas" raramente é citada explicitamente; fica evidente que somos gente pragmática - como sempre fomos - que pretende ajudar pessoas que por uma razão ou outra não vivem di-gnamente.

Qual o objetivo desta pesquisa? Foi feita a pedido do Conselho Provincial. Não para demonstrar quanto se-jamos perfeitos, mas para informar o próprio grupo dos confrades sobre o que se faz aqui e ali, para uma troca de experiências e como exemplo, para que nos venha em mente alguma ideia ou provocar outros a darem sua con-tribuição.

Nossa intenção é por a disposição os resultados da presente pesquisa. Uma mera enumeração das atividades não tem muito significado. Seria ótimo conhecer um pouco mais o "por quê", isto é, a motivação para se dedicar a tais atividades.

Também seria significativo conseguir envolver mais a comunidade no que se faz: pelo menos mostrando-se interessada em acompanhar reciprocamente tais atividades, mas além disso, empreender juntos alguma coisas me algum campo, se possível, ou mesmo assegurando uma ajuda material ou de pessoal.

Provavelmente por ocasião da próxima conferência Provincial se poderá discutir mais profundamente esse ponto.

Eis o que se faz em nossa Província.

Inicialmente é preciso constatar que em nossa Província não é mais possível de se falar de projetos "diaco-nais" da Congregação, como tal. Até pouco tempo a Província estava envolvida como estrutura, com recursos, tanto de pessoal como económicos, no Abrigo para pessoas em dificuldade em Delft e na Fundação "Het Kaste-el" (para os sem teto da cidade) de Neimegen. Agora resta só um vínculo puramente administrativo: um ou mais membros da administração são nomeados pela Congregação, e Pe. Jan Eijkman é o único a colaborar efetiva-mente na Casa de Acolhimento de Neimegen.

Num certo sentido, o Centro Diaconal de Altforst é uma exceção. Este centro (dirigido pela comunidade de Altforst) é uma iniciativa de alguns confrades na pastoral e tem por finalidade acompanhar voluntários. Além disso acompanha pessoas sem trabalho nos campos entre os rios Mosa e Waal. Este centro não tem nenhum vín-culo administrativo ou estrutural com a Congregação, porém procura transmitir a espiritualidade dehoniana à gente, hoje.

Como já dissemos, estas atividades diaconais são as mais das vezes feita a título pessoal. Em alguns casos uma comunidade é envolvida, economicamente ou na substituição de alguém em caso de necessidade.

Observa-se que os confrades que exercem uma função oficial na Igreja (em uma diocese, decanato ou paróquia) estão estimulando uma política da "diakonia" no âmbito de suas funções. Por exemplo, na Diocese de Roterdão nota-se uma preocupação especial com os direitos dos sem teto; em Breda, Delft e Steenbergen com os desempregados; na região de Peel (comunidades de Rips e Helmond) com os criadores de porcos e muitos idosos abandonados na solidão, Em Prinsenbeek se está tento aos problemas do México (por causa da colaboração pastoral entre as dioceses de Breda na Holanda e a de Tehuantepec no México).