È annegato guadando un fiume in piena con alcuni malati
Da "Avvenire", 02.02.2001
Maputo. È stato portato via dalle acque in piena del fiume Nipiode con la partoriente e un bambino che stava tentando di portare in ospedale. Padre Pietro De Franceschi, 63 anni, padovano, è scomparso così in Mozambico. Padre Pietro è ormai considerato morto dai suoi confratelli dehoniani e dai familiari.
Secondo testimonianze raccolte dall'agenzia Misna, padre De Franceschi era partito martedì da Pebane, sulla costa dell'Oceano indiano, trasportando sul suo Land Cruiser alcuni malati gravi: la più a rischio, una donna prossima al parto.
Doveva raggiungere l'ospedale di Mocuba, distante oltre 200 chilometri, dove lavora da oltre un anno, come volontaria, una sua nipote, la dottoressa Lucia De Franceschi. Giunti in riva al Nipiode, presso Mocubela, alle 6.30 ha trovato il ponte sommerso dall'acqua. In queste settimane la regione centrale di Zambezia (dove le vittime sono ormai dieci) e il distretto di Maganja da Costa, sono colpiti da violenti nubifragi che rischiano di riproporre la drammatica situazione di un anno fa quando un terzo del Mozambico era stato sommerso dalle acque del Save e del Limpopo.
Il sacerdote ha atteso che il livello del fiume calasse, ma verso le 14.30, vista la situazione di emergenza della donna incinta, ha deciso di affrontare il passaggio, con l'acqua che sovrastava ancora il ponte di circa 80 centimetri. Alcuni dei passeggeri sono stati fatti scendere: sono rimaste in auto con il missionario, oltre alla donna, altre cinque persone tra cui un bambino. Dopo alcuni metri il fuoristrada ha però battuto contro un pilastrino di segnalazione del limite del ponte, completamente sommerso dalle acque. Il piccolo sobbalzo è bastato per far perdere il controllo del mezzo che è stato portato via dalla corrente. Le quattro persone, che avevano preso posto sul cassone posteriore, si sono salvate, aggrappandosi alle canne che spuntavano dal pelo dell'acqua. Il ragazzo e la donna sono invece scomparsi (il corpo di quest'ultima sarebbe stato recuperato ieri sera). Il missionario è riuscito ad aprire la porta e ad uscire; l'hanno visto emergere per tre volte dall'acqua, ma poi è scomparso. Ieri tre suoi confratelli dehoniani (P. Toller, P. Capoferri, P. Matti) e la nipote [Dottoressa De Franceschi nella questa fotografia ] sono giunti a Mocubela dove non sono ancora state interrotte le ricerche...
Nato a Trebaseleghe (Padova) il 29 aprile 1937, "padre Piero", come era conosciuto da tutti, aveva emesso la sua prima professione tra i Sacerdoti del S. Cuore di Gesù (Dehoniani) nel 1960, per essere ordinato sacerdote il 26 giugno 1966. Era partito per il Mozambico, dove, alcuni anni fa, fu anche sequestrato dai ribelli, poco tempo dopo. Voleva dedicarsi agli ammalati e per farlo aveva ottenuto il diploma di infermiere. Due suoi fratelli sono missionari, uno in Turchia e l'altro in Egitto.
Il suo entusiasmo ha coinvolto anche la nipote, Lucia De Franceschi, che esercita come volontaria nell'ospedale di Mocuba da oltre un anno. Sua è questa testimonianza che l'agenzia stampa dei missionari ha stralciato da una lettera ai familiari, scritta non appena saputa la notizia della morte.
"Vedo il ponte e il fiume… quante volte ci sono passata con lui sul Land Cruiser… quel ponte che avevo sempre paura di passare. Ma lui diceva che "bastava guardare fisso quei due o tre pilastrini di segnalazione e tirare diritto".
Davvero ha amato la sua gente, la sua Pebane, fino all'ultimo ha portato su di sé il peso di questa realtà di frontiera, isolatissima dal resto del mondo. Lui lo sceglieva giorno dopo giorno di restare lì, di servire quella gente, quella minoranza di cristiani e quell'abbondante parte di musulmani che senz'altro non riempivano la chiesa, ma che mai si sono tirati indietro nel dargli una mano per la maternità, o per comprare latte per i bambini malnutriti. È per questo zietto che devo dirti grazie. Perché mi hai mostrato un modo di vivere la missione diverso da quello che mi immaginavo nei miei sogni di bambina, ma vero, della vita e non delle parole…".
From Avvenire 02.02.2001
Maputo. He was carried away by the swollen Nipiode River along with a pregnant woman and an infant he was transporting to the hospital. Fr. Pietro De Franceschi, 63 years old, from Padova, is lost in Mozambique. Fr. Pietro is presumed dead by his fellow scjs and family.
According to testimony gathered by Misna, Fr. De Franceschi had left Pebane, which is along the Indian Ocean, early in the morning taking some serious ill people in his Land Cruiser. At greatest risk was a young pregnant woman about to give birth.
He was taking them to the hospital in Mocuba ,a distance of about 200 kilometers (124.27 miles), where for more than a year his nice, Dr. Lucia De Franceschi, worked as a volunteer. When he arrived at the Nipiode River not far from Mocubela at about 6:30 AM he found the bridge submerged underwater. During the week the region of central Zambezi, and the district of Maganaja da Costa had experienced violent downpours (which already had claimed 10 victims) almost a repeat of the dramatic situation of one year ago when a third of Mozambique was under water from the Save and Limpopo Rivers.
The priest waited for the river level to subside, but abound 2:30 PM the pregnant woman's situation demanded action so he decided to try crossing while the water covering the bridge was at about 80 centimeters (31.5 inches). Some of the passengers chose not to cross those remaining in the Land Cruiser besides the sick woman were five others, including the infant. After traveling a short distance he hit a pillar of a speed sign completely submerged under water. That small jolt was enough for him to lose control pushing the Land Cruiser into the river. The four persons standing in the truck bed were able to save themselves by hanging onto reeds sticking out of the water. The infant and the women were lost (her body was recovered yesterday evening). The missionary was able to open the door of the Land Cruiser and get out. He was seen surfacing in the water three times, but then was lost. Yesterday three of his fellow scjs (Fr. Toller, Fr. Capoferri, and Fr. Matti) and his niece [Dr. De Franceschi pictured here in this photo] traveled to Mocubela where they are awaiting the outcome of the search.
Born at Trebaseleghe (Padova) on April 29, 1937, "Padre. Piero" as he was known by all, after making his first profession as a Priest of the Sacred Heart (Dehonians) in 1960, was ordained a priest on June 26, 1966. He soon left for Mozambique. A few years latter he was abducted by the rebels for a short time. He wanted to dedicated himself to the sick and obtained a diploma as an infirmarian. Two of his brothers are also missionaries one in Turkey and the other in Egypt.
His enthusiasm led his nice, Lucia De Franceschi to volunteer her services over a year ago at the hospital in Mocuba. This is born out in a letter to his family excerpted in a mission publication.
"I see the bridge and the river.... many times I have crossed it in the Land Rover.... crossing this bridge always brings fear. But they've told me: 'watch out for the two or three signs and then its a straight shot.'
It's true I love the people of Pebane, up until now they have been able to be themselves isolated as they are from the rest of the world. Day after day I chose to stay here and serve these people, those who are members of the Christian minority, and those who come from the Muslim majority, who certainly don't fill the church, but are always willing to give a hand at the maternity clinic, or to buy milk for some malnourished child. For these aunties I must truly give thanks. Because they have shown me how to live my life as a missionary which is so different from what I ever imagined, or dreamed of as a child, but is oh so true to life."