dehon_doc:articoli:articolo-dehon-20

P. Angelo Cavagna SCJ

 

L'IMPEGNO SOCIALE DI PADRE DEHON

 

Commissione Generale pro Beatificazione di p. Dehon

Curia Generale SCJ

Roma - 2004

L'IMPEGNO SOCIALE DI PADRE DEHON

I santi scuotono le istituzioni; a loro volta le istituzioni valorizzano ma anche frenano i santi.

Ciò è successo anche a p. Dehon (1843-1925) che, se ancora non è un santo del calendario, è certamente il depositario di una „grazia di fondazione” o „carisma di fondatore” di un istituto religioso, i „Sacerdoti del Sacro Cuore”, detti anche „Dehoniani”, appunto dal nome del fondatore. Da un lato egli avvertiva l'urgenza di rinnovare il cristianesimo al suo interno (culto, teologia, cultura, formazione dei preti e dei religiosi, all'insegna del primato dell'amore di Dio e del prossimo) e all'esterno (rinnovando il mondo, soprattutto in relazione alla questione operaia, all'insegna della carità evangelica).

P. Dehon frequentò e organizzò anche in prima persona congressi sociali di laici e perfino di preti in Francia, che suscitarono forti reazioni. Ciò avvenne fuori e anche dentro il suo stesso istituto. Ebbe tuttavia il conforto di pontefici come Leone XIII, il papa degli operai, e Benedetto XV, il papa della pace.

L'impegno sociale all'altezza dei tempi, vissuto personalmente da p. Dehon è stato trasmesso ed è divenuto caro anche all'istituto da lui fondato, come testimoniano i ripetuti richiami presenti nella „Regola di vita” riscritta dopo il concilio Vaticano II.

  

È impossibile citare e illustrare qui tutte le iniziative intraprese dai dehoniani italiani nei loro 75 anni di vita, sia in patria che all'estero, soprattutto nelle missioni. Mi limito a citare le più significative.

Anzitutto va notato che p. Dehon, volendo dare inizio anche in Italia al suo istituto (era sorto in Francia il 28 giugno 1878), non scelse a caso il luogo di partenza. Andò a Bergamo, dove era vescovo Radini-Tedeschi, suo amico ma anche antesignano del movimento sociale cattolico italiano (8 settembre 1907), e poi a Bologna dov'era vescovo quell'altro suo grande amico, per sintonia spirituale e sociale, Giacomo Della Chiesa (1 ottobre 1912), poi divenuto papa Benedetto XV.

I tempi, tuttavia, non erano più tanto favorevoli alle aperture sociali, come sarebbe stato necessario. Prevaleva il timore contro due grandi nemici: il modernismo e l'interpretazione critico-liberale della Bibbia. La formazione del clero nei seminari assunse una delle forme più difensive e chiuse nei riguardi della cultura laica. L'evento della prima guerra mondiale mise in sordina ogni altro problema pastorale-sociale. Tutte le energie furono indirizzate alla sopravvivenza. Esplose il partito popolare di don Luigi Sturzo nel 1919, ma di lì a pochi anni tutta la vita sociale e politica fu sommersa dal fenomeno fascista, che fece schizzare l'ago della bilancia verso un autoritarismo restauratore in ogni campo: culturale, sociale, politico, religioso. Anche la dimensione sociale del carisma dehoniano riuscì solo a conservare un po' di brace accesa sotto un fitto strato di cenere. Non emersero, in tutto quel periodo, né iniziative né personalità di spicco.

Con il ritorno alla dinamica democratica, dopo la seconda guerra mondiale, il mondo cattolico, nel suo complesso, si lanciò nella vita sociale e politica. L'azione cattolica fu un serbatoio immenso di energie sane e volenterose, che si riversarono, dal lato politico, nella neonata „Democrazia Cristiana” e, dal lato sociale, nella „Associazione Cristiana Lavoratori Italiani” (ACLI).

Lo „Studentato delle Missioni” divenne un „luogo di coltura” del laicato cattolico politico e sociale. Nacque il „Villaggio del fanciullo” per gli orfani di guerra, nello stile di autogoverno dei ragazzi ispirato al modello della „Citta dei ragazzi” di p. Flenegan negli Stati Uniti.

Piano piano si distinse un gruppetto di assistenti delle ACLI, che nel 1949 assunse la rettoria e si sistemò presso la chiesetta della „Nunziatina” a Roma: Boschini, Zampogna, Crippa. P. Boschini divenne e restò vice-assistente nazionale delle ACLI fino agli anni '80; p. Crippa fondò e seguì la „Associazione Professionale Italiana delle Collaboratrici Familiari” (API-COLF), prima nelle ACLI e poi autonomamente. Il gruppo dehoniano della Nunziatina curò e poi continuò in proprio la rivista „Studi Sociali”, fino ai nostri giorni. Allo studentato di Bologna si affermò „Il Regno” come rivista culturale cattolica di punta, sviluppatasi poi nell'autonomo „Centro Editoriale Dehoniano” (CED) o „Edizioni Dehoniane di Bologna” (EDB), che, oltre „Il Regno”, oggi comprendono „Settimana”, „Testimoni”, „Evangelizzare” e tutto il settore dei libri e dei sussidi pastorali, connotato da forte sensibilità ecumenica e sociale. Similmente sorsero le „Edizioni Dehoniane di Napoli”.

P. Boschini, restando sempre vice-assistente, fu il vero animatore culturale-pastorale delle ACLI; fu „il maestro” di generazioni e generazioni di aclisti, e quando morì volle che con lui scendesse nella bara anche la bandiera delle ACLI. Egli fu la mente vigile di tutto il movimento operaio, quel movimento che fu sempre guardato con distacco e con sospetto dal Vaticano, ma che per p. Boschini andava riconosciuto, anche da parte della chiesa, come il vero protagonista del riscatto sociale del mondo operaio.

Sorsero altre opere sociali, gestite o ispirate da dehoniani: per minori ad Andria nelle Puglie, a S. Antonio Abate (Napoli), a Palazzolo (Brescia); per ex-tossicodipendenti a Bologna e a Modena; per immigrati a Casalecchio dei Conti (Bologna); innumerevoli iniziative nelle varie missioni dehoniane (Argentina, Zaire, Cameroun, Mozambico, Filippine, Madagascar); parrocchie in zone povere, come il Quarticciolo a Roma, ecc…

 

La molteplicità delle iniziative non deve far perdere di vista „la questione o le questioni sociali numero uno”, che caratterizzano ogni epoca storica. Se si disattende tale centralità, si rischia di sperdersi nei mille rivoli dell'assistenzialismo fine a se stesso.

P. Dehon fu limpido nell'individuare la questione sociale numero uno del suo tempo: la questione operaia. Non aveva senso parlare di carità evangelica e disattendere o contrastare gli sforzi per risolverla, come purtroppo troppi ecclesiastici facevano. Anche l'enciclica „Rerum Novarum” di Leone XIII, che la riconosceva, fu ignorata od osteggiata da gran parte del mondo cattolico.

Oggi è abbastanza evidente che la questione sociale numero uno è il „terzo mondo”, connesso con i problemi di pace ed ecologia: „giustizia, pace, salvaguardia del creato”. Ne fanno fede quasi tutti i documenti sociali conciliari e post-conciliari. Ciononostante vi sono troppe resistenze e ostilità verso movimenti e persone che vi si impegnano. Porte aperte agli aiuti e all'assistenza, ma guai a fiancheggiare i movimenti terzomondiali, pacifisti, ecologisti.

I Dehoniani d'Italia, negli ultimi vent'anni, hanno cominciato a puntare decisamente l'attenzione su tali questioni. Alcuni di essi sono tra i più in vista, sia sul piano teologico che operativo.

Si vedano in particolare: il convegno di Capiago (Como), nel 1991, tra Dehoniani e ACLI nazionali, nel centenario della „Rerum Novarum”; il seminario teologico di studio ad Albisola (Savona), sempre nel 1991, tra Dehoniani, Pax Christi nazionale e Caritas Italiana, sul problema della „obiezione di coscienza al militare”; l'incontro di Assisi, nel 1993, tra Dehoniani, Conventuali, Cappuccini, ACLI, CIPAX, Pax Christi e Beati i Costruttori di Pace, nel trentennio della „Pacem in Terris” di papa Giovanni XXIII.

Sul piano operativo ci sono: il „Gruppo autonomo di volontariato civile in Italia” (GAVCI), che opera a Bologna, Modena e Padova nel campo del volontariato e della obiezione di coscienza; il „Comitato Europeo di Formazione e Agricoltura” (CEFA) di Bologna, che opera nel volontariato internazionale a lungo termine; il gruppo „Laici per il Terzo Mondo” (LTM) di Napoli, con caratteristiche simili; „Scilla” di Modena, per il volontariato internazionale a breve o medio termine.

La „Commissione di Impegno Sociale - Giustiza e Pace” (CIS-GP) dei Dehoniani d'Italia ha anche prodotto tre documenti: uno interno: „Per un rinnovamento nella sensibilità sociale SCJ” (Sacerdoti del Sacro Cuore), del 1993; e due prese di posizione pubbliche: „I cristiani e l'obiezione di coscienza al servizio militare” del 1992, e „Appello a Susanna Agnelli, ministro degli Esteri - Cosa facciamo con il volontariato internazionale?” del 1995. I Dehoniani hanno partecipato anche al „Processo conciliare di giustizia, pace, salvaguardia del creato” (Assisi 1988, Basilea 1989, Seul 1990) e alle missioni di pace nella ex-Jugoslavia, soprattutto a Sarajevo (1992-1995), con i „Beati i costruttori di pace”.

Tutto ciò, indubitabilmente, testimonia di una particolare sensibilità e presenza dehoniana ai principali problemi sociali del momento, anche se il cammino per risolverli sarà ancora lungo.

  • dehon_doc/articoli/articolo-dehon-20.txt
  • ostatnio zmienione: 2022/06/23 21:59
  • przez 127.0.0.1