Il telefono squilla e subito il chiamato risponde con una voce che conserva ancora molte tracce della sua origine olandese. In sottofondo si sente la musica.
"Lei mi coglie mentre sto lavorando al mio ultimo progetto", dice P. Herman Falke, SCJ, parlando dal suo studio in Ottawa.
Appare subito chiaro che raramente si può cogliere P. Herman che non stia lavorando a qualcuno dei suoi progetti, o non stia dedicandosi al ministero parrocchiale (è parroco di due parrocchie) o all'insegnamento. Naturalmente, adesso è in pensione, perciò il suo impegno è più leggero di quanto non fosse pochi anni fa, quando era anche insegnante e assistente spirituale in una scuola superiore.
A 70 anni, P. Herman continua a fare ciò che ha fatto per diversi anni: un po' meno, ma di tutto. Originario dell'Olanda, venne in Canada nel 1952 come seminarista. Fu ordinato sacerdote nel 1954.
L'arte ha occupato un posto importante nella sua vita fin dai primi ricordi di P. Herman. Uno dei suoi primi superiori gli aveva perfino suggerito di dedicarsi all'arte a tempo pieno. Ma lui non intendeva dedicare tutte le sue energie a questa singolare passione.
"Ho sentito due chiamate - dice - è una bella combinazione essere un artista-sacerdote , un artista-insegnante". Il suo ministero spesso favorisce ed ispira la sua arte. "Per me è sempre stata la cosa migliore non dedicare tutta la mia vita all'arte soltanto; le altre cose, il mio ministero favoriscono la maturazione della mia personalità e mi aiutano in ciò che creo".
Questo fatto è apparso soprattutto evidente quando andò in Uganda nel 1966. Volontario del governo canadese, in un programma simile al Corpo di Pace degli Stati Uniti, P. Herman si applicò ad imparare l'arte africana, servendo come cappellano in una scuola cattolica per sei anni. "L'immersione in questo ambiente africano ha cambiato il mio modo occidentale di valutare e di ricreare la vita" disse. "Mi ha insegnato ad essere aperto ad una cultura diversa e non semplicemente ad imprimervi lo stile artistico dell'Occidente".
Di fatto l'esperienza ugandese servì a rinnovare la sua arte. Fu come l'inizio di uno "zampillo artistico… che portai con me nel Canada di oggi", scrisse in Spirito e Vita nella Scultura, un libro pubblicato l'anno scorso da P. Herman. In esso troviamo foto delle sue opere di scultura e pittura degli ultimi 30 anni. Molte delle foto sono state fatte dal fotografo della National Art Gallery del Canada.
Il libro presenta diverse meravigliose pitture a colori, principalmente degli anni d'Africa. Tuttavia è la scultura che P. Herman preferisce. Egli usa una grande varietà di materiali, tra cui il legno e la ceramica e dice che è stata una sfida con se stesso che lo ha portato alla scultura. "Posso fare un quadro in pochi giorni, ma una scultura richiede settimane per essere completata" dice. "La scultura richiede uno sforzo fisico e una sfida maggiori che non la pittura".
Molte delle sue sculture e dei suoi lavori in legno sono state commissionati da altri. Negli ultimi dieci anni, ha fatto sette serie di Stazioni della Via Crucis. "Questo è un progetto impegnativo" dice, aggiungendo che ha impiegato almeno 5.000 ore per la produzione delle sette serie. "Sono 14 rappresentazioni diverse l'una dall'altra, ma devono formare un tutto organico. Penso di aver migliorato dopo ogni serie, ma rimane comunque un lavoro impegnativo".
Una delle sue opere preferite fa parte di una di queste serie; si tratta della "Agonia di Gesù nel Giardino degli Olivi: seconda stazione". "Penso che sia stata una bella rappresentazione della figura di Cristo", dice.
Molte di queste serie sono state fatte per le chiese dell'area di Toronto. Ha ricevuto anche commissioni da parte di scuole. "Molte volte sono stato contattato per uno studente morto tragicamente", dice. "La scuola vuole che venga fatto una specie di monumento funebre e per questo chiede il mio aiuto"
L'anno scorso, la St. Paul University di Ottawa gli commissionò un'opera in legno 98"x33" per commemorare il suo 150° anniversario. L'opera è stata scoperta all'inizio delle celebrazioni commemorative l'autunno scorso.
Il padre ha prodotto una grande varietà di opere artistiche e molte delle sue preferite rappresentano le persone, specialmente nel momento in cui interagiscono. "Mi diverto facendo questo" dice.
Con l'età subentra la sicurezza di poter fare ciò che vuole in campo artistico. A differenza di un giovane artista "alle prime armi", P. Herman dice di essere contento di essere "fuori del mercato. Io ho la mia pensione; non ho bisogno di vendere il mio lavoro per vivere. Così posso esprimermi come voglio. Posso essere indipendente". Un artista giovane non ha sempre questa libertà.
Ma c'è mai stato un tempo in cui ha dovuto "inchinarsi al mercato?"
"Oh sì, dice, ma è stato molto tempo fa. Adesso posso fare ciò che voglio". Egli ama la sua arte ma gode anche nel condividere la gioia della sua creazione con altri. Per anni ha fatto questo come insegnante nelle scuole superiori. Comunque non si è mai trincerato dietro una cattedra, ma ha sempre condiviso le sue conoscenze. Mentre era parroco a S. Giovanna d'Arco, una parrocchia di Toronto, insegnava arte agli adulti in canonica "e qualche volta perfino in sacrestia": Incoraggiava i suoi parrocchiani a frequentare la scuola della parrocchia, ma accoglieva anche persone di tutte le fedi religiose.
A Toronto, P. Herman organizzava anche mostre annuali di arte su temi religiosi, come mostre sull'Antico Testamento o sulle "donne di spiritualità". Gli artisti erano invitati ad inviare opere che riguardavano il tema dell'anno.
P. Herman sta lavorando attorno ai suoi ultimi progetti in uno studio situato nella comunità SCJ di Ottawa. Chi chiama si scusa di averlo interrotto nel suo lavoro, un intaglio rappresentante Mt. Rushmore. "Oh, non si preoccupi di questo" risponde delicatamente l'artista. "Tanto questo pezzo di legno non andava bene comunque".
È la risposta rilassante di qualcuno che gode i suoi placidi giorni di pensione catturando il mondo con una sua propria tabella di marcia.