Noi Congregazione
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Capitolo Generale
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Saluti,
Siate i benvenuti sulla homepage per il XX Capitolo Generale SCJ. Speriamo, nelle prossime settimane, di comunicarvi con tempestività ogni informazione sui lavori del Capitolo, non appena ci vengono fornite dai nostri giornalisti inglese e italiano.
Purtroppo, a causa del grande lavoro che richiede il Capitolo, non sarà possibile tradurre questi notiziari in altre lingue. In compenso costituiremo un forum di "delegati", per cui i membri del Capitolo potranno inviare le loro informazioni nelle varie lingue, secondo lo spazio disponibile nel server. In questo modo potremo fornire informazioni a un maggiore numero di persone.
Incoraggiamo i Dehoniani, che hanno accesso alla nostra homepage, a condividere queste informazioni con i confratelli della loro Provincia o Regione. Cosi pure diamo il benvenuto a tutti i visitatori di questa nostra homepage e che non fanno parte della Famiglia Dehoniana.
Saranno molto apprezzati i vostri commenti a questa nostra iniziativa, specialmente da parte dei Dehoniani. Per adesso, prevediamo di mantenere questa homepage fino alla settimana successiva dopo la chiusura del Capitolo Generale. La creazione e la messa a punto di questa homepage, soprattutto in tre lingue, non é semplice. Tuttavia, se questa iniziativa avrà successo, l'amministrazione generale valuterà la possibilità di utilizzare il "world wide web" come il mezzo modero di trasmettere un maggior numero di informazioni al maggior numero possibile di Dehoniani.
Come si darà inizio ai lavori del Capitolo Generale, chiediamo a tutti i confratelli Dehoniani di pregare secondo questa intenzione, per questo momento così importante nella vita della Congregazione, considerato il tema particolare che verrà trattato: "Un Progetto Globale a servizio della Missione", sintetizzato in questo nostro slogan: "Noi Congregazione".
p. Virginio D. Bressanelli, scj
Superiore Generale
XX CAPITOLO GENERALE
Discorso di apertura del Superiore Generale
Cari confratelli e amici,
Con questa sessione diamo inizio al XX Capitolo Generale della Congregazione.
Vi accolgo con un fraterno benvenuto e vi ringrazio della vostra presenza
e della disponibilità a prestare un prezioso servizio alla Congregazione.
Abbiamo tutti una qualche conoscenza di ciò che è un Capitolo
Generale e quali sono i suoi compiti. Oltre ad avere tutti sentito parlarne,
alcuni di voi hanno anche esperienza di partecipazione in altri Capitoli.
Permettetemi tuttavia di richiamare la vostra attenzione su alcuni aspetti
dell'evento che stiamo per iniziare: la natura cioè, il compito,
il contesto e lo spirito di un Capitolo, così da favorirvi un maggiore
coinvolgimento e impegno di tutti e assicurare una sua buona riuscita.
Natura di un Capitolo
Il Capitolo Generale è una struttura di Governo. Costituisce
l'«autorità suprema» della Congregazione, esercitata
«in modo straordinario e collegiale» (Cost. 128).
Non deve, però, essere visto come un semplice strumento giuridico.
Esso ha una prospettiva teologica in corrispondenza con la natura stessa
della Congregazione, che è un'opera di Dio, una realtà evangelica
ed ecclesiale, segnata da un carisma suscitato dallo Spirito in ordine
alla vita, santità e missione della Chiesa.
Come tale, vorrei delineare nel Capitolo tre caratteristiche, che devono guidare noi Capitolari e servire da parametri ai nostri lavori:
1. Il Capitolo è, in primo luogo, un evento ecclesiale.
Non è un fatto privato, ristretto al solo ambito dell'Istituto.
Esso appartiene a tutta la Chiesa; è al suo servizio; dovrà
fare riferimento ad essa e svolgersi in sintonia con essa. La sua ragione
ultima è l'evangelizzazione, che è la ragione e la missione
della Chiesa nel mondo, lungo tutta la storia.
Il sentire cum Ecclesia possa, quindi, presiedere e orientare le
nostre riflessioni e decisioni. La missione della Chiesa e le sue preoccupazioni
prevalgano su ogni altra preoccupazione che, seppure legittima, sarà
sempre parziale e secondaria. Le sfide che oggi la Chiesa sente siano determinanti
nei nostri dialoghi, discernimento, scelte e programmazione.
Ci vuole, dunque, un'ampiezza di vedute, un cuore aperto e uno spirito
universale. Stiamo attenti a non lasciarci soffocare dalle nostre problematiche
interne.
2. Il Capitolo è anche, e sempre, un momento di grazia
e di forte azione dello Spirito nella vita della Congregazione. Lo Spirito
è autore, distributore e agente della crescita dei carismi. Ce lo
dice la Chiesa nei suoi documenti (cf. Elementi Essenziali sulla Vita
Religiosa, 51) ed è una collaudata esperienza della nostra storia
di Istituto.
Siamo convinti che ciò avverrà anche in questo Capitolo.
Ecco perché facciamo sempre coincidere il suo inizio con una celebrazione
eucaristica e la ragione per cui si cerca di curare la preghiera e un clima
di fede profonda.
La Congregazione si è preparata intensamente per questo Capitolo.
I confratelli, l'intera Famiglia Dehoniana e tanti fedeli sparsi per il
mondo ci sostengono con la preghiera. Noi tutti sentiamo che il Capitolo
impegna personalmente la nostra vita teologale.
Contiamo certamente con l'intercessione del nostro Fondatore e di tanti
confratelli e amici che ci hanno preceduto nella casa del Padre. Da parte
nostra, si richiede docilità ed assenza di pregiudizi perché
lo Spirito possa sprigionare in noi la sua creatività, originalità
e opportuna risposta alle sfide della missione e ai segni dei tempi.
3. Il Capitolo è chiamato ad essere una particolare esperienza
di Congregazione sotto il segno dell'unità nella carità
(CIC, can. 631).
La Congregazione è una realtà unica; un fatto di comunione,
originato dal dono di un carisma comune. Essa non si riduce a un semplice
vincolo giuridico o affettivo, ma è frutto di una particolare configurazione
e associazione a Cristo, in una dimensione del suo mistero, quello del
suo amore oblativo e riparatore. Ciò dà un'impronta caratteristica
al nostro essere cristiani ed è costitutiva del nostro essere religiosi.
Ciò ci rende fratelli, corresponsabili di uno stesso progetto di
vita e di servizio apostolico.
Le nostre diversità sussistono nella pluralità culturale,
ma vengono ricondotte alla comunione dallo Spirito, che pone in luce la
ricchezza e le molteplici realizzazioni possibili dello stesso carisma.
Si avvia così una complementarità delle diverse espressioni
culturali del carisma, che danno alla Congregazione un volto universale
e un dinamismo ed efficacia particolari nella sua missione. Questa comunione,
fondamento della nostra partecipazione e corresponsabilità nel progetto
comune, si esprime nella coscienza del «NOI CONGREGAZIONE».
Compito del Capitolo
Il Capitolo Generale è, pertanto, un evento ecclesiale che avviene
sotto la conduzione dello Spirito, originando una particolare esperienza
di Congregazione. Il suo compito principale è quello di essere al
servizio dell'intera Congregazione in ciò che le è di più
specifico e caro: il carisma.
La vitalità di un Istituto è legata al suo carisma specifico,
che comporta sempre una carica di genuina novità nella vita spirituale
della Chiesa e di particolare intraprendenza apostolica (cf. MR 12).
Esso costituisce per tutta la Chiesa un dono, e per noi un'eredità
che va «vissuta, custodita, approfondita e costantemente sviluppata»
(cf. MR 11).
E' compito primario del Capitolo difendere un tale patrimonio (cf. CIC,
cann. 631 e 578), promovendo quel rinnovamento spirituale ed organizzativo
che qualifica, specifica e dà senso alla Congregazione nella Chiesa
e nel mondo di oggi.
Questi due aspetti - rinnovamento spirituale e organizzazione - sono al centro dell'attuazione di Padre Dehon nella celebrazione dei suoi ultimi Capitoli Generali, quelli del 1908 e del 1919. Nel Capitolo del 1919, Padre Dehon diceva, infatti: «questo sarà, con tutta probabilità, l'ultimo Capitolo che io terrò; vorrei lasciare la Congregazione ben organizzata e piena di fervore». L'organizzazione riguarda soprattutto le opere, le strutture di governo e quelle comunitarie; il fervore riguarda lo spirito proprio, centrato sul Cuore di Gesù, sull'amore e la riparazione, l'adorazione, la vita interiore, l'unione fraterna e lo zelo apostolico (cf. Archivio Generale 4-A-6).
Con questa stessa finalità intende muoversi il nostro XX Capitolo Generale, considerando tre grandi temi: lo Status Congregationis, il Progetto Globale al servizio della missione, l'elezione del nuovo Direttivo Generale per i prossimi 6 anni. Questo è anche l'ordine di trattazione previsto.
1. In primo luogo, la Congregazione ha bisogno di fare il punto di se stessa. Si confronta con ciò che è e ciò che dovrebbe essere. Deve percepire con chiarezza la sua realtà, le sue possibilità, prospettive future, difficoltà e remore.
2. In secondo luogo, la Congregazione è chiamata a pensare il suo futuro per gli anni più prossimi, alla luce di un progetto di comunione e di collaborazione internazionale, che impegni tutti nel discernimento, nelle decisioni e nell'impegno di portare a compimento ciò che si decide capitolarmente. Tenendo conto che operiamo attraverso Province e Regioni che, dal Concilio in poi, hanno affermato un cammino di dialogo, corresponsabilità e di decentramento (cf. Cost. 109-114), è importante che gli orientamenti da prendere maturino con il più largo consenso possibile e che siano frutto di un rinnovato spirito o coscienza del NOI CONGREGAZIONE. Di più, questo spirito o coscienza è più importante che le decisioni stesse.
3. Le elezioni del Direttivo Generale occupano un altro momento importante del Capitolo. Esse avvengono, secondo quanto suggerisce lo stesso Padre Dehon nel Capitolo del 1919, «... in spirito di fede e nella presenza di Dio, impegnati soprattutto in nominare i più degni, senza accezione di persone».
Contesto del Capitolo
Il presente Capitolo, il vigesimo della Congregazione, avviene in un contesto segnato da molte felici ricorrenze.
Un mese fa', il Santo Padre promulgava ufficialmente il decreto delle virtù eroiche e santità di vita di Padre Dehon. Celebriamo quest'anno il centenario della nostra missione nello Zaire. Ricorrono i 50 anni di presenza in Portogallo e in Mozambico e il 50º dell'erezione delle Province di Polonia, Spagna e Gran Bretagna-Irlanda. Sono tutti eventi di cui ringraziare il Signore e gioire fraternamente.
Ci sono però anche delle grosse preoccupazioni per l'attuale situazione dello Zaire e dell'Albania, dove nostri confratelli servono il Vangelo, accompagnando nella sofferenza e nella speranza le drammatiche vicende a cui sono sottoposti i rispettivi popoli. Il Capitolo vuole essere un momento di solidarietà fraterna con questi confratelli, con i loro popoli e la loro Chiesa.
Non possiamo dimenticare anche il contesto mondiale segnato da un cambio
epocale e da certe realtà, positive e negative, che costituiscono
una grande sfida per la missione della Chiesa e della Congregazione.
Per noi SCJ, data la dimensione sociale della nostra spiritualità,
non può non interpellarci la cruda imposizione del neoliberalismo,
soprattutto attraverso un'economia di mercato e di consumo, dove c'è
sempre meno posto per i più poveri e i più deboli. Le molte
nuove povertà, insieme ai nuovi areopaghi della missione, costituiscono
serie sfide che interpellano la nostra capacità profetica.
Un altro elemento del contesto attuale, e più immediato, è
la presenza tra noi di 8 membri di altre componenti della Famiglia Dehoniana,
che ci accompagneranno durante la prima settimana del Capitolo. Nessuno
di loro si trova qui a titolo individuale. Ognuno rappresenta una realtà
consacrata o laicale numericamente e apostolicamente significativa di un
Istituto, Provincia, Nazione o Continente.
A loro, rivolgo uno speciale benvenuto, con l'augurio che si sentano bene
tra noi e che ci aiutino ad apprezzare questo particolare fenomeno dello
Spirito, che fa' crescere il nostro carisma e spiritualità al di
là delle frontiere della Congregazione.
Spirito del Capitolo
Partecipare a un Capitolo Generale diventa per ciascuno anche un'esperienza
personale molto ricca.
Questa ricchezza però non dovrà chiudersi dentro di ognuno,
ma irradiare fuori.
Dietro di ciascuno di noi ci sono 2300 confratelli, dei 35 paesi che
qui rappresentiamo. Il nostro primo impegno verso di loro sia renderli
partecipi di quanto il Capitolo vivrà, rifletterà e deciderà.
Il Capitolo, infatti, è solo una tappa, benché importante,
nella storia della Congregazione; è parte di un processo, la cui
vita dovrà poi ripercuotersi nelle persone dell'Istituto, nelle
nostre opere e nei nostri rapporti con la Chiesa e il mondo.
Ci guidino, quindi, un grande amore alla Congregazione e la profonda certezza
della «bellezza della nostra vocazione». Questa è stata
una profonda convinzione e forte insistenza di Padre Dehon, che ricorre
spesso nella sua corrispondenza.
L'ampiezza di vedute, l'ottimismo cristiano e il coraggio di Padre Dehon
ci stimolino e ci inspirino verso le mete che il Cuore di Gesù vuole
per la Congregazione oggi.
Con il suo ecce ancilla e conseguente testimonianza di vita, Maria,
modello di disponibilità a Dio e di impegno nella storia, ci faccia
vedere fin dove può arrivare ciò che il Signore si attende
da noi.
Con questo spirito, dichiaro aperto il XX Capitolo Generale della Congregazione e auguro a tutti un buon lavoro.