From Tuskegee I went
across the flatlands of Louisiana to New Orleans. (136) This is the country
of flowers and birds, the country of beautiful oaks and palm trees, of
creeping vines and bayous where crocodiles sleep and serpents hide in the
underbrush. The parks and gardens are radiant with the bright flowers of
semi-tropical vegetation. It is also the country of cotton plantations
and sugar cane.
In the fields near the farms we can still see the cramped log cabins where the slaves resided and where the blacks who work the fields still live. These huts bring back the memory of Uncle Tom's Cabin. Louisiana still has quite a few French-speaking Creoles, but since Napoleon ceded the land to England in 1803 it has been anglicized more quickly than Canada.5 It is still governed by the Napoleonic Code. (1) New Orleans, August 29 I arrived early in the morning. After mass with the Marists, whose house is close to the train station, I went to visit Bishop Blenck. In his great kindness we were his guests for two days. It was extremely hot in town. Fortunately, at his residence and everywhere we went, ice water and fans were readily available. The bishop had access to an automobile and he came along and showed us the whole city. It's a southern city, like the Marseilles of America, with its blue sky, busy docks and brilliant sun. (2) The old section with its dirty streets has kept its Latin character, half-French and half-Spanish. The houses are two stories with wrought iron balconies and the inner courtyards have fountains and flowers. French is still spoken by everyone around here and their manners retain a warm courtesy in sharp contrast to the chilly character of the people up north. French ways have persisted down here, there are several associations whose goal is to preserve it. This old colony does not experience our political and religious divisions; everything that is French serves to unite them in a natural friendliness. The schools preserve our language; several communities of Sisters speak (3) French. The Anglo-Saxons have built new neighborhoods in the area around St. Charles Avenue. Its streets are broad and tree-lined, its expensive homes are encircled by gardens. It reminds you of the fashionable districts of New York or Chicago. Of the 400,000 people who live in the city one-quarter are colored. Its name refers to the Regent who governed France at the time when the city was founded. More than half the city is Catholic, convents and charitable works flourish everywhere. We made a quick tour in the bishop's automobile beginning with St. Louis Cathedral, an 18th century building in (4) the French Quarter; its interior is prayerful but lacking artistic merit. The charitable works are designed for all the classes of society. For the upper class the Jesuits run a large, well-endowed high school which has an elegant Moorish-style chapel. We received a very hospitable welcome from them. The Academy of the Sacred Heart is a large boarding school for young girls in a beautiful park-like setting. The Sisters of Charity have a large hospital. When it comes to apostolic works, New Orleans lacks for nothing. The Redemptorists have three parishes for different linguistic groups: one is English, the other French, the third is German. Nearby Sisters run an orphanage; the children put on an impressive military exercise for us (5) in their smart dress uniforms. The military spirit is readily accepted in the United States. The Ursulines run a large boarding school in the French Quarter near the sea wall that protects the city from the flood waters of the Mississippi. I wish they would move to the spacious hillsides of the new part of town. That's where the Sisters of the Sacred Heart, a hard-working and thriving Italian community, is experiencing phenomenal growth in the United States. I hope our Italian Fathers will follow them in the not-too-distant future. The black Sisters of the Holy Family is an interesting group. They already have seventeen houses in Louisiana and the Antilles. This proves the good that can be done among the Negroes. The French Quarter has its own theater, (6) hospital, clubs and newspapers (The Bee and the Wasp). The streets and avenues have French names: l'Esplanade, Rempart, Royale, Bourbon, Condé, and Toulouse. On Royal Street there's a house where Lafayette, Ney and Louis-Philippe were guests; on St. Charles Avenue there's another house that was set up in 1815 to welcome Napoleon whom the mayor hoped to set free from St. Helena. You really have the feeling here of being in an old French colony. The bishop had two other guests who were on their way to Montreal, Archbishop Gillow of Oaxaca and Bishop Herrera of Tulacingo in Mexico. The two of them spoke French, especially the archbishop. Both of them offered me work in their dioceses. Everywhere the harvest is (7) great, but the laborers are lacking. Luisiana Da Tuskegee corro verso New Orleans, attraversando le pianure della Luisiana (136). È il paese dei fiori e degli uccelli, il paese delle belle querce, dei boschetti di palme, di liane, dei bayous, dei corsi d'acqua che ospitano coccodrilli e della brousse dove si nascondono i serpenti. Parchi e giardini risplendono di fiori della vegetazione semitropicale. È anche il paese delle piantagioni di cotone e di canna da zucchero. Nella campagna, vicino alle fattorie, si vedono ancora le strette capanne di legno dove alloggiavano gli schiavi e dove vivono ancora dei neri che lavorano i campi. Queste capanne suscitano il ricordo della Capanna dello Zio Tom. La Luisiana ha ancora molti creoli di lingua francese, ma ha assorbito molto più in fretta del Canada la cultura inglese da quando Napoleone, nel 1803, la cedette all'Inghilterra. È ancora retta dal codice napoleonico. (1) New Orleans, 29 agosto Arrivo al mattino presto. Messa dai Maristi, che non sono distanti dalla stazione, per visitare l'arcivescovado. Mons. Blenk ci trattiene. È l'amabilità in persona, saremo suoi ospiti per due giorni. Che caldo in questa città! Fortunatamente all'arcivescovado ci mettono a disposizione acqua ghiacciata e dei ventagli! Monsignore fa cercare un'auto e ci mostra lui stesso tutta la città. È la città meridionale, splendente come la Marsiglia dell'America, con il suo cielo blu, le sue strade animate e il sole risplendente. (2) La città vecchia, dalle strade sporche, è la città latina, mezza-francese e mezza-spagnola. Ha le case a due piani, balconi in ferro battuto, cortili interni con fontane e fiori. Vi si parla ancora molto il francese e i modi sono improntati ad una cortesia che contrasta con il carattere freddo dei popoli del Nord. L'elemento francese persiste. Vi sono molte associazioni che hanno come scopo la sua conservazione. La ex-colonia non conosce le nostre divisioni politiche e religiose, e tutto ciò che è francese si unisce in bella armonia. Scuole di ragazzi e ragazze conservano la nostra lingua. Molte comunità religiose parlano francese. (3) Gli Anglosassoni hanno creato dei quartieri nuovi, con al centro l'Avenue St-Charles. Qui le strade solo larghe e alberate. Le residenze dei ricchi sono circondate da giardini. Sembrerebbe di essere nei quartieri eleganti di New York o di Chicago. La grande città conta 400.000 abitanti, di cui 100.00 di colore. Il suo nome ricorda il Reggente che governava la Francia ai tempi della sua fondazione. Più della metà della città è cattolica; i conventi e le opere caritative abbondano. Facciamo una breve visita con l'auto di monsignore. Cominciamo dalla cattedrale di S. Luigi. È un edificio del XVIII secolo (4) nel quartiere vecchio. L'interno è raccolto e non vi è nulla di artistico. Le opere caritative abbracciano tutte le classi della società. Per l'aristocrazia vi è il collegio dei Gesuiti, vasto, ricco, con una elegante cappella in stile moresco. Ci ricevono con grande affabilità. C'è anche quella che qui chiamano l'accademia del S. Cuore, un grande pensionato per le ragazze con un bel parco. Le Suore della Carità hanno un grande ospedale. Queste istituzioni non mancano proprio a New Orleans. I Redentoristi hanno tre chiese per venire incontro alle necessità dei loro parrocchiani di diverse lingue: una è inglese, l'altra francese e la terza è tedesca. Vicino c'è un orfanotrofio tenuto dalle suore. I bambini ci fanno assistere ad una graziosa esercitazione militare (5). Hanno delle belle divise. Lo spirito militaresco si adatta bene negli Stati Uniti. Le Orsoline sono nel quartiere vecchio. Esse hanno un grande pensionato vicino alla diga che protegge la città dalle inondazioni del Mississippi. Auguro loro che possano trasferirsi in luoghi più ariosi del quartiere nuovo. È lì che troviamo le Suore italiane del S. Cuore, così zelanti e fiorenti. Esse hanno un enorme sviluppo negli Stati Uniti. Spero che i nostri Padri italiani possano seguirle presto. Le Suore nere della Sacra Famiglia sono assai interessanti. Hanno già 17 case, sia in Luisiana che nelle Antille. Questo prova quanto bene possa venire dai neri. Il quartiere francese ha il suo teatro (6), il suo ospedale, i suoi circoli e i suoi giornali (l'Abeille et la Guêpe). Vi si trovano le rues o avenues de l'Esplanade, du Rempart, Royale, Bourbon, Condé, Toulouse. Ci viene mostrato in rue Royale, una casa dove hanno abitato Lafayette, Ney e Louis-Philippe. Un'altra casa, in rue St-Charles, era stata preparata per ricevere Napoleone nel 1815, quando il maggiore Girod sperava di liberarlo da S. Elena. Si ha l'impressione veramente di trovarsi in una ex-colonia francese. Monsignore aveva come ospiti due vescovi messicani che si recavano a Montreal, Mons. Gillow, arcivescovo di Oaxaca, e Mons. Herrera, vescovo di Tulacingo. Parlavano francese entrambi, soprattutto il primo. Mi hanno offerto delle opere nelle loro diocesi. Ovunque la messe (7) è molta e gli operai sono pochi.
Louisiana Desde Tuskegee fui a través de las llanuras de Louisiana hasta New Orleans. (136) Esta es la ciudad de las flores y los pájaros, la ciudad de los hermosos robles y las palmas, de los sarmientos de vino y bellotas donde los cocodrilos duermen y la serpientes se esconden bajo los arbustos. Los parques y jardines son radiantes con las brillantes flores de vegetación semi tropical. Es también la ciudad de las plantaciones de algodón y azúcar. En los campos cercanos a las haciendas podemos ver aún las cabinas cerradas donde tenían a los esclavos y donde aún viven los negros que trabajan los campos. Estas barracas me recuerdan la Choza del Tío Tom. Louisiana aún tiene unos pocos términos criollos francófonos, pero desde que Napoleón cedió la tierra a Inglaterra en 1803 ha sido inglesada más rápidamente que Canadá. Pero aún se gobierna por el Código Napoleónico New Orleans, Agosto 29 Llegué temprano en la mañana. Después de la misa con los Maristas, cuya casa está cerca a la estación del tren, fui a visitar al Obispo Blenck. En su gran amabilidad fuimos sus huéspedes por dos días. Hacía un calor extremo en el pueblo. Afortunadamente, en su residencia y en cada sitio al que íbamos, habían disponibles agua con hielo y abanicos. El obispo tenía acceso a un automóvil y vino a enseñarnos toda la ciudad. Es una ciudad sureña, como la Marsella de América, con su cielo azul, puertos ocupados y sol brillante. (2) La vieja sección con sus sucias calles han conservado su carácter latino, medio francés y medio español. Las casas tienen dos pisos con labrado de hierro en los balcones y en el interior de los patios tienen fuentes y flores. El francés se continúa hablando por todos alrededor y sus maneras tienen una cálida cortesía en claro contraste con el frío carácter de la gente del norte. Las formas francesas han persistido aquí, hay varias asociaciones cuya finalidad es preservarlas. Esta antigua colonia no experimentó nuestras divisiones políticas y religiosas; todo lo francés sirve para unirlos en una amistad natural. Las escuelas preservan nuestra lengua; varias comunidades de Hermanas hablan (3) Francés. Los anglosajones han construido nuevas vecindades en el área alrededor de St. Charles Avenue [Avenida San Charles]. sus calles están anchas y líneas de árboles, sus casas costosas están rodeadas por jardines. Recuerdan los fascinantes distritos de New York o Chicago. De las 400,000 personas que viven en la ciudad, un cuarto son negros. Su nombre se refiere al Regente que gobernó Francia en la época que la ciudad fue fundada. Más de la mitad de la ciudad son católicos, conventos y casas de caridad florecen por doquier. Hicimos un rápido paseo en el automóvil del obispo empezando con la Catedral San Luis, un edificio del siglo 18 construido en la (4) Zona Francesa; su interior invita a la oración, pero carece de mérito artístico. Los trabajos de caridad están diseñados para todas las clases de la sociedad. Para la clase alta los jesuitas llevan un gran, bien dotada escuela superior que tiene una elegante capilla estilo morisco. Recibimos una bienvenida muy hospitalaria de su parte. La Academia del Sagrado Corazón es un gran y ancho colegio para muchachas jóvenes en un hermoso parque. Las hermanas de la Caridad tienen un gran hospital. Cuando se viene al trabajo apostólico, New Orleans no carece de nada. Los redentoristas tiene tres parroquias para diferentes grupos lingüísticos: una de Inglés, la otra de Francés, y la tercera de Alemán. Las Hermanas de Nearby llevan un orfanato; los niños realizaron un impresionante ejercicio militar para nosotros (5) en sus elegantes ropas de uniforme. El espíritu militar es realmente aceptado en los Estados Unidos. Las Ursulinas llevan un gran colegio internado en la Zona Francesa cerca de la pared de agua que protege a la ciudad de las subidas de aguas del Mississippi. Hubiese deseado que se mudaran a las espaciosas laderas de la nueva parte del pueblo. Allí es donde las Hermanas del Sagrado Corazón, una floreciente comunidad italiana de trabajos duros, está experimentando un fenomenal crecimiento en los Estados Unidos. Espero que nuestros padre italianos las sigan en un futuro no muy distante. Las hermanas negras de la Sagrada Familia son un grupo interesante. Ya tienen diecisiete casas en Louisiana y las Antillas. esto prueba el bien que se puede hacer entre los negros. La Zona Francesa tiene su propio teatro, (6) hospital, clubes y periódicos (La Abeja y la Avispa). Las calles y avenidas tienen nombres franceses: l'Esplanade, Rempart, Royale, Bourbon, Condé, y Toulouse. En la calle Real hay una casa donde Lafayette, Ney y Louis-Philippe fueron huéspedes; en la Avenida St. Charles hay otra casa que fue levantada en 1815 para recibir a Napoleón cuya mayor esperanza era liberarse de Santa Helena. Realmente se tiene el sentimiento aquí de estar en una antigua colonia francesa. El obispo tenía otros dos huéspedes que estaban en camino
a Montreal, el Arzobispo Gillow de Oaxaca y el Obispo Herrera de Tulacingo
en México. Los dos hablaban francés, especialmente el arzobispo.
Ambos me ofrecieron trabajo en sus diócesis. Dondequiera el trabajo
es (7) mucho, pero los obreros son pocos.
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