Tra gli obiettivi prioritari della vostra Assemblea Capitolare, c'è giustamente una formazione qualificata, permanente e adeguata alle varie fasi della vita del candidato e del consacrato. Ho scritto nell'Esortazione postsinodale Vita Consecrata: "Anche all'interno della vita consacrata c'è bisogno di rinnovato amore per l'impegno culturale, di dedizione allo studio come mezzo per la formazione integrale e come percorso ascetico, straordinariamente attuale, di fronte alla diversità delle culture. Diminuire l'impegno per lo studio può avere pesanti conseguenze anche sull'apostolato, generando un senso di emarginazione e di inferiorità o favorendo superficialità e avventatezza nelle iniziative" (n. 98).
Parte integrante della formazione iniziale e permanente è, dunque, lo studio, l'approfondimento teologico, indispensabile sia per la qualità della vita personale che per il servizio da rendere all'incontro tra il Vangelo e le culture. Una fervida vita spirituale e culturale, condotta in sintonia con la Tradizione della Chiesa e gli insegnamenti del Magistero, permette di superare le possibili tentazioni di chiusura e di ripiegamento sui traguardi, pur notevoli, già raggiunti. (Doc.XVII, p.412)
I. Politica della Cultura.
1.1. La mozione del XIX Capitolo Generale confermata dal XX Capitolo, mozione 11, ci dice:
"Il XIX Capitolo generale, nello spirito di Padre Dehon, così attento a cogliere i fermenti culturali del suo tempo, a ricollegarsi ai valori evangelici, a formare sacerdoti e laici competenti e sensibili, incoraggia il Consiglio generale a:
Si proponga una politica della cultura. (Doc. XVII, p386)
1.2. In questo spirito, il nostro programma di governo dice
Il XX CG ha riconfermato la mozione del XIX CG al riguardo (Cf Mozione 11). Incoraggiamo perciò le Province/Regioni a impegnarsi nella " politica della cultura, intesa come scelta dello studio a livello esigente e specializzato; come sviluppo di senso critico della realtà; come capacità di promuovere un processo di inculturazione e di produzione di cultura, ecc..." (Relazione al CG, n.107.5).
Chiediamo alle Province/Regioni di preparare persone, con competenze specifiche, preferibilmente nelle scienze teologiche e sociali, nella spiritualità, pedagogia, comunicazione (n°38).
1.3. Il capitolo e il Progetto "Noi Congregazione a Servizio della Missione" chiedono, dunque, dalla Congregazione e dalle Province azione concrete:
2.1. Il nostro Progetto "Noi Congregazione a Servizio della Missione" ci propone:
Nella tradizione della Congregazione, sorta all'ombra del Collegio S. Giovanni, a San Quintino, molte Province sono impegnate nel campo educativo, sia nei nostri collegi e scuole sia con religiosi operanti in strutture altrui. Chiediamo a tutti questi religiosi che il loro compito non si limiti solo all'insegnamento scolastico, ma si preoccupino, proprio come religiosi, di essere educatori degli alunni, per una loro educazione integrale (umana, intellettuale, spirituale) e liberatrice. E' questa un'attività, da compiersi nella prospettiva della pastorale giovanile e vocazionale.
Proponiamo alle Province interessate di organizzare un incontro internazionale fra gli operatori in questo campo. (n° 39)
2.2. Per iniziativa del Direttivo generale, dopo un contatto preliminare di sondaggio e davanti alla accoglienza dell'idea, abbiamo chiesto ufficialmente alla Provincia Spagnola di promuovere questo incontro internazionale, e abbiamo indicato il P. C.A. da Costa Silva come collegamento fra codesta Provincia e noi. Adesso vedremo quale cammino fare per organizzare quello incontro.
2.3. Per un tale incontro internazionale:
3.1. Ci dice il Progetto di governo, "Noi Congregazione a Servizio della Missione":
L'inculturazione del Vangelo e del carisma dehoniano, nelle differenti culture in cui viviamo e operiamo, non interessa solo i paesi missionari ma anche il mondo occidentale, per l'avvenuta secolarizzazione.
La presenza di nostri religiosi autoctoni, nei paesi missionari, richiede che il Vangelo sia inculturato nelle categorie mentali e strutture culturali di quei popoli, in sintonia con le chiese locali.
Per quanto riguarda il carisma dehoniano: "Si devono riesprimere i contenuti della nostra spiritualità in un linguaggio attuale e comprensibile, in segni visibili, in un itinerario organico... La nostra "prospettiva spirituale" o "visione" arriva ad essere spiritualità, quando viene tradotta in contemplazione, in preghiera, in atteggiamenti nuovi di vita, in opere apostoliche coerenti ed in un linguaggio comprensibile" (Relazione al CG, n. 107.2).
Le Province/Regioni e Comunità territoriali affrontino, studiando con il dovuto impegno, questa esigenza della fede e della nostra spiritualità. (n°40)
3.2. Necessariamente queste azioni devono essere compiute a livello provinciale o di Aree Geografiche.
Tra gli obiettivi prioritari della vostra Assemblea Capitolare, c'è giustamente una formazione qualificata, permanente e adeguata alle varie fasi della vita del candidato e del consacrato. Ho scritto nell'Esortazione postsinodale Vita Consecrata: "Anche all'interno della vita consacrata c'è bisogno di rinnovato amore per l'impegno culturale, di dedizione allo studio come mezzo per la formazione integrale e come percorso ascetico, straordinariamente attuale, di fronte alla diversità delle culture. Diminuire l'impegno per lo studio può avere pesanti conseguenze anche sull'apostolato, generando un senso di emarginazione e di inferiorità o favorendo superficialità e avventatezza nelle iniziative" (n. 98).
Parte integrante della formazione iniziale e permanente è, dunque, lo studio, l'approfondimento teologico, indispensabile sia per la qualità della vita personale che per il servizio da rendere all'incontro tra il Vangelo e le culture. Una fervida vita spirituale e culturale, condotta in sintonia con la Tradizione della Chiesa e gli insegnamenti del Magistero, permette di superare le possibili tentazioni di chiusura e di ripiegamento sui traguardi, pur notevoli, già raggiunti. (Doc.XVII, p.412)
I . Politique de la culture
1.1. La motion du 19ème Chapitre Général, confirmée par le 20ème, motion 11, nous dit :
Le XIX Chapitre Général, se référant à l'esprit du Père Dehon, si attentif à l'évolution culturelle de son temps, à la relier aux valeurs évangéliques, à former des prêtres et des laïcs compétents, encourage le conseil Général:
Qu'on propose une politique de la culture (Doc.XVII, p.386)
1.2. Dans le même esprit, notre projet de gouvernement (n°38) dit :
Le XXe CG a confirmé la motion respective du XIXe CG (cf. Motion 11). C'est pourquoi nous encourageons les Provinces/Régions à s'engager dans une "politique de la culture, comprise comme choix d'une étude exigeante et spécialisée; comme développement du sens critique de la réalité; comme capacité de promouvoir un processus d'inculturation et de production de culture, etc..." (Relation au CG, n. 107, 5).
Nous demandons aux Provinces/Régions de préparer des personnes ayant des compétences spécifiques, de préférence dans les domaines de théologie, des sciences sociales, dans la spiritualité, dans la pédagogie et les sciences de la communication. (n.38)
1.3. Le Chapitre et le Projet « Nous, la Congrégation, au service de la mission » demande des actions concrètes de la part de la Congrégation et des Provinces :
2.1. Notre Projet « Nous, la Congrégation, au service de la mission » nous propose ceci :
Dans la tradition de la Congrégation, née dans l'ombre du Collège St-Jean à St-Quentin, plusieurs Provinces se sont engagées dans le domaine de l'éducation aussi bien dans nos collèges et nos écoles que par l'intermédiaire de nos religieux oeuvrant dans d'autres structures. Nous demandons à tous ces religieux que leur mission ne se limite pas à l'enseignement scolaire mais qu'ils s'efforcent, justement en tant que religieux, à être des éducateurs des élèves en vue d'une éducation intégrale (humaine, intellectuelle, spirituelle) et de libération. C'est une activité qui doit être accomplie dans une perspective de la pastorale des jeunes et des vocations.
Nous proposons aux Provinces qui y seraient intéressées d'organiser une rencontre internationale entre ceux qui travaillent dans ce domaine.(n°39)
2.2. Par initiative de la Direction générale, après contact préliminaire de sondage et accueil de l'idée, nous avons demandé officiellement à la Province espagnole de promouvoir cette rencontre internationale, et avons suggéré le p. C.A. da Costa comme liaison entre cette Province et nous. Maintenant, voyons quel chemin faire pour organiser cette rencontre.
2.3. Pour une telle rencontre internationale :
3.1. Le Projet de gouvernement nous dit ceci :
L'inculturation de l'Evangile et du charisme dehonien, dans les différentes cultures dans lesquelles nous vivons et travaillons, n'intéresse pas seulement les pays missionnaires mais aussi le monde occidental, à cause de la sécularisation.
La présence de nos religieux autochtones dans les pays des missions exige que l'Evangile soit inculturé dans des catégories mentales et des structures culturelles de ces peuples, en harmonie avec les Eglises locales.
En ce qui concerne le charisme dehonien, il faut "Reformuler les contenus de notre spiritualité dans un langage actuel et compréhensible, dans des signes visibles, suivant un itinéraire organique... Notre 'visée spirituelle' ou 'vision' se transforme en spiritualité lorsqu'elle est traduite en contemplation, en prière, en nouvelles attitudes de vie, en oeuvres apostoliques cohérentes et en un langage compréhensible" (Relation au CG, n. 107.2).
Que les Provinces/Régions et les Communautés territoriales affrontent cette exigence de la foi et de notre spiritualité avec le soin qui s'impose. (n°40)
3.2. Ces actions devront nécessairement être accomplies au niveau provincial et des aires géographiques.
Among the principle objectives of your chapter assembly can be found, aptly enough, an appropriate formation that is ongoing and suited to the various stages in the life of the candidate and of the consecrated person. I wrote in the postsynodal Exhortation Vita Consacrata "...within the consecrated life itself there is a need for a renewed and loving commitment to the intellectual life, for dedication to study as a means of integral formation and as a path of asceticism which is extraordinarily timely, in the face of present-day cultural diversity. A lessened commitment to study can have grave consequences for the apostolate, by giving rise to a sense of marginalization and inferiority, or encouraging superficiality and rash initiatives. (Nº98)"
Study is therefore, an integral part of both initial and ongoing formation, a theological deepening which is indispensable for the quality of one's personal life and for the service that must be rendered wherever the Gospel and cultures meet. A fervent life of spiritual and intellectual growth, conducted in harmony with the Tradition of the Church and Magisterial teaching, will enable overcoming any possible temptation toward closing in and turning back on the noble goal already achieved. (Doc.XVII, p.412))
1. A policy of culture
1.1 The motion of the XIX Chapter, confirmed by the XX Chapter, motion 11, tells us:
The XIXth General Chapter in the spirit of Father Dehon, who was so attentive to the cultural developments of his time and to link these to Gospel values, in order to form qualified and competent priests and lay people, encourages the General Council to:
We must design a policy for study and learning
1.2 In this spirit our governance program tells that:
The 20th General Chapter reconfirmed the motion of the XIXth General Chapter which bears on this matter (Cf. Motion 11). We therefore encourage the provinces and regions to undertake the task of implementing a "policy for promoting scholarship understood as a choice for study which is demanding and specialized, as the development of a critical sense of what is taking place in the world, as a capacity to foster a process of inculturation and the results of learning, etc..." (Report to the General Chapter, 107.5).
We ask the provinces and regions to prepare persons with specific competencies, preferably in the theological and social sciences, in spirituality, education, and communication. (nº38)
1.3 The Chapter and the program "We, the Congregation in Service to the Mission" require from the Congregation and from the Provinces concrete actions:
2.1 Our plan, "We, the Congregation in the service to the Mission" proposes:….
Following a tradition in the congregation which arose from the shadows of the Collège St. Jean in St. Quentin, , many provinces have become involved in the field of education, either operating our own colleges and schools or as religious working in the educational institutions of others. We are asking all such religious not to limit their task solely to classroom teaching but to function, precisely as religious, as true educators who aim at an integral and liberating education of their students (in the human, intellectual, and spiritual orders). This activity should be fulfilled within the dimensions of youth and vocational ministry.
We propose to such provinces the organization of an international meeting among those who work in this field. (nº39)
2.2 In an enterprise of the General Administration, after a survey and a preliminary contact and having the support to the idea, we officially asked the Spanish province to promote such international meeting. We indicated that Fr. C. A. da Costa Silva is a person in between that province and us. Now we have to think how to go on within the organization of that meeting.
2.3 For such a meeting:
3.1 The program of governance says:
The inculturation of the Gospel and the Dehonian charism in the different cultures where we are found and where we work is not merely of consequence to missionary lands but also to the western world where secularization has taken place.
The presence of our native religious in missionary lands demands that the Gospel be inculturated according to the mental and cultural constructs of that particular people in harmony with the local church.
As for the Dehonian charism "we ought to be able to express the contents of our spirituality in language that is current and understandable, by means of visible signs, in articulated fashion... Our own "spiritual outlook" or "vision" comes to be truly spiritual when it leads to contemplation, to prayer, to new behaviors, to consistent apostolic works, and to understanding (Report to the General Chapter, 107.2).
The provinces and regions and territorial communities should face up to this demand on the part of our faith and our spirituality after serious and responsible examination. (nº40)
3.2 Necessarily those actions must be performed by the provinces and geographic areas.