Soria dell'Associazione Reparatrice
fondata da P. Leone Dehon (1878-1925)

P. Egidio Driedonkx, scj

INTRODUZIONE

P. Leone Dehon (1843-1925), fondatore della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore, fu un grande apostolo del Cuore di Gesù e della riparazione. Visse i primi anni del suo sacerdozio nella popolosa città di San Quintino (Francia), dando vita a numerose iniziative sociali per favorire la promozione umana e la vita cristiana dei giovani e del mondo operaio.

Era veramente assetato di una vita interiore che, in tutte le circostanze, alimentò con la forte attrattiva per il Cuore di Gesù e per la riparazione.

Per dare forma concreta al suo ideale, dopo aver ottenuto il permesso del Vescovo, fondò nel1878 la Congregazione dei sacerdoti del Sacro Cuore che amava chiamare "Oblati", ossia, consacrati e offerti all’amore di Dio in Cristo e alla riparazione dei peccati del mondo, che sono un’offesa all’amore di Dio, ma anche un’offesa ai diritti e alla dignità della persona umana.

Questo ideale di amore e di riparazione non poteva però riservarlo solo ai sacerdoti e ai membri del suo Istituto. Perciò fondò anche, nello stesso anno 1878, l’Associazione Riparatrice del Cuore di Gesù, per fare partecipi del suo carisma anche i sacerdoti diocesani, i consacrati e i laici.

Naturalmente lo sviluppo di questa Associazione fu lento, ma progressivo, tanto che in data 8 febbraio 1889 fu approvata e riconosciuta ufficialmente dal suo Vescovo, Mons. Thibaudier.

Il documento costitutivo, con il testo autografo e firma del Vescovo, si conserva a Roma negli archivi della Congregazione.

Il presente studio intende tracciare a grandi linee l’evoluzione storica dell’Associazione, dall’anno della sua fondazione, 1878, fino alla morte di Padre Dehon, 1925.
 

PRIMA PARTE

LE GRANDI LINEE DELLA SUA STORIA

1.1. - FONDAZIONE E PRIMI PASSI

Quando Padre Dehon nel 1878 fondò la sua Congregazione, lo fece per condurre i sacerdoti e i fedeli al Cuore di Gesù, offrendogli un tributo quotidiano di adorazione, di riparazione e di amore. Perciò fin dall’inizio volle fare partecipare anche i laici alla spiritualità e ai fini del suo Istituto. Così si creò dal 1878 una "Associazione Riparatrice", o una "Associazione Intima" per le persone che non essendo membri della Congregazione, volevano vivere lo stesso spirito. Il fine che si proponeva agli associati era di impetrare con le loro preghiere, con le loro opere, con i sacrifici e la riparazione, la venuta del regno del Sacro Cuore e le benedizioni di Dio sopra i sacerdoti.

Fin dall’inizio l’Associazione Riparatrice era formata da gruppi diversi: il primo comprendeva gli "associati", l’altro gli "aggregati". Ambedue i gruppi comprendevano sacerdoti e laici. Mentre gli associati formavano, per così dire, la massa, gli aggregati vivevano interiormente lo spirito dell’Istituto; come una specie di Terz’Ordine e, specialmente all’inizio della Congregazione molti di essi, pronunciavano il "Voto di Vittima", ossia, si consegnavano in completo abbandono nelle mani del Signore, accettando in anticipo i sacrifici che Egli avesse voluto inviare loro. Tra loro c’era la stessa madre del Fondatore.

Quando Padre Dehon incominciò la sua Associazione Riparatrice, non fece qualcosa di nuovo, ossia qualcosa che non esisteva ancora nella Chiesa del suo tempo. Già esistevano varie associazioni più o meno con lo stesso fine.

Nel 1869 era nata, nella Parrocchia di Fère-Champenoise, la "Associazione di preghiera per i sacerdoti" sotto il patrocinio di San Giovanni Evangelista; nel 1874 l’Abbé P. Brion di Bordeaux, nel santuario di Loreto (Italia), ebbe l’idea di fondare la "Unione di Vittime del Cuore di Gesù", o la "Milizia eroica per la santificazione del clero". Nell’ambiente della Francia di quel tempo si andavano formando pie associazioni nello spirito vittimale.

È interessante notare che anche Leone Harmel fondò nel 1869 a Val-des-Bois una "Associazione Intima" in questo stesso spirito per la conversione degli operai in tutto il mondo. Questa Associazione contava nel 1886 ben 1.000 membri sparsi per tutta la Francia.

La prima persona che appare nei documenti dei nostri Archivi come "aggregato" del nostro Istituto è il signor Lécot, che apparteneva anche alla Conferenza di S. Vincenzo della parrocchia principale di San Quintino. Padre Dehon dice nelle "Notes sur l’histoire de ma vie", che il signor Lécot il Venerdì Santo, 11 aprile 1880, comprò per il suo Istituto un orto che confinava con la Casa Madre. Come aggregato aveva preso il nome di Giuseppe d’Arimatea.

Nello stesso diario, trattando e descrivendo la fine dell’anno 1880, Padre Dehon ci offre la lista dei suoi "primi aggregati".

Per questo fatto alcuni hanno pensato che l’Associazione Riparatrice sia stata fondata in questo periodo, per esempio il P. Ducamp. Nella sua biografia di Padre Dehon scrive: "Dall’anno 1880 un certo numero di laici, molto simpatizzanti per la corrente di idee portata avanti dall’Istituto dei Sacerdoti Oblati del Cuore di Gesù, sollecitarono il favore di unirsi ai loro meriti e ai loro scopi, con i vincoli di una vera aggregazione".

Ma abbiamo altri documenti, per esempio, "Règlement Divers" del 1919, che dicono chiaramente che la fondazione dell’Associazione risale al 1878.

Inoltre c’è un documento molto antico del 1892: "Notices sur la Congrégation des Prêtres du Coeur de Jésus", che è una piccola storia della Congregazione scritta probabilmente per i nostri novizi. Dice che fin dall’inizio Mons. Thibaudier autorizzò l’Associazione e che prima di lasciare Soissons per prendere possesso della sede arcivescovile di Cambrai, lasciò la sua approvazione per scritto. L’Associazione contava nel 1892 varie centinaia di membri.

Nella lista ricorda che vi sono 27 persone, 11 uomini e 16 donne. Tra gli uomini si trova l’Abbé Mathieu, arciprete della Basilica di San Quintino, l’Abbé Genty, già pensionato, che conservava il titolo di primo vicario e abitava insieme all’Abbé Mathieu. Figurano anche l’Abbé Leleu, anch’egli vicario della Basilica e membro dell’Oratorio fondato da Padre Dehon nel 1874; così pure l’Abbé Cirillo Petit, parroco di Buironfosse, grande collaboratore in tutto e grande zelatore dell’As-sociazione. Questo sacerdote gli scriveva il primo gennaio 1882: "Voglio percorrere con lei il cammino del sacrificio e far camminare le persone scelte che mi sono state affidate. Voglio far loro apprezzare l’importanza del voto di vittima fino a farlo desiderare; tra non molto iscriverò 20 persone al Terz’Ordine degli Oblati. Le voglio scrivere di più al riguardo".

Troviamo nella lista anche il signor Vilfort, altro membro della Conferenza di S. Vincenzo della basilica di San Quintino. Fa meraviglia che non ci sia nella lista il signor Lécot, bensì la sua signora, come vedremo più avanti.

Tra le donne figurano la madre di Padre Dehon e alcune delle sue parenti, come sua zia e madrina di battesimo, la signora Giulietta Vandelet, sposa di Felice Penant e anche madre di un figlio sacer-dote; e in più la signora Demont-Buffy, prima sorella di sua madre.

Vi si trovano la signora Herr, madre di due dei nostri futuri sacerdoti, Ernesto e Leone Herr, e come già abbiamo visto, la signora Lécot.

Di quasi tutti i laici sopra menzionati sappiamo che erano uomini e donne "d’oeuvres", ossia, "di opere", ciò è molto importante. Carlo Lécot, grande amico dell’Abbé Mathieu sosteneva le sue opere. Il signor Vilfort era fratello Rettore del Terz’Ordine di san Francescco. A proposito di sua zia Giulietta Padre Dehon dice che era molto devota e di grande iniziativa, dava a sua madre il libro o la rivista che pensava esserle utile e la iniziava alle nuove opere.

Circa la signora Demont sappiamo che fu presidente del ramo femminile del Terz’Ordine, che si dedicava a tutte le opere, che era zelatrice della Propagazione della Fede, della Santa Infanzia, dell’Opera di San Francesco Regis per regolare la situazione dei matrimoni illegittimi, ecc. Padre Dehon l’apprezzava molto.

Sappiamo tutti come la signora Dehon appoggiava tutte le opere di suo figlio. Inoltre fondò a La Capelle l’Opera di san Giuseppe a beneficio dei poveri, e la "Confraternita delle madri cristiane".

Padre Dehon dice che molte di queste persone hanno visto come Dio realmente abbia accettato l’offerta della loro vita attraverso le croci che la Provvidenza inviava loro.

Questi aggregati ricevevano la croce con il Sacro Cuore, uguale a quella che portavano i membri dell’Istituto. Pronunciavano un atto di offerta o de oblazione al Sacro Cuore in unione con i nostri e le Suore Ancelle del Cuore di Gesù (Soeurs Servantes duCoeur de Jésus).

Poiché gli aggregati erano considerati come una specie di Terz’Ordine, si dava a ciascuno di loro un nome religioso al momento dell’ingresso nell’Associazione.

Un altro documento importante che possediamo comprende una lista di aggregati fatta dal novizio Mattia Maria Legrand nel Natale del 1880. In questa lista ci sono 33 uomini e 33 donne. Sembra che Padre Dehon avesse il compito di inscrivere gli uomini e la Chère Mère le donne, come vediamo anche in un foglietto di propaganda dell’Associazione del 1890. Risulta dunque l’esistenza di una grande unione tra le due Istituzioni. Il novizio Legrand nacque a Caumont presso Chaumy. Prima di entrare al noviziato aveva lavorato a Chartres all’ufficio delle Imposte Interne. Per questo, oltre vari suoi parenti, troviamo nella lista diverse persone di queste due città, per esempio un vicario della parrocchia di San Martino e alcuni professori dell’Istituto San Carlo di Chaumy, così pure alcuni sacerdoti, professori, famiglie amiche di Chartres. Vi compare anche un impiegato delle Imposte Interne di Lille, certamente un suo ex-collega, e Claudio Lobbé, il presidente del Circolo Operaio fondato da Padre Dehon.

In questo periodo c’era al noviziato anche P. Lamour che era stato cappellano dell’Istituto "La Croix" di Chaumy. Può darsi che abbia aiutato il novizio Legrand nel comporre la sua lista. Altro appoggio può essere venuto anche da P. Dessons, che era entrato da poco al noviziato, infatti nella lista compaiono due suoi fratelli.

Anche la famiglia Dessons era una famiglia molto impegnata nelle opere. Fu con il grande aiuto di papà Dessons che, come il P. Rasset nel 1875, si potè formare un Circolo Operaio a Sains dove P. Dessons era parroco e dove abitava la sua famiglia.

Vediamo quindi che alla fine del 1880 c’era già un buon gruppo di aggregati, unificando le due liste, quasi cento persone, mentre l’Istituto stesso contava in questo momento 3 professi e 7 novizi. In questo modo Padre Dehon poteva annotare nel suo Diario: "Le aggregazioni di devoti laici ci portano un grande contributo di preghiere, di buone opere e ogni tanto l aiuto economico".

1.2. - LA CAMPAGNA DI PADRE DEHON CON MONS. GAY PER E TRA I SACERDOTI

Padre Dehon aveva fondato il suo Istituto per riparare il S. Cuore delle mancanze che riceveva da parte dei sacerdoti e delle persone consacrate. A questo fine aveva fondato anche una Associazione Riparatrice e invitata sacerdoti e laici ad aggregarsi. Però pensava di poter fare ancora di più per e con i sacerdoti.

Attraverso i fratelli di Pascal entrò in contatto nel 1882 con Mons. Gay, vescovo ausiliare di Poitiers. Padre Dehon seppe guadagnarlo alla sua causa del S. Cuore e gli propose di fare una crociata di preghiere e di opere riparatrici tra il clero. I due iniziarono una grande campagna. La situazione di Mons. Gay gli permetteva di scrivere a tutti i vescovi. Padre Dehon suggerì il tema della lettera e le copie furono fatte a S. Quintino. Ben 33 vescovi risposero favorevolmente e pubblicarono la lettera per il loro clero. La circolare di Mons. Gay fu poi pubblicata in libretto. Aveva come titolo: "Risoluzioni proposte da un Prelato francese per una unione del clero nella preghiera riparatrice al S. Cuore in vista del trionfo della Chiesa, della salvezza della Francia e del mondo".

Nelle prime pagine si sottolineava la necessità della penitenza. Poi si diceva che specialmente il sacerdote deve essere uomo di penitenza, perché chiamato ad essere vittima insieme a Cristo. Deve essere salvatore e mediatore con lui a favore del popolo. Si invitano i sacerdoti a offrire al mattino tutte le proprie azioni della giornata al Signore, a fare la visita al SS.mo ogni giorno facendo un atto di riparazione e una preghiera per la Chiesa e la Patria; ad offrire una messa riparatrice una volta al mese, con preferenza nel primo venerdì del mese e, per coloro che lo desideravano, ad offrirsi ogni giorno con Gesù nella santa Messa in spirito di Vittima.

Sono invitati tutti i sacerdoti, anche coloro che appartengono al Terz'Ordine o si sono iscritti alla Associazione del Cuore di Gesù, Penitente per noi, fondata nel 1879 a Digione.

Il vescovo di Viviers, sostenitore di questa campagna, fondò una associazione riparatrice. Padre Dehon nel 1910 riprese questa iniziativa del 1882, come vedremo più avanti.

1.3. - L'APPROVAZIONE UFFICIALE DELL'ASSOCIAZIONE (8 febbraio 1889)

Lentamente andava aumentando il numero delle persone che si iscrivevano alla nostra Associazione. Nel 1882 si aggregò P. Sebastiano Wiart, trappista, che nel 1883 fu nominato Abate del monastero di Mont des Cats, e nel 1883 la signora Pouquet, nipote di Mons. Gay.

L'8 agosto 1887 Padre Dehon inviò alla S. Sede una informazione sulla sua Congregazione. In questa "Memoria" dice che il nostro istituto conta anche degli aggregati secolari, sacerdoti e laici senza citarne il numero.

Intanto la nostra Associazione non era ancora stata ufficialmente riconosciuta dal Vescovo locale, situazione che doveva presto mutare. Il 25 febbraio 1888 la Santa Sede approvò infine il nostro Istituto, dando il "Decretum Laudis". Questo facilitava una eventuale approvazione della nostra Associazione da parte del vescovo di Soissons. Nel frattempo P. Mantovelle, in Ecuador, prendeva contatti con Padre Dehon per unire la sua Congregazione "Amore Divino" con la nostra. A tale scopo il 10 novembre 1888 erano partiti i primi missionari. P. Mantovel, e con lui altre persone in Francia, pensavano di: "…formare sotto la bandiera del S. Cuore una opera di azione e di apostolato con una organizzazione adeguata per contrastare le sette massoniche e il male che stava invadendo il mondo".

Padre Dehon accettò questa idea e intese dare alla sua Associazione un nuovo regolamento. Nello spirito di P. Matovelle, che accentuava molto il Regno sociale del S. Cuore, diede alla nostra Associazione il nuovo nome di "Associazione del S. Cuore nelle anime e nelle società". È bene ricordare che Padre Dehon il 25 gennaio 1889 aveva iniziato a pubblicare una rivista che portava lo stesso nome. Vediamo così chiaramente che vi è una corrispondenza di idee tra l'Associazione e la Rivista "Il Regno" che lentamente si propagava tra gli associati. L'8 febbraio 1889, Mons. Thibaudier approvò la nostra Associazione Riparatrice con il suo nuovo nome.

Secondo il nuovo statuto, il fine dell'Associazione è il regno del Sacro Cuore nelle anime e nelle società. Essa ha due livelli o gradi: il livello di Associazione intima di preghiere e sacrifici e quello di azione sociale.

Gli associati di primo grado, quello dell'azione, si impegnano:

1. A riconoscere apertamente e pubblicamente i diritti e la regalità di Gesù Cristo; si impegnano a rispettarli in loro stessi e a farli rispettare per quanto possono, ispirandosi sempre alla umiltà e dolcezza del Cuore di Gesù. L'ultima parte della frase fu aggiunta dallo stesso Mons. Thibaudier.

2. A vigilare perché nella propria famiglia e nelle persone dipendenti vengano osservati i precetti divini, specialmente il precetto di santificare il giorno del Signore.

3. A combattere la stampa cattiva e propagare la stampa cattolica,

4. Ad offrire ogni mese, per quanto è possibile, una Messa per gli associati e ad assistere ad una riunione per progettare i mezzi da adottare nel proprio ambiente per affrettare il ritorno a Dio e instaurare il Regno del Cuore di Gesù.

5. Poiché Nostro Signore stesso ha proposto la devozione al suo divin Cuore quale rimedio molto efficace per ottenere la salvezza della patria, gli associati la praticheranno e la diffonderanno con tutti i mezzi possibili.

Gli associati di secondo grado si impegneranno:
1. A offrire ogni mattina le proprie preghiere, il proprio lavoro, le proprie sofferenze e la propria vita in unione con il Cuore di Gesù, in spirito di amore, riparazione e intercessione.

2. Ad accettare lungo il giorno con lo stesso spirito le sofferenze e le prove che il Signore vorrà mandare; in una parola, offrirsi vittime per consolare il Cuore di Gesù e instaurare il Regno tra noi.

3. Ad avere una grande devozione all'Eucaristia e a fare un'ora di adorazione con la comunione riparatrice ogni primo venerdì o ogni prima domenica del mese.

4. A praticare le virtù della purezza di cuore e dell'umiltà e a vivere in spirito di generosità e di servizio.

5. A offrirsi, tutti i venerdì e specialmente i primi venerdì del mese, come vittime per espiare i peccati della Patria, facendo effettive penitenze con questa intenzione.

6. A diffondere la devozione al S. Cuore.

Alla fine di questo testo Mons. Thibaudier scrisse: "Il direttore dell’Associazione sarà il Superiore della Società dei sacerdoti del Sacro Cuore, attualmente stabilito a San Quintino, o un altro sacerdote della detta Congregazione nominato dal Vescovo di Soissons".

E’ chiaro che quelli del secondo grado si obbligavano anche loro a compiere quanto stabilito per il primo grado, poiché il fine per tutti era lo stesso: la santificazione personale per mezzo della devozione al Sacro Cuore e instaurare il suo regno nelle anime e nelle società. Tutti dovevano essere apostoli.

Nello stesso anno 1889 Padre Dehon aggregò la sua Associazione all’Arciconfraternita del Sacro Cuore di Roma, che aveva la sua sede nella chiesa di Nostra Signora della Pace. Questa aggregazione fu rinnovata il 23 marzo 1901.

A Padre Dehon piaceva aggregarsi alle arciconfraternite di Roma. Lo fece anche con la Congregazione Mariana che aveva fondato nel Patronato e nel Collegio S. Giovanni. Conferiva certi privilegi, specialmente la possibilità di poter lucrare certe indulgenze, alle quali si dava molta importanza in quel tempo.

In "Règlements Divers" del 1919 troviamo pubblicate le indulgenze che i nostri associati potevano lucrare con l’aggregazione della nostra Associazione riparatrice all’Arciconfraternita del Sacro Cuore di Roma.

1.4. - GLI ANNI 1890-1904

Sottolineamo alcuni fatti:

1.5. - Gli anni 1905-1909

Una delle persone maggiormente interessate, nel nostro Istituto, per l'Associazione Riparatrice, è stato P. Prévot. Prima di entrare in Congregazione, mentre era ad Aix, aveva fondato una pia associazione che aveva come fine di fare sentire ancora al Signore quelle attenzioni che egli aveva ricevuto nella casa di Maria e Lazzaro a Betania.

Il 22 dicembre 1905 scrive a Padre Dehon una lettera in cui gli propone di riorganizzare la nostra Associazione sul modello dell'Apostolato della Preghiera, sotto la protezione di Maria Riparatrice. La nostra Associazione sarebbe stata più semplice e più preziosa. Gli propone anche di iniziare una rivista per tutti i nostri associati e indica i diversi temi che si potrebbero trattare. Gli chiede se il Manuale che stava per stampare e che egli stesso aveva scritto, avrebbe potuto chiamarsi "Manuale dell'Associazione dell'Apostolato e della Riparazione". Padre Dehon fu molto contento di tali proposte di P. Prévot e accettò anche il nome che egli voleva dare all'Associazione.

Ma era difficile iniziare una nuova rivista. I nostri padri tedeschi avevano la propria e anche i nostri padri olandesi, nel 1901, avevano iniziato a pubblicarne una. Ugualmente il nostro scolasticato di Lovanio aveva una rivista con notizie sulle nostre missioni in Congo. Per le stesse ragioni era difficile modellare la nostra Associazione sull'esempio dell'Apostolato della Preghiera. Il progetto di P. Prévot era di pubblicare nella rivista l'intenzione mensile, come facevano i padri Gesuiti.

Nel 1906 appare l'opuscolo di P. André Prévot "Amore e Riparazione", "Manuale per l'Apostolato della Riparazione". L'opera inizia rivolgendosi ai sacerdoti dell'Istituto dei sacerdoti del S. Cuore, ai membri dell'Associazione Intima di Val-des-Bois, fondata, come abbiamo visto, da Léon Harmel, agli associati dell'Istituto delle Religiose Vittime del Cuore di Gesù, con le quali P. Prévot era stato in contatto prima di entrare nella nostra Congregazione.

Nella prima parte svolge sette punti dottrinali sulla vita d'amore verso il Sacro Cuore. Nella seconda parte presenta sette punti teologici sulla vita di riparazione. La terza tratta diverse pratiche devozionali e presenta un modello di regolamento di vita in spirito di amore e di riparazione. Tutto il libro sottolinea molto lo spirito vittimale così caratteristico in P. Prévot.

Pubblicò inoltre nello stesso anno un foglio di propaganda per la nostra Associazione di cui parleremo più avanti.

Nello stesso anno, Padre Dehon, in una udienza da Pio X, ottenne uno speciale privilegio per tutti i membri della nostra Associazione che avessero fatto al S. Cuore l'offerta dei meriti della propria vita perché egli ne disponga a suo piacimento.

In agosto 1908 Padre Dehon scrive nel suo Diario: "La nostra Associazione si diffonde in alcune diocesi. L'abbiamo troppo trascurata da venticinque anni a questa parte. Incarico P. Andrea di diffondere l'associazione intima di riparazione".

Sembra che Padre Dehon avesse chiesto di poter disporre di un numero maggiore di aggregati, ossia di persone che vivessero intimamente lo spirito della Congregazione.

In relazione a questo P. Prévot pubblicò di nuovo il foglio di propaganda del 1906 e un altro per i propagandisti nel quale potevano mettere i nomi dei nuovi membri. Il 19 dicembre 1908 Padre Dehon scrisse a Chiara Baume, laica consacrata e aggregata al nostro Istituto: "Approfitto della lettera di P. Juan (Guillaume) per ringraziarla di essere venuta a pregare con noi durante i giorni delle ordinazioni e Prime Messe. Desideriamo dare al Sacro Cuore dei buoni sacerdoti vittime di amore e di riparazione. Le preghiere dei nostri aggregati possono aiutarci molto. Preghi con noi e otterremo altre anime riparatrici. Nulla è più necessario".

1.6. IL BREVE DEL 9 APRILE 1910

Padre Dehon aveva desiderio di riprendere in un modo o in un altro la campagna che aveva fatto nel 1882-1883 con Mons. Gay per i sacerdoti poiché, come dice nel suo Diario: "il Signore chiede l'unione dei sacerdoti alla vita di riparazione".

Stava pensando di creare qualcosa di particolare per loro. Il 9 aprile 1910 un Breve del Papa Pio X lo appoggiò e animò in questi suoi progetti.

Il 15 aprile 1910 Padre Dehon scrive a P. Kusters: "Ho ricevuto il Breve del Papa per una associazione di sacerdoti, da organizzare in ogni diocesi. Le invierò il testo e la traduzione. Lo scopo è lo spirito di amore e di riparazione al Sacro Cuore. Questi sacerdoti diffonderanno intorno ad essi le nostre opere tra i loro fedeli.

Ecco qui un buon ideale di propaganda per tutte le nostre riviste. Spero che sia anche una fonte di vocazioni. Non rimane che cercare sacerdoti propagatori nelle diocesi".

Ma, leggendo bene il Breve, si vede che il Papa Pio X in realtà non creava una nuova sezione della nostra Associazione in favore dei sacerdoti. Il Santo Padre esprimeva la sua gioia per l'esistenza di questa Opera e della sua diffusione attraverso la Congregazione dei sacerdoti del Sacro Cuore. Invitava inoltre i sacerdoti a farsene membri, lodando e incoraggiando coloro che si fossero iscritti.

Alla fine del Breve il Santo Padre concede alcune indulgenze che non si applicano solo ai sacerdoti, ma anche a tutti i membri dell'Associazione.

Difficile sapere inoltre esattamente ciò che Padre Dehon avesse chiesto al Papa Pio X. Secondo il Breve aveva chiesto alcune indulgenze. Troviamo una conferma nel libro di Protocollo della nostra Procura di Roma.

Comunque Padre Dehon vide nel Breve una approvazione del papa stesso per la sua Associazione della riparazione.

1.7. - IN PREPARAZIONE AL CAPITOLO PROGETTATO PER IL 1914

L'8 giugno 1912, secondo gli atti del Capitolo Generale, la sezione francese dell'Associazione contava 4.000 associati e la sezione tedesca 8.000. Viene raccomandata la fondazione della sezione olandese e fiamminga. Ma nell'udienza, che Padre Dehon ebbe con il Papa il 21 febbraio 1912, egli parlò di 20.000 associati. Come conciliare questi dati?

A causa della diffusione dell'associazione, probabilmente dopo la morte di P. Prévot nel 1913, si cominciò a rivedere i regolamenti, che sarebbero stati presentati al Capitolo Generale fissato per il 1914. Su tale argomento conserviamo nel nostro archivio una brutta copia di 14 pagine dattiloscritte. Si mantengono i due gradi: gli associati e gli aggregati. La maggioranza è rappresentata dagli associati, gli aggregati sono pochi, poiché formano una specie di Terz'Ordine, persone generose, convinte della necessità della riparazione e del sacrificio e che chiedono di giungere fino all'oblazione o all'offerta di se stessi in unione con noi. Agli associati, tra le altre cose, si raccomandava di:

L'oblazione o l'offerta di sé come vittima di riparazione al Sacro Cuore è ciò che caratterizza gli aggregati e li differenzia dagli associati. Se questa oblazione assume la forma di un voto giunge ad avere obblighi assai concreti.

Poi segue un capitolo sui sacerdoti uniti ai nostri. Ma lo scoppio della Prima Guerra mondiale impedì la realizzazione del progettato Capitolo generale.

1.8 - IL MANUALE DI PIETÀ E IL CAPITOLO DEL 1919

Nell'ottobre 1917 Padre Dehon annota nel suo Diario: Prima di partire termino due manoscritti: un Manuale di preghiere per i nostri aggregati, e una nuova edizione del nostro Direttorio. Si pubblicheranno dopo la guerra; speriamo che ne venga un po' di bene. Ne ho fatto così poco durante la mia vita!"

Di quale Manuale si tratta? Non troviamo, nei nostri archivi, alcun manuale di Preghiere per i nostri aggregati fatto da Padre Dehon. Troviamo però un "Manuale di pietà per l'Associazione Riparatrice in unione con i sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù". Si tratta di un manoscritto di 17 pagine di autore ignoto. Ha una piccolo introduzione di Padre Dehon.

Può trattarsi di questo, dato che non era necessario pubblicare un nuovo Manuale di Preghiere; bastava infatti il libro di P. Prévot "Amore e Riparazione", che aveva avuto diverse edizioni.

Il contenuto di questo "Manuale di Pietà" è molto simile alla brutta copia dei nuovi regolamenti, fatti nel 1914, in preparazione del progettato Capitolo Generale. Annota Padre Dehon nel suo Diario nel 1918: "Uno dei nostri, P. Lambert, ha trovato a Mons un'anima ardente, che ha costituito una associazione di vittime e che si unirà alle nostre opere. Faccio fare una nuova edizione del regolamento degli Aggregati, che forma bene allo spirito di vittima. Quest'anima privilegiata unisce la propria oblazione alla nostra l'8 settembre. Questo fatto è una grazia".

Da quello che afferma possiamo dedurre che il "Manuale di Preghiere" e il "Manuale di Pietà" - che non è altro che il nuovo regolamento del 1914 - sono la stessa cosa.

Il 15 aprile 1919 Padre Dehon scrive a Chiara Baume, una laica consacrata, aggregata ai nostri: "Le voglio inviare i regolamenti dei nostri aggregati. Lei può farne propaganda". Questo significa che furono editi più o meno alla stessa epoca.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, Padre Dehon chiese di fare un nuovo Capitolo Generale per "ravvivare la pietà, la vita spirituale e lo spirito dell'opera; preparare nuove fondazioni e migliorare l'organizzazione. Chiese che fosse tenuto in luogo neutrale: ad Heer, Olanda. Il Capitolo si fece dal 29 al 31 luglio 1919. Negli atti troviamo solo una esortazione per lo sviluppo delle nostre associazioni. L'esortazione è ripetuta nella lettera circolare del 10 agosto, dopo il Capitolo "Sviluppiamo le nostre associazioni: cerchiamo degli associati e degli aggregati che lavorino con noi all'estensione del regno del Sacro Cuore".

Dopo il Capitolo Generale, si pubblicarono varie decisioni prese, specialmente a riguardo dell'organizzazione dell'opera e dell'unità sotto il titolo "Regolamenti Diversi". Al numero XXXIII, troviamo anche un capitolo riguardante l'Associazione Riparatrice.

Quantunque non appaiano negli atti del Capitolo Generale, da una lettera di P. Philippe sappiamo che i nuovi regolamenti dell'Associazione, progettati per il 1914, furono trattati nel Capitolo del 1919.

Sicuramente Padre Dehon lo fece perché dopo la guerra intendeva rinnovare tutte le nostre opere, anche l'Associazione Riparatrice. In ottobre 1918 scrive nel suo Diario: "Diffondo la nostra Associazione e iscrivo Aggregati e Oblati".

Per quanto riguarda l'organizzazione, si dice che in ciascuna Provincia uno o due aggregati sono designati per iscrivere gli associati, cioè a Bruxelles, Fayet, Brugelette, Bergen op Zoom, Sittard, Lussemburgo e Bologna. Le Province sono libere di aggiungere delle norme particolari al regolamento generale. Così la Provincia Tedesca chiede ai suoi associati una quota annuale per i suoi missionari. Raggruppa anche i suoi associati sotto la direzione di alcuni propagandisti. Vediamo poi che l'Associazione Riparatrice si stava facendo sempre più internazionale.

1.9. - L'EREZIONE DELL'A.R.T. ("ADVENIAT REGNU TUUM") (15 marzo 1923)

Il 27 febbraio 1920 fu affidata alla Congregazione la costruzione di una nuova chiesa a Roma, dedicata a Cristo Re. Padre Dehon incaricava P. Gasparri per la realizzazione del progetto. Insieme iniziarono una grande campagna di raccolta di fondi.

Il 21 gennaio 1921, Padre Dehon scriveva a P. Gasparri: "Bisogna unire alla nostra questua una Associazione per il Regno del Sacro Cuore, come fanno quelli che vogliono fondare una chiesa votiva al Sacro Cuore a Gerusalemme. Ciò permetterà di avere nelle diocesi e nelle parrocchie zelatori e zelatrici che cercheranno degli associati e dei sottoscrittori. Questa potrebbe essere una sezione della nostra Associazione così ricca di indulgenze.

Occorre un piccolo regolamento di alcune righe, una invocazione ogni giorno: "Sacro Cuore di Gesù, venga il tuo regno", 300 giorni di indulgenza. Per gli zelatori e le anime ferventi, la nostra vecchia associazione rappresenterebbe un grado superiore. Gli zelatori potrebbero avere delle liste di sottoscrizione e di iscrizione.

Bisogna maturare bene tutto questo e organizzarlo bene, senza andare troppo in fretta. Si fa così a Montmartre. La Provvidenza ci aiuterà. Vi farò mandare il Bollettino dell'Opera di Gerusalemme, vi troverete delle informazioni precise".

Vediamo come Padre Dehon gli dà l'idea per iniziare una associazione a beneficio dell'opera di Roma, che avrebbe potuto essere una sezione della nostra Associazione Riparatrice già esistente.

Disgraziatamente non abbiamo la risposta di P. Gasparri nei nostri archivi.

L'11 marzo 1922 Padre Dehon così scrive a P. Gasparri: "Noi dovremmo avere anche un'opera di preghiere per il successo della basilica regale del S. Cuore". Questa sembra essere la risposta ad una lettera di P. Gasparri che però non abbiamo nei nostri archivi.

L'idea di una Associazione particolare per la Basilica stava però maturando. Il 17 maggio 1922 P. Philippe scriveva a P. Gasparri: "P. Jacquemin ha fatto una nuova edizione del piccolo libro Amore e Riparazione. Lei potrebbe farlo tradurre e pubblicarlo per conto suo in Italia per far conoscere l'Opera e le nostre associazioni. Ha pensato a far rivedere il nostro Regolamento dell'Associazione da un canonista e fare un'edizione per tutta la Congregazione? Sarebbe molto importante e segnerebbe un passo avanti verso il suo completamento. I molteplici impegni non mi permettono di occuparmi seriamente di questo".

Vediamo allora che non si tratta di fondare una nuova sezione della nostra Associazione Riparatrice, ma di rifondarla completamente. Perché questo cambiamento? Perché il 15 settembre 1917 era stato promulgato il nuovo Codice di Diritto canonico ed era entrato in vigore il 19 maggio 1918. Aveva due capitoli sulle associazioni: i cap. XVIII e XIX. Il Capitolo generale del 1919 non si era occupato di questo.

La nostra Associazione esistente non era altro che un'associazione diocesana e secondo il nuovo Diritto non poteva essere costituita in altre diocesi se non dietro decreto di ciascun Ordinario del luogo. Inoltre i superiori maggiori dell'Istituto non avevano alcuna autorità su di essa: il Superiore Generale riceveva il titolo di "direttore" dal vescovo di Soissons che poteva nominare qualunque altro sacerdote anche non appartenente alla Congregazione.

Tutto questo non rispondeva pienamente alle intenzioni di Padre Dehon che richiedeva, come vedremo più avanti, "una Associazione che fosse in un certo senso come un Terz'Ordine dell'Istituto".

Inoltre Padre Dehon desiderava che fosse messa in rilievo l'idea della Regalità di Cristo. Per questo P. Gasparri fu incaricato di redigere un progetto di nuova Associazione con l'aiuto di un canonista. In un primo momento si è pensato ad un canonista esterno, ma poi si chiese l'aiuto a P. Gengler, esperto in Diritto e membro della Congregazione. Un altro motivo della scelta era il fatto che si voleva semplificare un po' la nostra Associazione.

L'11 dicembre 1922 P. Gasparri scriveva a Padre Dehon: "Sto preparando una associazione di preghiere per il Tempio e mi piacerebbe fare una unica Associazione Riparatrice per la nostra Congregazione, più semplificata come il P. Assistente mi ha descritto e chiedere alcuni privilegi al Santo Padre. Le manderò il regolamento non appena l'avrò fatto".

Il 2 gennaio 1923 P. Philippe scrive a P. Gasparri: "Lei si sta occupando del regolamento della Confraternita del S. Cuore: è necessario che ci accordiamo per questo. Padre Generale le ha inviato le sue osservazioni. Le invierò alcuni opuscoli su questo argomento, sia nostri che di altri. Non appena lei avrà fatto la brutta copia, vorrei vederla per poterla studiare qui e occuparmi della direzione generale e dell'ufficio delle iscrizioni. Abbiamo bisogno di un'opera di solida pietà che si possa divulgare dappertutto e possa far amare la nostra Congregazione con le sue devozioni e le sue pratiche. La consideriamo come un Terz'Ordine".

La direzione generale dell'Associazione resterà dunque a Bruxelles e P. Philippe se ne occuperà. Il primo marzo 1923: "Le mando i progetti dell'Associazione con le modifiche che il Padre Generale e P. Gengler vi hanno apportato. Si è lavorato secondo le loro indicazioni. Lei può apportarvi i cambiamenti che crede. A me sembra che i due gradi si confondano un po'. Sarebbe meglio avere un solo grado e portare le persone verso un cammino di generosità. Così possiamo consegnarla alla nostra Congregazione. Faccia tutto in unione con il Cardinal Vicario, perché quando le cose vengono da lui, tutto avrà più successo. Continuiamo a soffrire per le difficoltà e l'invidia di certe persone. Spero che l'opera sarà terminata per la festa del Sacro Cuore".

Il 14 marzo 1923 il cardinal Basilio Pompili firmava il decreto di erezione dell'Associazione "Adveniat Regnum Tuum (ART) nel Tempio Votivo del Sacro Cuore a Roma e approvava anche i suoi statuti. Questi erano stati modificati in modo tale che l'Associazione poteva diffondersi nelle diverse diocesi senza dover ricorrere sempre a nuovi decreti degli Ordinari diocesani. Secondo il nuovo regolamento il direttore (il Superiore generale dell'Istituto o un suo delegato come il segretario generale) poteva a sua volta delegare i suoi poteri ad altri sacerdoti nelle distinte diocesi. In tal modo si assicurò l'unità dell'Associazione, una vera "Associazione Cattolica" come il Padre la chiamò in una lettera che scrisse a uno dei nostri il giorno dopo la sua erezione.

In seguito nello stesso anno 1923 vennero concessi favori spirituali ai membri dell'ART e poi vennero nominati i Direttori Nazionali.

Il 5 aprile 1923 Padre Dehon scriveva a P. Gasparri che tutti i nostri associati dovevano accettare il nuovo regolamento e vi saranno ben presto 50.000 associati. Gli chiede di cambiare l'immagine del foglietto di propaganda perché non è bella.

1.10. - LE LETTERE DI PADRE DEHON A CHIARA BAUME, laica consacrata del nostro Istituto.

Terminiamo la presentazione delle grandi linee storiche della nostra Associazione Riparatrice con una breve aggiunta. Abbiamo più o meno 100 lettere di Padre Dehon a Chiara Baume. Sono importanti perché rivelano lo spirito della Congregazione come deve essere vissuto dai laici associati. Ma sono importanti anche per un'altra ragione. In queste lettere Padre Dehon la chiama "Sorella" perché come aggregata appartiene alla sua famiglia. Dice testualmente: "Je vous appelle soeur, puisque vous êtes de la famille".

Possiamo trovare qui un fondamento per parlare di "Famiglia Dehoniana", come stiamo facendo ora.

SECONDA PARTE

GLI OPUSCOLI DI PROMOZIONE

In relazione a quanto si è detto, la Congregazione pubblicava anche degli opuscoletti di propaganda per le persone che, non essendo suoi membri, avessero chiesto di viverne lo stesso spirito. Questi opuscoli sono molto importanti per capire gli impegni concreti degli associati e degli aggregati, poiché contengono il regolamento dell'Associazione. Già nel Capitolo Generale del 1886 si decise di fare un opuscoletto e il P. Rasset fu incaricato di realizzarlo. Purtroppo l'opuscoletto che fece P. Rasset, persona molto impegnata nel sociale, andò perduto. Non lo conosciamo.

2.1. - IL REGOLAMENTO DELL'ASSOCIAZIONE PER IL REGNO DEL CUORE DI GESÙ

E' il primo opuscoletto che abbiamo nei nostri archivi e secondo il suo contenuto viene datato al 1889. Lo abbiamo già commentato parzialmente. Come abbiamo detto fu influenzato dai contatti che Padre Dehon aveva con il P. Matovelle in Ecuador e contiene una forte sottolineatura sociale.

Nella prima pagina leggiamo: "La nostra Patria è molto colpevole: come nazione ha quasi consumato la sua apostasia. Se vogliamo riportarla di nuovo a Dio, se vogliamo che il nostro apostolato sia fecondo, non dobbiamo prima di tutto ricorrere alla penitenza, al sacrificio, in una parola alla riparazione?".

Poi dice che l'opera dell'Abbé Brion, approvata da un gran numero di vescovi e che conta 10.000 associati, "Le Vittime del Cuore di Gesù di Murat", viene a unirsi a noi. Chi fu l'Abbé Brion? In che cosa consisteva questa unione? L'Abbé Brion era nato a Murat e abitava a Bordeaux. Come abbiamo già visto, proprio nel santuario della Vergine di Loreto nel 1874, gli venne l'idea di creare un'associazione di vittime per la santificazione del clero, e questo progetto fu realizzato poco dopo, istituendo "L'Unione delle Vittime del Cuore di Gesù".

Sappiamo che nel dicembre del 1878 P. Dehon per sua mediazione comprò una statua di "Nostra Signora delle Vittime".

Alla fine del 1885 o all'inizio del 1886 l'Abbé Brion inviò una bozza di un "Notiziario" (Notice) o opuscoletto di propaganda della sua Associazione a P. Dehon, domandandogli se conosceva qualche persona a Roma che potesse esaminarlo teologicamente. Inoltre chiese informazioni circa possibili opere già esistenti che propagavano e vivevano lo spirito di vittima per la santificazione del clero. Certamente Padre Dehon lo ha informato sulla sua Congregazione.

L'unione dell'Opera dell'Abbé Brion, alla quale si riferisce il nostro opuscoletto, non dobbiamo intenderla come un'affiliazione alla nostra opera, ma come un camminare insieme con gli stessi obiettivi e una mutua cooperazione.

Nei nostri archivi abbiamo un opuscoletto di propaganda del settembre 1886 che tratta di un'altra opera come la nostra, intitolata: "Le Vittime del Cuore di Gesù per il trionfo della Chiesa e la santificazione del clero". Proviene probabilmente dall'Opera di S. Carlo Borromeo di Grammont, Belgio. Parla di varie persone o associazioni che negli ultimi anni hanno propagato e vissuto lo spirito di vittima, tra queste Leone Harmel. Nel foglio ci sono tre riferimenti che insieme formano il contenuto di questo opuscoletto di 4 pagine; uno di essi riguarda i Sacerdoti del Sacro Cuore di San Quintino. Nello stesso modo ci può essere stata anche una collaborazione con l'opera dell'Abbé Brion .

Inoltre dalla rivista "Il Regno" del 1889 veniamo a sapere che il P. Matovelle aveva il progetto di riunire tutte le Associazioni del Sacro Cuore in una grande federazione per lottare uniti contro la massoneria e il male che stava invadendo il mondo. Padre Dehon si offrì per dare man forte a questa campagna. Così in un certo periodo vi è stata un'unione tra la nostra Associazione e quella dell'Abbé Brion. Nell'agosto del 1889 venne fondata a Paray-le-Monial la Federazione Internazionale delle Associazioni del Sacro Cuore. Padre Dehon fu una delle persone nominate a far parte del Consiglio per la Francia, P. Matovelle per l'Ecuador e P. Villafuerte per il Cile.

Quest'ultimo offrì a Padre Dehon, prima nel maggio 1889 e poi nell'ottobre del 1894, la possibilità di iniziare una nuova fondazione a San Bernardo del Cile.

Il nostro opuscoletto del 1889 tratta infine dell'Associazione. È un capitolo molto bello. Dice che il fine è, in primo luogo, la santificazione personale per mezzo di una devozione speciale al Sacro Cuore. La santità però non è una cosa diversa dalla carità e questa non può essere suscita meglio nelle persone che dal Cuore trafitto di Cristo. Per questo gli associati non si accontenteranno di instaurare il regno del Cuore di Gesù in se stessi, ma cercheranno con tutti i mezzi di instaurarlo nei propri fratelli e nella società. La Scrittura dice che Dio ha affidato a ciascuno di noi il compito della salvezza del prossimo. Per questo tutti devono essere apostoli.

Noi cattolici siamo in maggioranza in Francia, ma spesso siamo così tiepidi, senza energia e senza iniziativa. La nostra Patria, come nazione, soccombe a causa del razionalismo e dell'empietà. Che tutte le nostre energie vengano impiegate a ristabilire tra di noi i diritti di Dio e la Regalità di Cristo. La massa della gente è formata dalla classe operaia, scristianizzata, ingannata e merita tutti gli sforzi del nostro zelo. Lavorare nel mondo operaio sarà dunque una delle principali preoccupazioni della nostra Associazione, che si sforzerà, in unione con i più illustri cristiani, di riconciliare e unire in fraternità cristiana padrone e operaio, ricco e povero.

In seguito l'opuscoletto presenta lo spirito e le virtù proprie di ciascuno dei due gradi.Tutti gli associati devono avere, come Gesù Cristo, una preferenza per i piccoli, i deboli e i poveri; per questo da ambedue i gradi si richiede un grande zelo apostolico.

Gli statuti non impongono alcuna penitenza al primo grado, ma essi stessi devono imporsela, in modo che l'apostolato sia fecondo. Ugualmente devono accettare con rassegnazione le pene e le prove che la Provvidenza manda loro.

Per quanto si riferisce all'organizzazione: vi devono essere due riunioni al mese del consiglio, una per gli uomini e l'altra per le donne. Se è possibile si devono formare dei comitati: un comitato per la diffusione della buona stampa, un altro per le opere di carità, un terzo per i propagatori dell'opera della devozione al Sacro Cuore.

A quelli del secondo grado è richiesto di essere vittime per la Chiesa e la Francia, ossia persone che vivono unite al sacrificio di Gesù Cristo, per la riparazione e l'espiazione del peccato. Accetteranno le croci e le pene che Dio invierà loro, non solo con rassegnazione, ma anche con amore.

Abbandoneranno perciò la propria volontà, la propria vita e tutto il proprio essere nelle mani di Gesù per il compimento dei disegni del suo divin Cuore. Infine segue un atto di consacrazione al Cuore di Gesù.

2.2. - LA MILIZIA DEL CUORE DI GESÙ

Nell'agosto del 1889, P. Matovelle in Ecuador, interruppe la fusione con i nostri padri e, siccome nell'opuscolo precedente figurava come superiore della nostra comunità in quel paese, è stato necessario fare un altro opuscolo. Ne furono pubblicati due, uno per gli associati e l'altro per gli aggregati, verso la fine del 1889 o all'inizio del 1890. Il primo portava come titolo: "La Milizia del Cuore di Gesù. Associazione per il Regno del Cuore di Gesù". Ripeteva in gran parte l'opuscolo precedente con maggiori precisazioni. Parlando del fine dell'Istituto afferma: "Poiché gli strumenti principali della salvezza e dell'apostolato debbono sempre essere quelli che il Signore ha scelto, cioè i sacerdoti e i religiosi, che sono il sale della terra, tutti gli associati prima di tutto devono chiedere a Dio, per mezzo dell'offerta quotidiana della loro preghiere e dei loro sacrifici, che Egli mandi alla Chiesa sacerdoti santi per la rapida estensione del Regno del Sacro Cuore".

Per quanto si riferisce alla organizzazione:

Seguono due atti di consacrazione, uno più solenne e più esteso e un altro per la rinnovazione quotidiana.

L'opuscolo per il secondo grado, per gli aggregati, porta come titolo: "La Milizia delle Vittime del Cuore di Gesù in unione con i Sacerdoti Oblati e le Religiose Ancelle del Cuore di Gesù. Amore e riparazione al Sacro Cuore. Preghiera e Immolazione a favore delle anime consacrate".

Attirano subito l'attenzione le parole "Sacerdoti Oblati". Era un po' ambiguo usare questa espressione dopo il "Consummatum est".

Questo opuscoletto è quasi una copia del precedente. Ambedue gli opuscoli dicono, alla fine, che per l'ammissione all'Associazione e per la diffusione ci si deve rivolgere al Superiore dei Sacerdoti Oblati a San Quintino. Le signore possono rivolgersi alla Superiora delle Ancelle del Sacro Cuore.

2.3. - I DISCEPOLI DEL CUORE DI GESÙ

Nel numero di gennaio 1897 della rivista "Il Regno", Padre Dehon fa propaganda dell'Associazione, pubblicando un piccolo articolo dal titolo: "I discepoli del Cuore di Gesù", il cui contenuto abbiamo visto nella prima parte di questo piccolo studio. Questo articolo costituì la prima pagina di un opuscolo di propaganda di cui conserviamo nei nostri archivi solo la edizione del 1901-1902. Ha tre pagine e non parla dei due gradi e neppure dell'apostolato. Presenta una tendenza molto spirituale. Non vi appare la relazione con le Suore Ancelle del S. Cuore di San Quintino. Nell'edizione del 1901-1902 si dice che per l'iscrizione ci si può rivolgere a P. Falleur a San Quintino e a P. Jeanroy a Bruxelles.

2.4. - AMORE E RIPARAZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ

Dopo l'espulsione della Congregazione dalla Francia, venne pubblicato in Belgio, nel 1906, un altro opuscoletto dal titolo: "Amore e Riparazione al Sacro Cuore di Gesù in unione ai sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù". "Preghiera e Immolazione a favore della Chiesa, del clero e della società". Ha 16 pagine ed è stato scritto da P. Prévot, come abbiamo visto. Accentua molto le spirito di vittima e quello della riparazione. Si dice che il Signore chiede che questo spirito si diffonda dai conventi al mondo, ai laici devoti e soprattutto ai sacerdoti che ne hanno bisogno per far fruttificare il proprio ministero. Questo spirito si riassume in: "Pregare, agire, soffrire e sacrificarsi per il Sacro Cuore". Consiste nell'offrire le nostre preghiere, azioni e sofferenze al sacro Cuore per amore suo, in unione con Lui, per le sue intenzioni specialmente per l'Opera della Riparazione secondo i 4 fini del sacrificio: adorazione, azione di grazie, supplica e principalmente riparazione. Mantiene la distinzione dei due gradi di appartenenza. Il primo grado, più alla portata dei fedeli, fa vivere più facilmente la vita di amore e di riparazione al modo di Santa Geltrude. A quelli del secondo grado si chiede di accettare volontariamente e con gioia le croci per la diffusione del regno sociale del Sacro Cuore. Inoltre devono accettare dei sacrifici volontari che vengono elencati sotto. Infine si raccomanda il libro di P. Prévot che porta lo stesso titolo del foglietto di propaganda: "Amore e Riparazione". Si può acquistare nella nostra casa di Sittard, dove viveva P. Prévot e nella casa-madre delle Suore Vittime di Namur (Belgio).

2.5. "L'ASSOCIAZIONE RIPARATRICE AL SACRO CUORE DI GESÙ"

Sottotitolo: "ADVENIAT REGNUM TUUM"

uesto ospuscolo fu pubblicato in francese a Roma, nel 1906. Il sottotitolo è interessante perché può aver ispirato P. Gasparri, nel 1923, a dare tale titolo all'Associazione.

D'altro canto è strano che questo opuscolo sia apparso proprio nel 1906, mentre usciva anche quello di P. Prévot e che fosse pubblicato a Roma. Occupa 12 pagine. Pubblica anzitutto il regolamento del 1889 per il primo grado, poi indica le pratiche devote che si devono fare:

Segue poi il regolamento del 1889 per quelli del secondo grado, senza pratiche o indicazioni particolari. Infine un avviso importante: la sede dell'amministrazione si trova a Bruxelles, ma vi sono succursali a Limpertsberg (Lussemburgo), Bergen op Zoom (Olanda) e Fayet (Francia).

Come conciliare tutto ciò con quanto aveva detto il Consiglio Generale dell'8 giugno 1912 che si doveva creare una sezione olandese e una fiamminga? Si vede che ancora non aveva dato alcun risultato.

Nelle chiese e cappelle pubbliche, con il permesso dell'Ordinario, si può fare un incontro spirituale settimanale o mensile per gli associati.

Seguono tre pagine con le indulgenze che si possono lucrare e poi una pagina sullo scapolare del Sacro Cuore, che fu introdotto in Francia nel 1876. Infine si raccomanda il libro di P. Prévot "Amore e Riparazione" da poco pubblicato e tradotto in tedesco e olandese.

Se si confronta questo opuscolo con quello di P. Prévot, si vede che è molto diverso. Tra l'altro nell'opuscolo di P. Prévot appare come succursale per l'Olanda la casa di Sittard, non quella di Bergen op Zoom.

2.6. - "AMORE E RIPARAZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ"

Questo opuscolo è del 1908 ed è identico a quello scritto da P. Prévot nel 1906, con la sola aggiunta di un foglio con un regolamento di vita consigliato agli associati. Si tratta di pratiche spirituali. Nel 1908 venne pubblicato anche un librettino per i zelatori di quattro pagine di testo e due bianche dove annotare i nomi dei nuovi associati. Secondo questo opuscoletto, il fine dell'Associazione è duplice: lavorare all'opera della riparazione, specialmente con l'adorazione riparatrice e aiutare i sacerdoti del Sacro Cuore ad estendere il Regno del S. Cuore di Gesù.

2.7. - "ASSOCIAZIONE SACERDOTALE IN ONORE DEL SACRO CUORE"

La forma di apostolato della riparazione

È del 1910. Comincia con il testo del Breve del papa Pio X e segue il regolamento dell'Associazione che più o meno corrisponde al regolamento degli aggregati del secondo grado. C'è un paragrafo che spiega i motivi dello zelo apostolico. È soprattutto il sacerdote che deve offrirsi con Gesù come vittima per i peccati del popolo.

2.8. - ASSOCIAZIONE RIPARATRICE AL SACRO CUORE

Verso il 1910 venne pubblicato un foglietto di propaganda in italiano con il titolo: "Associazione Riparatrice al Sacro Cuore". Era stato stampato nella stessa tipografia dell'opuscolo pubblicato in francese nel 1906. Le iscrizioni si devono fare nella scuola apostolica di Albino.

2.9. - L'ASSOCIAZIONE DI AMORE E RIPARAZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ,

in unione con i Sacerdoti del Sacro Cuore

Sappiamo che intorno all'aprile del 1919 Padre Dehon inviò dei regolamenti dell'Associazione a Chiara Baume. Non conserviamo questo testo nei nostri archivi, però deve essere stato più o meno come quello che abbiamo nei "Règlements Divers" del 1919, di cui abbiamo più volte parlato. Questo stesso testo servì da base ad un altro opuscoletto che fu pubblicato in Belgio alla fine del 1920. Di nuovo c'è la raccomandazione a tutti gli associati di essere apostoli della intronizzazione del Sacro Cuore nelle famiglie. Lo stesso fu ripubblicato nel 1921.

2.10. - "ADVENIAT REGNUM TUUM"

"Associazione di preghiere e sacrifici per l'estensione del Regno del Sacro Cuore di Gesù sulla terra, il trionfo della Chiesa e l'aumento delle vocazioni sacerdotali e missionarie".

Questo opuscolo del 1923 spiega con questo titolo lo spirito e il fine dell'Associazione. Nello stesso testo si aggiunge poi la riparazione delle offese che Cristo riceve, specialmente nell'Eucaristia, e il ristabilimento dei principi di vita cristiana nelle coscienze, nelle famiglie e nella società.

Viene soppressa la divisione nei due gradi di affiliazione. A tutti gli associati si chiede:

a) Alcuni esercizi di pietà:

b) Alcuni sacrifici:  NOTA I

"L'UNIONE CON LA CONGREGAZIONE"

Nei nostri archivi abbiamo anche un altro documento dal titolo: "Unione con la Congregazione". È un manoscritto di Padre Dehon, molto bello, che, per quanto ci è dato sapere, non fu mai utilizzato negli opuscoli di propaganda dalle associazioni. Fu scritto dopo il 1911. Sembra che manchi l'introduzione.

Nel primo paragrafo si parla dell'unione che devono avere i nostri associati con i nostri novizi. L'unione consiste nel pregare per loro e farsi con loro discepoli di San Giovanni "per consolare Nostro Signore attraverso la sua fedeltà e compassione".

Ad imitazione dei novizi, essi devono avere un desiderio di avanzare nella loro formazione e nella vita interiore.

Il secondo paragrafo tratta dell'unione con i religiosi.Come i religiosi, gli associati devono camminare verso la carità perfetta verso Dio e il prossimo. Loro modello sarà il Cuore di Gesù. Devono inoltre, nella loro vita nel mondo e nel proprio stato, praticare l'obbedienza al regolamento, la castità e il distacco dei beni, vivendo una vita sobria e modesta. Devono anche consacrarsi al Cuore di Gesù, unendosi ai quattro fini del sacrificio del Calvario e dell'altare: adorazione, azione di grazie, riparazione e supplica.

Il terzo paragrafo descrive l'unione con i Sacerdoti del Sacro Cuore. Gli associati, per quanto possibile, assistano quotidianamente alla Messa per esercitare il loro sacerdozio spirituale, favorire la bellezza del culto e la cura della Chiesa. Come i sacerdoti praticano l'apostolato, così gli associati diffondono la buona stampa, aiutano per il catechismo e concorrono a portare i fedeli ai sacramenti, confraternite eucaristiche, società di S. Vincenzo e di San Francesco Regis, e degli amici dei poveri. Diffondono le immagini e la devozione al Sacro Cuore e la sua intronizzazione nelle famiglie. Praticano la giustizia, la devozione, la carità verso tutti, la pazienza che va fino al sacrificio, l'amabilità che guadagna le persone alla religione.

L'ultimo paragrafo tratta dell'unione con i Missionari del Sacro Cuore. Coloro che amano veramente il Sacro Cuore, amano anche la Chiesa e le anime. Si interessano per lo sviluppo della Chiesa e condividono tutte le sue prove. Gli associati devono interessarsi alle missioni, leggere le relazioni dei missionari e inscriversi alle opere che aiutano le missioni: Chi non ama ardentemente la Chiesa, non può dire di amare il Cuore di Gesù. Particolarmente con i nostri sacrifici si possono aiutare i missionari. Sarebbe bene stabilire una stretta relazione con un missionario o con una missione particolare: "Devoti associati, adottate una missione!".

Poi segue un supplemento con consigli per i membri dell'Associazione che vogliono essere particolarmente generosi: "Il fervore della carità, la generosità nel sacrificio, la purezza del cuore e l'umiltà sono le virtù che debbono caratterizzarli. Per mantenere una preghiera continua, si uniscono abitualmente al Signore con la recita di giaculatorie. Dovranno accettare i sacrifici che il Signore manderà loro".

Coloro che volessero conoscere qualcosa di più di questo documento, lo potranno trovare in Dehoniana, n. 86, 1995/1, pp. 7-11. Corrisponde all'inventario 864.05 della B. 61/7 dell'Archivio Dehoniano.

NOTA II

Nel nostro archivio conserviamo anche due opuscoli in tedesco, uno intitolato: "Verein von Gebet und Büsse, in vereinigung mit den für uns büssenden heiligsten Herzen Jesu" (Associazione della Preghiera e della Penitenza in unione al Sacro Cuore di Gesù penitente per noi).

Secondo P. Raaymakers deve essere del 1890. Non parla dei due gradi di appartenenza. Tutti gli associati sono tenuti a due serie di obblighi: alcuni sono giornalieri, altri del giorno di penitenza che ciascuno sceglie al momento dell'iscrizione.

Tutti i giorni devono fare una piccola meditazione tra le 7 e le 9 del mattino e un'altra tra le 2 e le 4 del pomeriggio, offrendosi con il Cuore di Gesù in sacrificio di espiazione per i peccati. Inoltre si raccomanda di santificare la domenica, di vivere una vita semplice e praticare la dolcezza con le altre famiglie sull'esempio di Gesù.

Nel giorno della penitenza devono fare alcuni sacrifici volontari e se è possibile comunicarsi. Sembra che questa associazione non fosse la stessa di quella di San Quintino. Sappiamo, dalla rivista "Il Regno", che il 6 gennaio 1890 fu inaugurata, nella nostra casa di Sittard, una nuova cappella, dedicata al "Cuore di Gesù, penitente per noi" e che più o meno nello stesso periodo fu fondata lì l'Associazione che porta lo stesso nome, con sede a Montmartre-Digione.

Possediamo un altro opuscolo del 1911 dal titolo: "Die Sühnungs - Bruderschaft" (Fraternità di Penitenza). Gli scopi sono: la riparazione e l'appoggio alle missioni. Gli associati devono ricevere i sacramenti almeno il primo venerdì o la prima domenica del mese e in quel giorno consacrare un'ora di adorazione al Santissimo in spirito di riparazione. Recitare ogni giorno un Pater, Ave e Credo e la piccola giaculatoria: "Dolce Cuor di Gesù fa' ch'io t'ami sempre più".

In terzo luogo, dare una piccola offerta per le missioni della nostra Congregazione.

"Die Sühnungs - Bruderschaft" o "Die Herz Jezu Sünebruderschaft" fu eretta canonicamente nel 1898 da Mons. Koppes, vescovo di Lussemburgo, nella cappella del nostro scolasticato a Limpertsberg. Fu aggregata alla Arciconfraternita del Sacro Cuore di Roma l'anno seguente per ottenere gli stessi privilegi spirituali e le stesse indulgenze dell'Associazione della Riparazione di San Quintino. Si trattò dunque di un'altra nostra associazione di riparazione, distinta da quella di San Quintino. Metteva molto l'accento sulla penitenza e l'aiuto alle missioni.

NOTA III

\Infine conserviamo ancora nei nostri archivi un opuscolo di propaganda della Provincia Franco-Belga. Non presenta alcuna data, ma deve essere stato pubblicato tra il 1914 e il 1923. Nell'ultima pagina dice: "Per i membri dell'Associazione di amore e riparazione che si dedicano alla parte attiva della Riparazione".

1. Si sforzeranno di riparare col proprio zelo le offese commesse contro la Santissima Trinità:

2. Come mezzo principale della riparazione utilizzeranno le opere di carità, come l'assistenza ai moribondi, la conversione dei peccatori, l'istruzione degli ignoranti. Le opere potranno essere quelle indicate dai Parroci, dai Conferenzieri, dalle Dame dell'apostolato o dai Direttori delle Associazioni.

3. Estenderanno la riparazione alle anime del Purgatorio, per aiutarle a salvarsi e per le persone che sono loro care.

Questo opuscolo è molto interessante perché vede l'apostolato come parte integrante della ripa-razione.

CONCLUSIONE

\Vediamo che la nostra Associazione della Riparazione, durante la vita del Fondatore, ha fatto un lungo cammino secondo le correnti di spiritualità di ciascuna epoca e secondo le persone che se ne sono fatte carico.

Quando Padre Dehon cominciava la sua Associazione, si iscrivevano persone devote, ma anche persone attive nella vita di apostolato: vi era un equilibrio tra la vita spirituale-interiore e l'apostolato.

Nel nuovo regolamento del 1889 vi erano due gradi: quello dell'azione e quello della preghiera e del sacrificio. A quelli del primo grado si chiedeva di praticare pubblicamente la propria fede cristiana e di difenderla, ristabilendo i diritti di Dio in una società che si allontanava da lui. Tale grado aveva una connotazione fortemente sociale: riconciliare e unire in fraternità cristiana il padrone e l'operaio; dare ,come Gesù, la preferenza ai poveri e ai deboli.

Per quelli del secondo grado si sottolineava lo spirito di vittima che era caratteristico di questo periodo in Francia. Il fine di ambedue i gruppi era di stabilire il Regno di Gesù Cristo nelle persone e nella società.

Questa sottolineatura la troviamo anche in un altro opuscolo del 1889, intitolato "La milizia di Vittime del Cuore di Gesù". Il nome stesso indica che l'Associazione vuole essere un movimento attivo che difende e attacca. Per altro verso accentua maggiormente lo spirito di vittima per tutti. Questa sottolineatura durò almeno fino al 1894, perché la rivista "Il Regno" del novembre 1893 raccomanda ai lettori i regolamenti della "Milizia e le Vittime del Cuore di Gesù".

Le cose però cambiano bruscamente dopo il 1894. L'opuscolo del 1897, dal titolo "I discepoli del Cuore di Gesù", non parla più di azione; pubblica solo il regolamento del secondo grado del 1889. Parla di consolare il Signore, di fargli sentire di nuovo le attenzioni che riceveva dai suoi amici di Betania.

Questo tipo di associazione assomiglia all'associazione fondata da P. Prévot quando si trovava ad Aix. Ciò non significa che proviene da essa. Il fatto appare comunque strano perché gli anni 1896-1897 sono quelli della più intensa attività sociale di Padre Dehon. D'altro lato sappiamo che sono anche gli anni in cui un gruppo dei nostri formatori, nella cerchia di P. Blancal, chiedeva di orientarsi ad una vita di contemplazione. Proviene da essi? Non lo sappiamo.

La pubblicazione di questo foglietto è durata almeno fino al 1902, giacché conserviamo nei nostri archivi un esemplare che raccomanda agli associati un libro di P. Jeanroy, pubblicato nel 1901. Nel 1905 P. Prévot propone a Padre Dehon di riorganizzare l'associazione sul modello dell'Apostolato della Preghiera.

Nel 1906 pubblica un opuscoletto "Amore e Riparazione", con il sottotitolo "Preghiera e Immolazione a favore della Chiesa, del Clero e della Società". Mantiene i due livelli, però i due gradi sono preghiera e sacrificio e non, come nel 1889, azione, preghiera-sacrificio. Lo sostituisce così con quello dell'Apostolato della Preghiera.

L'opuscolo è anche marcato dalla personalità di P. Prévot che conduceva una vita di preghiera e di sacrificio molto grande in spirito di vittima, cosa che egli riteneva necessaria per un apostolato fecondo. Non accentua molto lo stesso apostolato. Questo non significa che non rimanga aperto all'apostolato; infatti, per esempio, raccomandava molto ai suoi novizi di andare in missione.

Gli sarebbe piaciuto aprire una casa di accoglienza per sacerdoti infermi, anziani o in difficoltà.

Questa accentuazione spirituale e vittimale senza sottolineare molto l'apostolato, che P. Prévot diede all'Associazione, durò molti anni e fu evidenziata anche nel suo libro "Amore e Riparazione" che fu considerato come il Manuale di pietà degli associati, anche dopo la sua morte nel 1913. Una quinta edizione fu pubblicata nel 1921.

Nel 1923 fu creato l'"Adveniat Regnum Tuum" che vuole essere una associazione di preghiera e di sacrificio. I suoi fini sono:

Il secondo scopo riprende in parte uno dei fini del regolamento del primo grado del 1889. Positivo è il fatto che chiede agli associati di iscriversi alle opere di apostolato della propria parrocchia e diocesi. Poiché i tempi sono cambiati, non si usa più la parola "vittima".

Lo stesso Padre Dehon accentuava molto l'apostolato, come abbiamo visto anche nel documento "Unione con la Congregazione". Dice, nei suoi "Souvenirs" del 1912 che, per quanto si riferisce all'apostolato, ha portato avanti due grandi iniziative nella sua vita: portare i sacerdoti e i fedeli al Cuore di Gesù e contribuire al progresso delle masse popolari con le opere della giustizia e della carità. Ambedue le iniziative fanno parte di un apostolato che deve continuare, diffondersi e accentuarsi fortemente. Anche se quest'ultimo è stato un po' dimenticato nel passato, viene ripreso nei laici dehoniani di oggi.

Viviamo in un mondo secolarizzato, il che richiede un cristianesimo più attivo, un annuncio accompagnato dall'esempio; un grande amore per la Chiesa e il suo progresso nel mondo, soprattutto con le vocazioni e le missioni. Altri elementi essenziali che troviamo ancora nei documenti sopra citati sono : l'atto di oblazione o di affidamento della nostra vita, specialmente durante la Santa Messa a cui si deve partecipare frequentemente; l'adorazione eucaristica; l'accoglienza delle pene e sofferenze almeno con serenità, affidandosi alle mani di Dio con molta confidenza e vivendo così la nostra vita con un certo ottimismo e gioia. Virtù proprie del dehoniano sono anche il restare aperti ad una maggior formazione spirituale; la generosità nel sacrificio e la disponibilità; il fervore della carità; praticare e promuovere la riconciliazione e la misericordia, la semplicità della vita, la dolcezza che porta gli uomini a Dio. Il modello per tutto questo deve essere la persona di Gesù Cristo, il Cuore di Gesù, da cui si riceve anche la forza per adempiere la propria missione nel mondo e nella Chiesa.

Ecco un piccolo profilo del laico dehoniano come si ricava dalla nostra storia.

CF. DATE PRINCIPALI DELL'ASSOCIAZIONE RIPARATRICE(Dal 1878 al 1963).