Missionario mancato -- martire esaudito:
P. Martino Capelli scj (1912-1944)

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Nel 1931, dopo aver ascoltato una conferenza sull’allora martoriato Messico, Nicola Martino Capelli, appena emessi i primi voti (23.09.1930) scrisse: 

“O Vergine dei martiri Messicani, concedimi che un giorno sia anch’io martire di Cristo Re e di Te, Vergine Immacolata. O Mamma ti scrivo ancora commosso dalla conferenza dell’altro sul martire Messico. Sono sicuro che per intercessione dei suoi martiri me la concederai. Tuo figlio, fr. Martino Capelli.” (Missionario mancato – martire esaudito: P. Martino Capelli scj, Postulazione scj, Bologna 1996)

Nato a Nembro nel Bergamasco, ordinato sacerdote nel 1938 a Bologna, P. Capelli sognava di poter partire in missione per la Cina, progetto missionario della provincia italiana presto fallito. Però i suoi superiori decisero di mandarlo a Roma, dati i suoi brillanti risultati di studi.

“Speravo di scappare in missione, invece sono condannato a finire la vita su una cattedra di scuola” (p. Capelli in una lettera del 24.10.1939). 

Quindi si recò a Roma, ove studiò all’Istituto Biblico e all’Urbaniana, ottenendo il 10 luglio 1942 la licenza in Teologia ‘cum laude’. Nel 1943 lasciò definitivamente Roma per insegnare Sacra Scrittura e Storia Ecclesiastica nello studentato a Castiglione (vicino a Bologna), dove era trasferito tutto lo studentato di Bologna per motivi di sicurezza. Invece questo luogo si rivelò tutt’altro che sicuro e con l’avvicinarsi del fronte fra alleati e tedeschi/fascisti italiani diventò il tristemente noto ‘triangolo della morte’.

P. Capelli giunse precisamente il 19 settembre 1943 a Castiglione ‘in qualità di nuovo professore’, come nota il cronista dello Studentato. Secondo il giudizio degli alunni riusciva a interessarli alla propria materia, era cordiale con gli studenti. Anzi nei piccoli conflitti “lui teneva più dalla parte degli studenti, che non dei superiori; anche dalla nostra parte era molto simpatico, c’era cordialità, però poi con quella che era la direzione aveva parecchie difficoltà…” (P. Remo Canal, testimonianza del 1987).

Una grande devozione mariana, il sogno delle missioni, una splendida capacità intellettuale, e poi la scoperta dell’entusiasmo pastorale quando è chiamato ad aiutare i preti nei dintorni di Castiglione – ecco alcuni tratti della personalità di P. Capelli.

Il 23.6.1944 i tedeschi diedero l’ordine di sfollamento della casa di Castiglione per trasformarla poi in ospedale militare. La presenza di truppe tedesche nel grande edificio dello Studentato rese ancora più pericolosa la convivenza, oltre al trambusto. I padri si sparsero nelle varie parrocchie. Il 6 luglio 1944 la comunità di Castiglione sfollò a Burzanella, poco distante da Castiglione. 

Il 18 luglio 1944 si sentirono al mattino tiri di fucili e di mitraglia: un gruppo di tedeschi accerchiarono il paese e bruciarono alcune case che avrebbero ospitato i ribelli e fecero un rastrellamento catturando 5 italiani, presunti partigiani. I padri Agostini e Capelli chiesero grazia per quei poveretti. In seguito tre furono liberati, gli altri due giovani furono condannati. “Stavano per essere fucilati quando i nostri si interpongono perché vengano confessati. E lì nel campo i due si inginocchiano davanti a tutti e fanno la loro confessione. Uno da p. Capelli, l’altro dal parroco… Subito dopo, tra le lacrime e i singhiozzi dei presenti, si abbracciano e si baciano. Un minuto ancora e il loro corpo cade esanime colpito alla nuca da una palla tirata alla distanza di qualche palmo.” (Missionario mancato…, p. 69)

Il 20 luglio p. Capelli partì per il paese di Salvaro per aiutare mons. Mellini, l’anziano parroco. Con l’arrivo del salesiano Don Elia Comini, col quale fraternizzerà fino alla morte, p. Capelli poté accettare vari impegni di predicazione, che gli furono chiesti dai parroci dei dintorni. Ministero faticoso e pericoloso. Nel settembre del 1944 gli Alleati, sfondata la linea difensiva tedesca (Linea gotica), giunsero a pochi chilometri da Monte Sole. La presenza di un forte nucleo partigiano, forte di 700-800 uomini, divenne così ancor più pericolosa per l'esercito tedesco per i gravi ostacoli che poteva frapporre alle operazioni militari. Venne dunque impartito l'ordine di annientare la brigata "Stella Rossa". Il 29 settembre 1944 tutto il territorio venne circondato dall'esercito regolare tedesco e dalle SS, che, avvalendosi anche della collaborazione dei fascisti, procedettero senza alcuna discriminazione allo sterminio dell'intera popolazione. L'operazione portò all'uccisione di 770 persone di cui 216 bambini e 316 donne. 

Il martirio di P. Capelli va inserito in questa azione orribile. Due volte rifiutò ai suoi confratelli e ai suoi superiori di lasciare la zona per mettersi in salvo. Rifiuto che alcuni confratelli poi interpreteranno come disobbedienza – sebbene per motivi nobili – inserita nel carattere critico di p. Capelli. Rifiuto nel quale altri vedranno la scelta di rimanere fedele a una missione e a un popolo, quello di Salvaro. 

Quindi il 29 settembre 1944, essendo chiamati a soccorrere un ferito, sul cammino furono arrestati dai tedeschi p. Capelli e p. Comini, ritenuti delle spie. I soldati si servirono di loro per il trasporto di munizioni, facendoli salire e scendere il monte sotto la loro scorta. Furono poi rinchiusi, con un numeroso gruppo di altri rastrellati, nella scuderia della canapiera di Pioppe di Salvaro. Dopo due giorni di crudele prigionia, la domenica 1° ottobre, p. Capelli e p. Comini, insieme ad altri 44 prigionieri, condotti alla cosidetta ‘botte’ della canapiera, furono falciati dalle mitragliatrici delle SS naziste. Qualcuno fingendosi morto sotto la catasta dei trucidati, riuscirà a mettersi in salvo, dopo la partenza dei soldati tedeschi. Sarà uno di loro che ricorderà l’ultimo gesto sacerdotale di P. Martino: ferito a morte, si alzò a fatica, pronunciando ancora qualche parola e benedicendo. Tracciando quest’ultima benedizione, cadde con le braccia in croce. Aveva 32 anni. Di lui e di tutti gli altri trucidati si persero le tracce, pochi giorni dopo: aperte le paratie, l’acqua travolse i corpi, trascinandoli nel fiume Reno.

"Un giorno, o Mamma, ci rivedremo sul letto di morte del mio martirio" (p. Capelli nella sua Consacrazione alla Beata Vergine Immacolata, 8.12.1932)

Nel camposanto di Salvaro si leggono due lapidi dedicate a don Elia e a padre Martino: quest’ultima compendia la tesimonianza ei pastori di Monte Sole:

Nessuno ha un amore più grande
di chi dona la propria vita
padre Nicola Martino Capelli
rivelò la sua vita
nella grandezza della sua morte
semplicemente martire

(Fonte: Missionario mancata – martire esaudito – P. Martino Capelli scj; Postulazione scj, Bologna 1996)
 



Von der Mission geträumt -- als Märtyrer vollendet: 
P. Martino Capelli (1912-1944)

Im Jahre 1931 – Nicola Martino Capelli hatte erst kurz vorher am 23.09.1930 seine Ersten Gelübde abgelegt – schrieb der Neoprofesse im Anschluss an einen Vortrag über die Verfolgung von Katholiken in Mexiko: 
"Oh Jungfrau der mexikanischen Märtyrer, lass auch mich eines Tages Märtyrer Christi unseres Königs und Dein Märtyrer sein, Unbefleckte Jungfrau. Oh Mutter, ich schreibe Dir, noch immer unter dem bewegenden Eindruck der Konferenz von vorgestern über das Märtyrerland Mexiko. Ich bin mir sicher, dass Du mir dies auf die Fürsprache dieser Märtyrer gewährst. Dein Sohn, Fr. Martino Capelli." (Missionario mancata – martire esaudito: P. Martino Capelli scj, Postulazione scj, Bologna 1996)
P. Capelli, in Nembro (Region Bergamo) geboren und 1938 in Bologna zum Priester geweiht, träumte davon, als Missionar nach China gehen zu können (dieses Missionsprojekt der italienischen Provinz scheiterte sehr bald). Doch seine Oberen entschieden, ihn angesichts seiner ausgezeichneten Studienergebnisse zum Weitestudium nach Rom zu schicken.
"Ich hoffte, in die Mission entwischen zu können, statt dessen bin ich nun verurteilt, mein Leben auf einem Lehrstuhl zu beenden." (P. Capelli in einem Brief vom 24.10.1939)

Folglich begab er sich nach Rom, wo er am Bibelinstitut und an der Urbaniana studierte und am 10.07.1942 das Lizenziat in Theologie mit der Beurteilung ‚cum laude’ erwarb. 1943 verließ er endgültig Rom, um im Scholastikat in Castiglione (in der Nähe von Bologna) Bibelwissenschaften und Kirchengeschichte zu unterrichten. Aus Sicherheitsgründen war das Scholastikat dorthin verlegt worden, doch bald schon erwies sich dieser Ort alles anderes als sicher. Mit dem Heranrücken der Front zwischen Alliierten und Deutschen/italienischen Faschisten sollte diese Region den Beinamen ‚Todesdreieck’ erhalten.

Am 19. September 1943 kam P. Capelli "in der Funktion eines neuen Professors’ (Scholastikatschronik) in Castiglione an. Nach dem Urteil seiner Schüler gelang es ihm, sie für die entsprechenden Materien zu interessieren, er war herzlich im Umgang mit den Studenten, mehr noch: „In den kleinen Konflikten hielt er eher zu den Studenten und nicht zu den Oberen; er war uns sehr zugetan und herzlich gesonnen, mit der damaligen Hausleitung jedoch hatte er zahlreiche Schwierigkeiten..." (P. Remo Canal, 1987)

Eine tiefe Marienfrömmigkeit, der Traum von der Arbeit in den Missionen, ausgezeichnete intellektuelle Fähigkeiten, schließlich die begeisterte Entdeckung der pastoralen Tätigkeiten, als ihn die Priester aus der Umgebung von Castiglione um Aushilfen bitten – dies einige Züge der Persönlichkeit P. Capellis.

Am 23.06.1944 ordneten die Deutschen die Räumung des Hauses Castiglione an, um es in ein Militärhospital umzuwandeln. Die Anwesenheit der deutschen Truppen im Hauptgebäude des Studentates erschwerte das Nebeneinanderleben, abgesehen vom allgemeinen Durcheinander. Die Patres verteilten sich auf die umliegenden Pfarreien. Am 6. Juli 1944 zog die Kommunität gänzlich von Castiglione nach Burzanella um.

Am 18. Juli 1944 hörte man des morgens Schüsse von Gewehren und Maschinengewehren: ein Trupp deutscher Soldaten umzingelte das Dorf, brannten einiger Häuser nieder, die Rebellen Obdach gewährt haben sollten und nahmen 5 angebliche Partisanen fest. Die Patres Capelli und Agostini baten um Gnade für die Armseligen. Daraufhin wurden drei freigelassen, die zwei anderen wurden verurteilt."Alles war bereit für die Erschiessung, als die Unseren dazwischengingen, damit sie wenigstens beichten konnten. Und die zwei knieten dort auf dem Feld vor den Augen aller nieder und legten ihre Beichte ab. Einer bei P. Capelli, der andere beim Pfarrer... Dann, unter Tränen und Schluchzen der Anwesenden, küssten und umarmten sie sich. Eine Minute später fiel ihr seelenloser Körper, im Nacken von einer aus kurzer Distanz abgefeuerten Kugel getroffen, zu Boden."(Missionario mancato..., S. 69)

Am 20. Juli zog P. Capelli nach Salvaro, um dem greisen Ortspfarrer, Msgr. Mellini zur Seite zu stehen. Kurz darauf traf noch der Salesianer Elia Comini in Salvaro ein, mit dem P. Capelli bis in den Tod hinein zusammenwirkte. Durch die Anwesenheit des Salesianers war es für Capelli möglich, den Bitten der Pfarrer aus der Umgebung zu entsprechen und immer wieder zu Aushilfen und Festpredigten durch die Gegend zu ziehen. Ein mühsamer und gefährlicher Dienst aufgrund der besonderen militärischen Situation: Mit dem Durchbrechen der deutschen Verteidigungslinie (Gotische Linie) stießen die Alliierten im September 1944 bis auf wenige Kilometer auf den Monte Sole vor. Damit wurde die Präsenz eines starken Kontingentes von Partisanen, ca. 700-800 Männer, noch gefährlicher für die deutsche Armee und ihre militärischen Operationen. Deshalb wurde der Befehl erteilt, die Brigade „Roter Stern“ zu vernichten. Am 29. September 1944 wurde die gesamte Gegend von regulären deutschen Truppen und der SS, unter Mithilfe der italienischen Faschisten, umzingelt. Dann begannen diese Truppen, unterschiedslos die gesamte Bevölkerung der Gegend zu vernichten. Im Rahmen dieser Aktion wurden 770 Personen, darunter 216 Kinder und 316 Frauen umgebracht. 

Das Martyrium P. Capellis ist Teil dieser grausamen Aktion. Zweimal weigerte er sich seinen Mitbrüdern und Oberen gegenüber, die Gegend zu verlassen und sich in Sicherheit zu bringen. Später wird diese Weigerung von denen einen als Ungehorsam – wenn auch aus edlen Motiven – interpretiert, der zu dem kritischen Wesen Capellis passe. Andere werden in dieser Weigerung die Entscheidung sehen, einer Sendung und den Menschen der Pfarrei Salvaro treu zu bleiben. 

Am 29. September 1944 wurden P. Capelli und P. Comini gerufen, einem Verletzten zu Hilfe zu eilen. Auf dem Wort dorthin wurden sie von deutschen Truppen verhaftet, die sich für Spione hielten. Die Soldaten bedienten sich der beiden Priester, um Munition zu transportieren. Immer wieder mussten die beiden unter Bewachung den Berg hinauf und hinunter diese Arbeit verrichten. Dann wurden sie zusammen mit zahlreichen anderen in den Stall der Spinnerei von Pioppe di Salvaro gebracht. Nach zwei Tagen Haft, Sonntag, den 1. Oktober, wurden P. Capelli und P. Comini und 44 weitere Gefangene zum damals fast leeren Wasserbecken der Spinnerei gebracht und von den Truppen der SS erschossen. Zwei Männer überlebten, da sie sich unter den anderen Leichnamen tot stellten und verliessen das Wasserbecken nach dem Weggang der Deutschen. Einer von ihnen berichtete von der letzten priesterlichen Geste P. Martinos: zu Tode verletzt richtete er sich unter Mühen auf, einige Worte zum Segen sprechend. Nachdem er diese letzte Segnung vollzogen hatte, brach er mit in Kreuzform ausgebreiteten Armen zusammen. P. Capelli war 32 Jahre alt. Von ihm und den anderen Erschossenen ging jede Spur verloren, als nach wenigen Tagen das Wasserbecken geöffnet und Körper in den Fluss Reno gespült wurden.

Eines Tage, o Mutter, werden wir uns auf dem Totenbett meines Martyriums wiedersehen.“ (p. Capelli, Gebet zur Weihe an die Allerseligste Jungfrau Maria, 8.12.1932)

Auf dem Friedhof von Salvaro steht heute eine Gedenkstein, der an P. Martino Capelli erinnert. Die Inschrift lautet:

Niemand hat eine größere Liebe

als der, der sein Leben hingibt
Das Leben P. Capellis
wurde in der Größe seines Todes als Märtyrer offenbar

(Quelle: Missionario mancato – martire esaudito: P. Martino Capelli scj; Postulazione scj; Bologna 1996)
 




 
 
 
 

Not a Missionary but an Exemplary Martyr: 
Fr. Martino Capelli, scj (1912-1944)

After hearing a conference on the martyrs in Mexico shortly after taking his first vows in 1931, Nicola Martino Capelli wrote:
"O Virgin of the Mexican martyrs, allow me also one day to be a martyr for Christ the King and for you, Immaculate Virgin. O mother I write you still touched by the conference given on the Mexican martyrs.I am sure that through the intercession of your martyrs you will grant me this wish.Your son, Frater Martino Capelli." (Missionario mancato Ü martire esaudito: P. Martino Capelli, scj, SCJ Postulator's Office, Bologna 1996) 
Born at Nembro in the province of Bergamo, he was ordained a priest in 1938 at Bologna. Fr. Capelli dreamed of becoming a missionary in China, a project of the Italian Province that fell through. Instead his superiors sent him to Rome because of his brilliant academic abilities.
"I had hoped to become a missionary, instead I am condemned to finish my life as a teacher." (Fr. Capelli in a letter dated October10, 1939) 
Arriving in Rome he attended the Biblical Institute and the Urbaniana where on July 10, 1942, he received his license in Theology ïcum laudeÍ. In 1943 he left Rome for good to teach Sacred Scripture and Church History to the students at Castiglione (not far from Bologna), where the scholasticate had been moved for security reasons.However, Castiglione proved to be anything but secure as it was near the front in an area called the "Triangle of Death" because of the fierce fighting between the Allies and the Germans with their Fascist Italian counterparts. 
Fr. Capelli arrived at Castiglione on September 19, 1943, "As a new professor," as reported by the house chronicler of the scholasticate.According to student reports he presented his material in an interesting manner. In any community conflicts "he tended to side with the students, rather than with the staff.He was in fact very sympathetic to our views and cordial. He had some difficulties with the administration." (Testimony of Fr. Remo Canal, 1987)

He had great Marian devotion and dreamed of becoming a missionary.He had great intellectual capacity and developed an enthusaim for pastoral work when he was called to help the priests in the area around Castiglione Ü these are some of the personality traits of Fr. Capelli. 

On June 23, 1994 the Germans ordered the evacuation of the scholasticate at Castiglione so that they could turn it into a military hospital.Apart from any turmoil, the presence of German troops at the scholasticate made it dangerous to remain there.The priests were dispersed to various parishes.On July 6, 1994, the rest of the community was transferred to Burzanella, not far from Castiglione. 

On the morning of July 18, 1944, sounds of gunfire could be heard as a group of Germans were searching the countryside burning houses that had sheltered partisans. They had rounded up five Italians suspected of being partisans.Frs. Agostini and Capelli asked the Germans for mercy.They were able to secure the freedom of three, but the other two were condemned to death."They were ready to be shot when our people again intervened and asked that they might have their confessions heard.The two knelt in the field in front of everyone and there made their confession, the one to Fr. Capelli and the other to the pastor. Then amid the tears and sobs of those present they embraced and kissed, and a minute later their bodies fell after a shot to the back of the head." (Missionario mancato Ü martire esaudito: P. Martino Capelli, scjp. 69)

On July 20th,Fr. Capelli left for Salvaro to help Mons. Mellini, former pastor.There he met a Silesian, Don Elia Comini and the two became fast friends until death.Fr. Capelli accepted various preaching engagements in parishes in the neighborhood.It was difficult and dangerous work. In September 1944, the Allies smashed through the German line (the Gothic Line) a few kilometers from Monte Sole.The presence of a large partisan force of 700 to 800 men in the area was a danger to German operations consequently the Germans were ordered to annihilate the "Red Star" brigade.On September 29, 1994, the area was encircled by both German regular and SS troops, aided by Fascist collaborators.They proceeded to indiscriminately kill the entire population.The action led to the death of 770 persons, including 316 women and 216 children.

The martyrdom of Fr. Capelli began with this action. Twice he refused the request of his confreres and superiors to leave the area for safety.His refusal was interpreted by some of his confreres as disobedience (although for noble reasons) in keeping with his critical character.Others saw the refusal as a choice to remain faithful to his mission and the people of Salvaro.

On September 29, 1944, answering the call to aid the wounded Fr. Capelli and Fr.Comini were arrested by the Germans as spies.At first the soldiers used them to transport their ammunition up and down the mountain under escort.They were then imprisoned along with a large group of other partisans in a stable belonging to a rope factory in Pioppe di Salvaro.After two days of cruel imprisonment on Sunday October 1st Frs. Capelli and Comini along with 44 other partisans were led to the so-called "vault" of the rope factory where they were cut down by machine gun fire from the Nazi SS.A few were able to pretend death under the stack of bodies and saved themselves by waiting until the German soldiers departed.One of them was able to recount the last gesture of Fr. Martino:wounded and dying he raised his arm said a few words and a blessing and then fell with arms extended in the form of the cross.He was 32 years old. All traces of him and the others who were executed were lost when water-tight dam bulkheads were opened and their bodies were washed into the Reno River. 

"One Day, O mother, we will meet at my martyr's death." (Fr. Capelli in his Consecration to the Immaculate Virgin) 

In the Salvaro cemetary, there are two markers to Don Elia and to Fr. Martino: in tribute to their witness as pastors of Monte Sole: 

There is no greater love
than to give oneÍs own life
Father Nicholas Martino Capelli revealed this
in the way he lived
and in the magnitude of his simple martyrÍs death.

(Source:Missionario mancato Ü martire esaudito: P. Martino Capelli, scj, SCJ Postulator's Office, Bologna 1996)
 


P. Martino Capelli, scj (1912-1944)
Queria ser missionário, morreu mártir


Em 1931, depois de ter escutado uma conferência sobre o então martirizado México, Nicola Martino Capelli, jovem religioso, (23.09.1930, os primeiros votos), escreveu:

“Ó Virgem dos mártires mexicanos, concedei-me que eu seja também algum dia um mártir de Cristo Rei e vosso, Virgem Imaculada.Ó minha Mãe, eu vos escrevo ainda sob a comoção da conferência sobre o mártir México. Estou certo de que por intercessão de seus mártires me concedereis essa graça. Vosso filho, fr. Martino Capelli” . (Missionario mancato -- martire esaudito: P. Martino Capelli scj, Postulação scj, Bolonha, 1996).

Nasceu em Nembro, na província de Bérgamo; foi ordenado sacerdote em 1938, em Bolonha, e sonhava poder ir para as missões da China, projeto missionário da província italiana, cedo abandonado.

Seus superiores decidiram mandá-lo a Roma, por causa de seus brilhantes resultados escolares.

“Esperava ir para as missões; em vez disso estou condenado a terminar minha vida numa cátedra de sala de aula” (P. Capelli, numa carta de 24.10.1939)

Foi, pois, para Roma, onde estudou no Instituto Bíblico e na Urbaniana, obtendo a 10 de julho de 1942 a licenciatura em teologia “cum laude”. Em 1943, deixou Roma para ensinar Sagrada Escritura e História Eclesiástica no escolasticado de Castiglione (perto de Bolonha), para onde tinha sido transferido todo o escolasticado de Bolonha por motivos de segurança. Esse lugar, porém, não era tão seguro quanto se pensava. Quando as tropas dos aliados e dos alemães com os fascitas italianos ali chegaram, a região transformou-se no tristemente conhecido “triângulo da morte” .
P. Capelli chegou exatamente no dia 19 de setembro de 1943, em Castiglione na qualidade de “novo professor”, como registra o cronista do escolasticado. Segundo a opinião dos alunos, ele conseguia interessá-los pela sua matéria, era cordial com os estudantes. Nos pequenos conflitos “sempre se mantinha do lado dos estudantes contra os superiores; era também muito simpático, cordial conosco, porém, tinha muitas dificuldades com a direção...”(P. Remo Canal, testemunho de 1987).

Uma grande devoção mariana, o sonho das missões , uma esplêndida capacidade intelectual e depois, a descoberta do entusiasmo pastoral, quando foi chamado para ajudar os padres nos arredores de Castiglione: eis alguns traços da personalidade de P. Capelli.

A 23 de junho de 1944, os alemães ordenaram o despejo da casa de Castiglione para transformá-la em hospital militar. A presença de tropas alemãs no grande edifício do escolasticado tornou ainda mais perigosa a convivência, além da confusão.Os padres foram para as várias paróquias da região. Em 6 de julho de 1944, a comunidade de Castiglione transferiu-se para Burzanella, perto de Castiglione.

A 18 de julho de 1944, de manhã, ouviram-se tiros de fuzis e de metralhadora: um grupo de alemães cercou o lugarejo e queimou algumas casas que estariam escondendo os rebeldes e fizeram um pente-fino, capturando 5 italianos, supostos “partigiani”. Os padres Agostini e Capelli pediram clemência para aqueles pobres jovens. Três foram libertados, os outros dois foram condenados. “Estavam para ser fuzilados quando os padres intervem para que eles pudessem se confessar. E ali, no campo, os dois se ajoelham diante de todos e fazem a sua confissão. Um com o P. Capelli, outro com o pároco... Logo depois, entre lágrimas e soluços dos presentes, se abraçam e se beijam. Ainda um minuto e seus corpos caem sem vida atingidos na nuca pelos tiros disparados a poucos palmos de distância” (Missionário frustrado..., p. 69).

A 20 de julho, P. Capelli foi para Salvaro ajudar Mons. Mellini, velho pároco. Com a chegada do salesiano, P. Elia Comini , com o qual ficará unido até a morte, P. Capelli pôde aceitar vários compromissos de pregação que lhe foram solicitados pelos párocos dos arredores. Ministério cansativo e perigoso. Em setembro de 1944, os aliados, transposta a linha defensiva alemã (Linha gótica), chegaram a poucos quilômetros de Monte Sole. A presença de um forte contingente da resistência - 700 a 800 homens -- era para o exército alemão um grande perigo, porque podiam trazer graves dificuldades às operações militares. Por isso, foi dada a ordem de aniquilar a brigada “Stella Rossa”. A 29 de setembro de 1944, o território foi cercado pelo exército alemão e pelas SS, que, com a colaboração dos fascitas, sem nenhuma discriminação, eliminaram toda a população. Foram mortas 770 pessoas das quais 216 eram crianças e 316 mulheres.

O martírio de P. Capelli se insere nesse contexto horrível. Duas vezes, recusou os conselhos dos confrades e dos superiores para abandonar aquela região e colocar-se a salvo. Recusa que alguns confrades interpretaram como desobediência -- mesmo se por motivos nobres -- conforme o caráter crítico de P.Capelli. Recusa em que outros viram a escolha de permanecer fiel a uma missão e a um povo, o de Salvaro
.
No dia 29 de setembro de 1944, quando iam socorrer um ferido, P. Capelli e P. Comini, tidos como espiões, foram presos pelos alemães. Os soldados serviram-se deles para o transporte de munições, fazendo-os subir e descer o monte sob a vigilância deles. Foram depois trancados, juntamente com um numeroso grupo de outros prisioneiros, numa estrebaria da fiação de Pioppe de Salvaro. Depois de dois dias de cruel prisão, no domingo 1º de outubro, P. Capelli e P. Comini, junto com 44 prisioneiros, foram levados ao tanque da fiação e ali foram trucidados pelas metralhadoras das SS nazistas. Alguns, fingindo-se de mortos sob o monte dos cadáveres, conseguirão salvar-se, depois da saída dos soldados alemães. Será um deles que recordará o último gesto sacerdotal de P. Martino: ferido mortalmente, ergueu-se com dificuldade, pronunciou ainda algumas palavras e deu a bênção. Fazendo aquele último gesto de bênção, caiu com os braços em cruz. Tinha 32 anos. Todos os vestígios dele e dos outros mortos se perderam, alguns dias depois quando foram abertas as entradas do tanque e a água arrastou os corpos para o rio Reno.

“Um dia, ó minha Mãe, no tornaremos a ver no leito de morte de meu martírio” (P. Capelli em sua Consagração à Virgem Imaculada, 8.12.1932)

No cemitério de Salvaro se lêem duas lápides dedicadas a P. Elia e a P. Martino: resumem o testemunho dos pastores de Monte Sole:

Ninguém tem amor maior
Do que aquele que dá a vida
P. Nicola Martino Capelli
Revelou a sua vida
Na grandeza de sua morte

Simplesmente mártir.( Fonte: Missionario mancato -- martire esaudito: P. Martino Capelli scj, postulação scj, Bolonha, 1996).
 


No misionero pero mártir ejemplar:
P. Martino Capelli scj (1912-1944)

En 1931, tras haber escuchado una conferencia sobre el entonces martizado México, Nicola Martino Capelli, apenas emitidos sus primeros votos (23.09.1930) escribe: 

“Oh Virgen de los mártires Mexicanos, concédeme que un día sia también yo mártir de Cristo Rey y Tuyo, Virgen Inmaculada. Oh Madre te escribo aún conmovido por la conferencia del otro sobre el México mártir. Estoy seguro que por intercesión de sus mártires me la concederás. Tu hijo, frater Martino Capelli.” (Missionario mancato ­ martire esaudito: P. Martino Capelli scj, Postulazione scj, Bologna 1996)

Nacido en Nembro en el Bergamasco, ordenado sacerdote en 1938 en Bologna, el P. Capelli soñaba poder partir para las misiones en China, proyecto misionero de la provincia italiana pronto fracasado. Pero sus superiores decidieron mandarlo a Roma, dados sus brillantes resultados de estudios. 

“Esperaba escapar a las misiones,y sin embargo he sido condenado a acabar la vida en la cátedra de una escuela” (P. Capelli en una carta del 24.10.1939). 

Así pues, se trasladó a Roma, donde estudió en el Instituto Bíblico y en la Urbaniana, obteniendo el 10 de julio de 1942 la licencia en Teología ‘cum laude’. En 1943 dejó definitivamente Roma para enseñar Sagrada Escritura e Historia Eclesiástica en el estudiantado de Castiglione (cercano a Bologna), donde fue trasladado todo el estudiantado de Bologna por motivos de seguridad. Sin embargo, este lugar se reveló todo lo contrario a seguro y con el avance del frente entre aleados y alemanes/fascistas italianos se convirtió en el tristemente conocido ‘triángulo de la muerte’.

El P. Capelli llegó precisamente el 19 de septiembre de 1943 a Castiglione ‘en calidad de nuevo profesor’, como anota el cronista del Estudiantado. Según el juicio de los alumnos lograba interesarles en su materia, era cordial con los estudiantes. Es más, en los pequeños conflictos “él tenía de su parte a los estudiantes, que no los superiores; también por nuestra parte era muy simpático, habñía cordialidad, pero con la dirección tenía bastantes dificultades…” (P. Remo Canal, testimonio de 1987).

Una gran devoción mariana, el sueño de las misiones, una espléndida capacitdad intelectual, y después el descubrimiento del entusiasmo pastoral cuando es llamado para ayudar a los sacerdotes en las cercanías de Castiglione ­ he aquí algunos trazos de la personalidad del P. Capelli. 

El 23.6.1944 los alemanes dieron la orden de desalojo de la casa de Castiglione para transformarla en hospital militar. La presencia de tropas alemanas en el gran edificio del Estudiantado hizo aún más peligrosa la convivencia, además del trastorno. Los padres se dispersaron en las diferentes parroquias. El 6 de julio de 1944 la comunidad de Castiglione está en Burzanella, poco distante de Castiglione. 

El 18 de julio de 1944 se sintieron por la mañana tiros de dusil y de metralleta: un grupo de alemanes cercaron el pueblo y quemaron algunas casas que habrían hospedado a los rebeldes e hicieron un rastreo capturando 5 italianos, presuntos partisanos. Los padres Agostini y Capelli pidieron la gracia para aquellos pobres hombres. Tres fueron liberados, los otrso dos jóvenes fueron condenados. “Estaban por ser fusilados cuando los nuestros se interpusieorn para que fuesen confesados. Y allí en el campo los dos se arrodillaron delante de todos e hicieron su confesión. Uno con el P. Capelli, el otro con el párroco… Inmediatamente después, entre las lágrimas y los lamentos de los presentes, se abrazaron y se dieron un beso. Un minuto aún y sus cuerpos caen exánimes golpeados en la nuca por una bala disparada a ditancia de alún palmo”. (Missionario mancato…, p. 69)

El 20 de julio el P. Capelli parte para el pueblo de Salvaro para ayudar a mons. Mellini, el anciano párroco. Con la llegada del salesiano Don Elia Comini, con el cual fraternizarà fhasta su muerte, el P. Capelli pudo aceptar varios compromisos de predicaciones, que le fueron pedidos por los párrocos de la contornada. Ministerio fatigoso y peligroso. En septiembre de 1944 los aliados, sobrepasada la linea defensiva alemana (Línea gótica), llegron a pocos kilómetros de Monte Sole. La presencia de un fuerte nucleo partisano, fuerte de 700-800 hombres, convirtió la situación en aún más peligrosa para el ejército alemán por lo graves obstáculos que podrían poner a las operaciones militares. Se imparte la orden de aniquilar la brigada "Stella Rossa". El 29 de septiembre de 1944 todo el territorio es rodeado por el ejército regular alemán y por las SS, que, valiéndose también de la colaboración de los fascistas, proceden sin ninguna discrimianción al exterminio de la entera población. La operación supuso el asesinato de 700 personas de las cuales 216 niños y 316 mujeres. 

El martirio del P. Capelli se inserta en esta acción horrible. Dos veces rehusó dejar la zona para ponerse a salvo como le pedían sus cohermanos y sus superiores. Rechazo que alguns cohermanos interpretarán como desobediencia ­ si bien por motivos nobles ­ dentro del carácter crítico del P. Capelli. Rechazo en el cual otros verán la elección de permanecer fiel a una misión y a un pueblo, el de Salvaro. 

Por lo tanto el 29 de septiembre de 1944, siendo llamado a socorrer un herido, en el camino fueron arrestados por los alemanes el P. Capelli y el P. Comini, considerados como espías. Los soldados se sirvieron de ellos para el transporte de municiones, haciéndoles subir y bajar el monte bajo escolta. Fueron después recluídos con un numeroso grupo de arrestados en las cuadras de la canapiera de Pioppe di Salvaro. Tras dos días de cruel prisión, el domingo 1 de octubre, el P. Capelli y el P. Comini, junto a otros 44 prisioneros, conducidos a la llamada ‘botte’ de la canapiera, fueron ametrallados por las SS nazis. Alguno fingiéndose muerto escondido bajo el montón de los fusilados, logrará ponerse a salvo tras la partida de los soldados alemanes. Será uno de ellos quien recordará el último gesto sacerdotal del P. Martino: herido de muerte, se alzó con fatiga, pronunciando aún alguna palabra y bendiciendo. Trazando esta última bendición, cayó con los brazos en cruz. Tenía 32 años. De él y de todos los otros fusilados se perdieron las huellas, pocos días después, abiertas las paredes, el agua arrastró los cuerpos llevándolos al río Reno. 

"Un día, oh Madre, nos volveremos a ver en el lecho de muerte de mi martirio" (P. Capelli en su Consagración a la Bienaventurada Virgen Inmaculada, 8.12.1932)

En el cementerio de Salvaro se leen dos lápidas dedicadas a don Elia y al padre Martino: esta última compendia el testimonio de los pastores de Monte Sole:

Nadie tiene amor más grande
que quien da la propia vida
el padre Nicola Martino Capelli
reveló su vida
en la grandeza de su muerte
simplemente mártir

(Fuente: Missionario mancato ­ martire esaudito ­ P. Martino Capelli scj; Postulazione scj, Bologna 1996)



 

Non un missionnaire, mais un martyr exemplaire:

P. Martino Capelli, scj (1912-1944)

Peu après sa première profession en 1931, Nicholas Martino Capelli écrit, après avoir écouté une conférence sur les martyrs au Mexique:

"Ô Vierge des martyrs mexicains, donne-moi d'être un jour, moi aussi, martyr pour le Christ Roi et pour toi, Vierge Immaculée. Ma Mère, je t'écris encore tout bouleversé du récit de ces martyrs mexicains. Je suis sûr que, par leur intercession, tu réaliseras mon désir.  Ton fils, Frater Martino Capelli."(Missionario mancato -- martire esaudito: P. Martino Capelli, scj, Postulation SCJ, Bologne 1996)

Né à Nembro, dans la province de Bergamo, il a été ordonné prêtre en 1938 à Bologne. Le P. Capelli avait rêvé d'être missionnaire en Chine, un projet de la Province d'Italie qui ne s'est pas réalisé. Ses supérieurs l'ont plutôt envoyé à Rome à cause de ses grandes aptitudes pour les études.

"J'espérais être missionnaire, mais me voilà plutôt condamné à finir mes jours comme enseignant." (P. Capelli, dans une lettre datée du 10 octobre 1939)

À Rome, il étudia à l'Institut Biblique et à l'Urbaniana où il obtint sa licence en théologie cum laude. En 1943, il quitte Rome définitivement pour enseigner l'Écriture et l'Histoire de l'Église à Castiglione (près de Bologne), où le scolasticat a été déménagé pour des raisons de sécurité. Mais Castiglione ne s'avéra pas une zone sécuritaire, puisque située tout près du front, dans une zone appelée "Triangle de la mort" à cause des feux nourris entre les Alliés et les Allemands, ainsi que les fascistes italiens.

Le P.Capelli y arrive le 19 septembre 1943, "comme nouveau professeur", ainsi qu'en fait foi le journal du scolasticat. Selon ce qu'en rapportent les étudiants, il présente sa matière de façon intéressante. Si un conflit se présentait, "il avait tendance à prendre le parti des étudiants plutôt que celui du personnel. En fait, il était très sympathique à nos façons de voir, et très cordial. Il connaissait certains problèmes avec l'administration." (Témoignage du P. Remo Canal, 1987)

Il avait une grande dévotion à Marie et rêvait de devenir missionnaire. Très doué intellectuellement, il s'enthousiasmait pour le travail pastoral lorsqu'on lui demandait d'aider les prêtres de la région. Voilà quelques traits de sa personnalité.

Le 23 juin 1944, les allemands ordonnèrent l'évacuation du scolasticat de Castiglione afin d'y installer un hôpital militaire. En plus de toute l'agitation, la présence des troupes allemandes au scolasticat rendait la situation dangereuse. Les prêtres furent envoyés dans différentes paroisses. Le 6 juillet 1944, le reste de la communauté fut envoyé à Burzanella, près de Castiglione.

Au matin du 18 juillet 1944, on entendit des coups de feu alors qu'un groupe d'allemands fouillaient et brûlaient des maisons des environs, à la recherche de rebelles. Ils rassemblèrent cinq italiens, soupçonnés de rébellion. Les PP. Agostini et Capelli demandèrent aux allemands de relâcher ces hommes. Ils obtinrent gain de cause pour trois d'entre eux, alors que les deux autres furent condamnés à mort. "On s'apprêtait à les exécuter lorsque les gens intervinrent à nouveau pour qu'ils puissent se confesser. Les deux s'agenouillèrent sur place, devant tout le monde, pour se confesser, l'un au P. Capelli, l'autre au curé. Puis, au milieu des larmes des personnes présentes, ils s'embrassèrent et, une minute plus tard, tombèrent sous les balles tirées derrière leur tête." (Missionario mancato -- martire esaudito: P. Martino Capelli, scj, p. 69)

Le 20 juillet, le P. Capelli se rendit à Salvaro pour aider Mgr Mellini, l'ancien curé. Il y rencontra un Salésien, Don Elia Comini, avec qui il se lia d'une amitié qui dura jusqu'à la mort. Le P. Capelli accepta de prêcher dans les paroisses des environs, un travail difficile et dangereux. En septembre 1944, les Alliés réussirent à franchir les lignes allemandes (la Ligne Gothique), à quelques kilomètres de Monte Sole. La présence d'une force de 700 à 800 résistants dans la région mettait en danger les opérations allemandes. C'est pourquoi les allemands ordonnèrent la destruction de la brigade "Étoile Rouge". Le 29 septembre, toute la région fut encerclée par les troupes allemandes régulières, accompagnées des SS et des collaborateurs fascistes. Ils commencèrent à exécuter toute la population, sans exception. On compta 770 victimes, dont 316 femmes et 216 enfants.

Ces événements marquèrent le début du martyre du P. Capelli. À deux reprises il refusa la demande de ses confrères et de ses supérieurs de quitter cette région insécure. Certains interprétèrent son refus comme une désobéissance (quoique pour de nobles raisons) due à son caractère difficile. D'autres y virent le choix de rester fidèle à sa mission et à la population de Salvaro.

Le 29 septembre 1944, alors qu'ils allaient aider des blessés, les PP. Capelli et Comini furent arrêtés par les allemands, sous motif d'espionnage. Les soldats leur firent d'abord transporter leurs munitions, montant et descendant la montagne sous escorte. Ils furent ensuite emprisonnés avec plusieurs autres résistants, dans une étable appartenant à un cordier de Pioppe di Salvaro. Après deux jours d'un emprisonnement cruel, le dimanche 1er octobre 1944, les PP. Capelli et Comini, ainsi que 44 autres prisonniers, furent conduits dans ce que l'on pourrait appeler "la voûte" de l'usine, où ils furent fusillés par les nazis SS. Quelques-uns purent simuler la mort sous les dépouilles de leurs compagnons, et purent se sauver en attendant le départ des soldats allemands. L'un d'eux put raconter le dernier geste du P. Martino: blessé à mort, il leva son bras, dit quelques mots et prononça une bénédiction, avant de tomber, les bras en croix.  Il était âgé de 32 ans. On a perdu toute trace de lui et de ses compagnons lorsque les vannes d'un barrage furent ouvertes et que l'eau entraîna leurs corps dans la rivière Reno.

"Un jour, Ô Mère, nous nous verrons, au moment de mon martyre." (Consécration du P. Capelli à la Vierge Immaculée)

Au cimetière de Salvaro, on trouve deux monuments à la mémoire du témoignage de Don Elia et du P. Martino comme pasteurs de Monte Sole:

Il n'y a pas de plus grand amour
que de donner sa vie.
Le Père Nicholas Martino Capelli en a témoigné
par la façon dont il a vécu
et par la grandeur de son martyre.



(Source: Missionario mancata  'martire esaudito'  P. Martino Capelli scj, Postulation SCJ, Bologne 1996)