The Provincial Council of the U.S. Province of the Priests of the Sacred Heart
Based, but not dependent upon the recent good will offer by the Serbian government in releasing the three U.S. military personnel to Rev. Jesse Jackson and his party, we call upon US/NATO and Serbia to declare a cease-fire and to return to the negotiating table with open hearts and minds to resolve the conflict.
We base our call on the spirit of reconciliation and reparation found in Christian Scriptures.
The following realities have further influenced our reasoning:
1. Impact of bombing on the nation of Yugoslavia:
a. $40-$100 billion damage to the country's civilian industrial capacity and public works, including its highway, rail and communications networkb. economic output cut in half, resulting in 100,000 people being out of work
c. commerce on the Danube River cut drastically, affecting Serbia and surrounding countries
d. enormous environmental impact due to the bombing of refinery and petro-chemical plants, also the high likelihood of NATO's use of Depleted Uranium munitions, all of which know no national boundaries
e. hundreds of civilians killed
f. extreme impact on civilian population.
2. Bombing impact on Kosovo itself:
a. much of what has already been noted is happening in Kosovo as well.b. hospitals report hundreds of amputations as the result of people, especially children, touching or playing with unexploded munitions (from cluster bombs) already on the ground
c. exacerbation of refugee crisis.
This is tantamount to destroying a country to save it.
We note that NATO, under the Ramboullet accord, called for NATO troops to be stationed in Serbia without any restrictions on their movement or activities. This would have essentially been an occupying army which Serbia said it could not accept but offered to allow a UN presence as a neutral party. NATO then began bombing, maintaining that the stationing of NATO troops in Serbia be one of the absolute requirements before bombing is ceased.
President Clinton said it best following the tragedy at Columbine High School: "We do know that we must do more to reach out to our children and teach them to express their anger and to resolve their conflicts with words, not weapons." (April 20, 1999).
APPELLO PER FERMARE LA GUERRA NEI BALCANI
6 maggio 1999
ricollegandosi, ma senza dipendenza, al recente gesto di buona volontà del governo Serbo del rilascio dei tre militari U.S: al Rev.do Jesse Jackson e al suo partito, rivolge un appello agli USA/NATO e alla Serbia perché venga dichiarato un cessate il fuoco e si ritorni al tavolo del negoziato con cuore aperto e vera disponibilità per risolvere il conflitto.
Fondiamo il nostro appello sullo spirito di riconciliazione e riparazione che ricaviamo dalle Scritture Cristiane.
Gli altri motivi che ci hanno ulteriormente spinti nella nostra iniziativa:
1. Gli effetti devastanti dei bombardamenti sulla nazione Jugoslava:
a. il danno che si aggira sui 40/100 miliardi di dollari sulla capacità industriale del paese e sulle opere pubbliche, comprese le autostrade, le ferrovie e le telecomunicazioni;b. la rovina della capacità economia, dimezzata, con il risultato che 100.000 persone sono senza lavoro;
c. il commercio sul fiume Danubio colpito drasticamente, coinvolgendo la Serbia e le nazioni vicine;
d. l'enorme danno ecologico dovuto al bombardamento delle raffinerie e industrie petrolifere, con la grossa probabilità che la Nato abbia usato bombe con l'Uranio impoverito, i cui effetti naturalmente non conoscono confini;
e. migliaia di civili uccisi;
f. effetti negativi sulla popolazione civile.
2: Effetti dei bombardamenti nello stesso Kosovo:
a. tanto di quello che si è detto sopra si è verificato anche in Kosovo;b. gli ospedali hanno segnalato centinaia di amputazioni come effetto della gente, specialmente bambini, che hanno toccato o giocato con munizioni inesplose (dai grappoli di bombe) trovati in terra;
c. esacerbazione delle crisi dei rifugiati.
Tutto questo equivale a distruggere un paese piuttosto che salvarlo.
Notiamo che la NATO, secondo gli accordi di Rambouillet, aveva richiesto che truppe NATO stanziassero in Serbia senza alcuna restrizione di movimenti o di attività. Ciò equivaleva a imporre una armata di occupazione e ciò non è stato accettato dalla Serbia che si offriva solo a permettere una presenza neutrale dell'ONU. La NATO poi ha iniziato i bombardamenti, ponendo come condizione assoluta per la cessazione degli stessi che la Serbia accettasse la presenza di truppe NATO nel suo territorio.
Il presidente Clinton ha detto, in occasione della tragedia nella Columbine High School:
"Sappiamo bene che dobbiamo fare di più per capire i nostri ragazzi e insegnare loro il modo di esprimere la loro rabbia e a risolvere i loro problemi con il dialogo, non con le armi" (20 aprile 1999).
Noi chiediamo che si debba cominciare proprio ora ad insegnare ai nostri ragazzi tutto questo con l'azione pratica nei Balcani.