Come è stato liberato padre Beppe PIERANTONI
7-8 aprile 2002, domenica notte - lunedì mattino.
Domenica mattino, i rapitori informano padre Beppe che ormai la sua liberazione è imminente; preparata doppia razione di cibo per il pranzo e per la cena, all’una del pomeriggio, dopo pranzo, lasciano la foresta e si incamminano verso il luogo dell’appuntamento. È una marcia rapida e lunga attraverso torrenti, colline con salite ripide e discese scivolose. A sera si fermano per cenare e, dalle sette di sera fino alle due di notte, proseguono il loro cammino. Alcuni dei sequestratori non ce la fanno per la stanchezza, preferiscono ritornare sui loro passi verso la sicura foresta. Con il capogruppo e pochi altri, si marcia per avvicinarsi alla strada, dove è stato fissato l’appuntamento con la Polizia, con la quale erano state avviate le trattative per il rilascio del prigioniero. I rapitori sono molto prudenti per non incappare nei militari, che forse potrebbero sorvegliare la strada, perciò, tenendosi in contatto telefonico con la Polizia, devono fare lunghi giri prima di incontrarsi.
Finalmente verso le due del mattino, 8 aprile, avviene il contatto. Beppe viene rapidamente consegnato dai rapitori alla Polizia. Il capogruppo dei rapitori si incontra con il comandante della polizia; parlottano fra loro e si scambiano le consegne. Gli accompagnatori del rapito se la squagliano rapidamente per raggiungere al più presto la foresta.
Chiuso p. Beppe in una autoambulanza, la Polizia parte veloce per un vicino aeroporto dove, con un aereo privato, p. Beppe viene portato a Manila e consegnato nelle mani della Presidente Arroyo. Nel proclama di liberazione, il Presidente informa che, in un conflitto a fuoco, i corpi speciali della Polizia di Stato hanno liberato il prete cattolico Giuseppe Pierantoni, senza aver pagato nessun riscatto. Le Agenzie di informazione e i giornalisti si scatenano ad intervistare il prete appena liberato.
Dall’Ambasciata italiana si muove un funzionario per liberare p. Beppe da questo assedio giornalistico; portato nella casa dell’Ambasciatore italiano, finalmente può incontrarsi con i confratelli e con persone amiche.
14 aprile 2002, domenica mattino, padre Beppe Pierantoni, accompagnato da p. Rino Venturin, giunge alle 8.30, con un volo della Singapore Airlines, all’aeroporto di Fiumicino-Roma. C’erano ad attenderlo i genitori, papà Giorgio e mamma Giuseppina, la sorella Cristina, l’Ambasciatore delle Filippine presso la S. Sede e l’incaricato d’affari filippino presso il Quirinale, il rappresentante dell’Ambasciatore del Lussemburgo. In rappresentanza del Superiore generale, attualmente in Brasile, c’era un nutrito gruppo di religiosi dehoniani assieme al nostro Vicario generale.
Alle ore 12.00 è stata celebrata la Ss. Messa privata di ringraziamento; alle 13.00 pranzo di fraternità alla Casa generalizia SCJ.
15 aprile 2002, lunedì sera, c’è stata una solenne Concelebrazione, con la partecipazione dei confratelli delle comunità di Roma. Padre Beppe ci ha parlato di come ha vissuto spiritualmente il momento del sequestro e i mesi della prigionia; di come il Signore lo ha sostenuto con la preghiera del cuore e la recita del rosario, non avendo con sé né Bibbia e nemmeno il Breviario; del dialogo instaurato con i sequestratori e della fiducia reciproca instauratasi, ecc…
Dopo la cena con i confratelli delle comunità di Roma, si è avuta una lunga, ma interessante conversazione. Padre Beppe ci ha narrato, fin nei particolari, tutta la sua prigionia. P. Rino Venturin, membro del Distretto delle Filippine e uno dei protagonisti del negoziato per il rilascio del prigioniero, informa su tutti i passi fatti, i collegamenti avvenuti, le delusioni cocenti, le 9 morti annunciate dalla stampa del sequestrato…, fino alla liberazione avvenuta.
Chi fosse interessato a conoscere tutti questi pareticolari, può aprire il sito della Congregazione, dove c’è un servizio di p. Stefan Tertünte.
How Fr Beppe Pierantoni's liberation came about
7-8 April 2002, Sunday night - Monday morning.
Sunday morning, the kidnappers informed Fr. Beppe that his liberation was imminent. They prepared a double portion of food for lunch and supper; and after lunch at about 1:00 PM they headed towards the agreed upon location. Marching rapidly crossing streams and climbing and descending hills finally stopping to eat towards evening, and then from 7:00 PM until 2:00 AM they continue their journey. Some of the kidnappers who were tired out preferred to retrace their steps and return to the security of the forest. Fr. Beppe with the group leader and a few others approached the road, agreed upon with the police, during their negotiations as the spot to release their prisoner. The kidnappers were very cautious not wanting to fall into a trap so they took a very circuitous root before finally contacting the police by phone.
Around two of the morning, April 8th, contact was made and Fr. Beppe was rapidly delivered by the kidnappers into the hands of the police. The leader of the kidnappers met with the commander of the police; muttering something between them and then the exchanged was made. The kidnappers melted rapidly back into the forest. Fr. Beppe was put into an ambulance and the police swiftly drove to a nearby airport where a private plane was waiting to take him to Manila to meet President Arroyo.
In her announcement of his release the President said that the police had liberated a Catholic priest, Fr. Pierantoni, without paying any ransom. News agencies and journalists pressed in eager to interview him. A member of the Italian Embassy staff moved in to extricate Fr. Beppe from this journalistic siege and took him to the house of the Italian Ambassador, where he meet up with his fellow scjs and friends.
14 April 2002
Sunday morning, Fr. Beppe Pierantoni, accompanied from Fr. Rino Venturin, arrived in Rome at Fiumacino Airport at 8.30 AM, on a Singapore Airlines flight. Waiting to greet him were his father Giorgio and mother Giuseppina, along with his sister Cristina, the Philippine Ambassador to the Holy See, the charge d'affairs from the Philippine Embassy to Italy along with a representative of the Ambassador of the Luxembourg to the Holy See. Representing the Superior general, who is at present in Brazil, was the vicar general together with a large group of scjs from Rome. After celebrating Mass of thanksgiving at noon they joined in a festive pranzo with the communities of Rome I and II.
15 April 2002
On Monday evening, a concelebrated Mass with scjs from all over Rome was celebrated. Father Beppe spoke of how he lived spiritually during the months of his confinement. He sought the Lord's support with prayers from his heart and by saying the rosary, as he had neither a bible nor a breviary with him. In conversing with his captors he felt he built up mutual trust between them.
After the supper Fr. Beppe held a long, and interesting conversation with the community in which he recounted, the details of his imprisonment. P. Rino Venturin, a member of the District of the Philippines, who was involved in the negotiations leading to Fr. Beppe release, retraced all of the steps taken; from first learning of the kidnapping, to the many disappointments and moments of false hope, until the moment when liberation was finally at hand.
Fr. Umberto Chiarello, scj
7-8 avril 2002, Dimanche soir &endash; Lundi matin
Dimanche soir, les ravisseurs ont indiqué au P. Beppe que sa libération était imminente. Ils ont préparé une double portion de nourriture, pour le midi et pour le soir et, vers 13h00, ils se sont dirigés vers le lieu prévu. Ils marchaient rapidement, traversaient des rivières, montaient et descendaient des collines pour finalement s'arrêter le soir pour le repas. Puis, de 19h00 à 2h00, ils ont continué leur voyage. Certains d'entre eux, épuisés, ont préféré revenir sur leurs pas et retrouver la sécurité de la forêt. Le P. Beppe, accompagné du leader du groupe et de quelques autres d'entre eux, s'approchèrent de la route où, au cours de leurs négociations avec la police, ils étaient convenus de relâcher leur prisonnier. Extrêmement prudents, pour éviter de tomber dans un piège, les ravisseurs firent beaucoup de détours avant de contacter les forces policières par téléphone.
Vers deux heures du matin, le 8 avril, après la prise de contact, le P. Beppe fut rapidement remis par ses ravisseurs entre les mains de la police. Le leader du groupe rencontra le commandant des forces policières, ils échangèrent quelques mots, puis l'échange fut fait. Les ravisseurs retournèrent rapidement en forêt. Le P. Beppe fut mis à bord d'une ambulance et conduit rapidement à un aéroport tout près ou un avion privé attendait pour l'amener à Manille, où il fut présenté à la Présidente Arroyo.
En annonçant cette libération, la Présidente affirma que la police avait libéré un prêtre catholique, le P. Pierantoni, sans verser aucune rançon. Les journalistes et les agences de presse insistèrent fortement pour interviewer le P. Beppe. Un membre de l'Ambassade italienne entra pour sortir le P. Beppe de ce « siège médiatique » et l'amener à la résidence de l'Ambassadeur d'Italie où il a pu retrouver ses confrères et ses amis.
14 avril 2002
Dimanche matin, le P. Beppe Pierantoni, qu'accompagnait le P. Rino Venturin, est arrivé à Rome-Fiumicino à 8h30, sur un vol de Singapore Airlines. Son père Giorgio et sa mère Giuseppina l'y attendaient, ainsi que sa soeur Cristina, l'Ambassadeur des Philippines près le Saint-Siège, le Chargé d'Affaires philippin en Italie, ainsi qu'un représentant de l'Ambassade du Luxembourg près le Saint-Siège. Le Supérieur Général étant présentement au Brésil, il était représenté par le vice-général, accompagné d'un bon nombre de confrères de Rome. Après une Messe d'action de grâce à midi, ils se sont tous retrouvés autour d'un repas de fête avec les communautés de Rome I et II.
15 avril 2002
Le lundi soir eut lieu une concélébration solennelle avec des confrères des différentes communautés de Rome. Le P. Beppe raconta comment il avait spirituellement vécu ces mois de détention. Il dit combien le Seigneur l'avait soutenu grâce à la prière et la récitation du chapelet, n'ayant avec lui ni Bible ni bréviaire. Il a le sentiment que les conversations avec ses ravisseurs ont permis d'établir une confiance mutuelle.
Après le repas, le P. Beppe entretint une longue et intéressante conversation avec la communauté, au cours de laquelle il raconta les détails de sa détention. Le P. Rino Venturin, un membre du District des Philippines, ayant été lui-même mêlé aux négociations qui ont mené à la libération, en retraça les différentes étapes, depuis la première nouvelle du rapt jusqu'au moment de la libération, en passant par les nombreuses déceptions et moments e faux espoir, ainsi que les différentes annonces de la mort du P. Beppe.
P. Umberto Chiarello, scj
7-8 Abril 2002, Domingo en la Noche, Lunes en la Mañana.
La Noche del Domingo, los secuestradores informaron que la liberación del P. Beppe era inminente. Prepararon una porción doble de comida para el almuerzo y la cena cerca de la 1:00 PM lo llevaron a la locación acordad. Marchando rápidamente, cruzando arroyos y subiendo y bajando Colinas, deteniéndose finalmente para comer al anochecer y luego desde las 7:00 PM hasta las 2:00 AM continuaron su viaje. Algunos de los secuestradores que estaban cansados, prefirieron retrasar su pasos y volver a la seguridad del bosque. El P. Beppe con el grupo lider y unos cuantos más se unieron en el camino, aceptó sobre la policía, durante sus negociaciones sobre el lugar para liberar al prisionero. Los secuestradores fueron muy cuidadosos intentando no caer en una trampa, así que tomaron un camino muy difícil antes de contactar a la policía por teléfono..
Alrededor de las dos de la mañana del 8 de Abril, realizaron el contacto y el P. Beppe gue rápidamente liberado por los secuestradores en manos de la policía. El lider de los secuestradores se encontró con el comandante de la policía; murmuraron algo entre ellos y luego hicieron el intercambio. Los secuestradores desaparecieron rápidamente dentro del bosque. El P. Beppe fue puesto en una ambulancia y la policía lo llevó rápidamente a un aeropuerto cercano donde un avión privado estaba esperando para llevarlo a Manila a encontrarse con la Presidenta Arroyo.
En su anuncio de la liberación, la Presidenta dijo que la policía había liberado a un sacerdote católico, P. Pierantoni, sin pagar ningún rescate. Las agencies de noticias y los periodistas estuvieron presionando desde temprano para entrevistarlo. Un miembro de la Embajada Italiana se movió para desenredar al P. Beppe del sitio de los periodistas y lo llevó a la casa del Embajador Italiano, donde se encontró con sus hermanos scj y amigos.
14 de Abril del 2002
El Domingo en la mañana, el P. Beppe Pierantoni, acompañado por el P. Rino Venturin, llegó a Roma a al Aeropuerto de Fiumacino a las 8.30 AM, en un vuelo de Aerolíneas Singapur. Su padre Giorgio y su madre Giuseppina, junto a su hermana Cristina, y el Embajador de Filipinas ante la Santa Sede estaban esperando para recibirlo, el Encargado de Asuntos Filipinos de la Embajada Filipina junto con un representante del Embajador de Luxemburgo ante la Santa Sede. En representación del Superior General, quien ahora se encuentra en Brasil, estaba el vicario general junto a un gran grupo de SCJ de Roma. Después de celebrar la Misa de Acción de Gracias, al atardecer, se unieron a una reunion festiva con las comunidades de Roma I y II.
15 de Abril del 2002
La tarde del Lunes, fue celebrada una Misa, concelebrada con los SCJ de toda Roma. El Padre Beppe habló sobre su vivencia espiritual durante los meses de su secuestro. Vió la ayuda del Señor con oraciones desde el corazón y mediante el rezo del rosario, ya que no tenía ni una biblia ni un breviario con él. En conversaciones con sus captores sintió que creó mutual cofianza entre ellos.
Después de la cena, el P. Beppe mantuvo un interesante conversación con la comunidad a la cual comentó los detalles de su cautiverio. El P. Rino Venturin, un miembro del Distrito de Filipinas, quien estuvo envuelto en las negociaciones para la liberación del P. Beppe, comentó todos los pasos tomados; desde que se enteraron del secuestro, hasta los muchos momentos de desilución y falsa esperanza, hasta que la liberación fue finalmente realizada.
P. Umberto Chiarello,scj