Martin Bormann, dirigente nazista di primo piano, scrisse negli anni 30: "Le concezioni nazionalsocialista e cristiana sono incompatibili… Tutte le strutture che in qualche modo hanno influsso sulla guida del popolo, e che potrebbero pregiudicare o addirittura indebolire l'influsso che dev'essere esercitato esclusivamente dal Führer con l'aiuto del partito nazionalsocialista, devono essere eliminate" (in Riccardi, Il secolo del martirio, p. 79).
Questa lotta contro le confessioni cristiane in Germania si svolgeva a molti livelli diversi: scioglimento del partito cattolico (Zentrum), l'eliminazione delle associazioni (giovanili, sportive…) cattoliche, della stampa cattolica, limitazione della pratica religiosa, intimidazione, diffamazione, incarcerazione e uccisione di cattolici che tentavano di mantenere un atteggiamento critico verso l'ideologia e lo Stato nazista.
Finirono presto nel mirino dei nazisti i religiosi, elemento apparentemente debole dentro la chiesa ma nello stesso tempo più difficile da controllare (rispetto alla gerarchia ecclesiastica). Nel 1935 iniziò una serie di processi, seguiti con grande attenzione dalla stampa. Erano processi contro religiosi che venivano accusati di aver violato le leggi valutarie o di avere commesso abusi sessuali. Essendo spesso senza nessun fondamento, questi processi furono organizzati proprio in vista dello sterminio della vita religiosa in Germania.
Fin dagli anni '20, i governi tedeschi controllavano il traffico di valute, cioè il trasferimento di valute estere verso la Germania, come anche quello di valuta tedesca verso l'estero. I nazisti si servivano di questo strumento per colpire le congregazioni di carattere internazionale. La provincia tedesca era ancora giovane. Molte case erano costruite con crediti presi all'estero e da restituire ancora negli anni '30. La casa di Sittard con la sua tipografia, la scuola apostolica etc. (situata in Olanda sebbene fosse casa di formazione per i tedeschi) dipendeva dai fondi registrati in Germania; per non parlare delle opere missionarie.
Nell'anno 1935 i nazionalsocialisti colpirono con severe restrizioni valutarie gli ordini religiosi cattolici, e tra gli altri anche i Sacerdoti del Sacro Cuore, che così molto presto si trovarono sull'orlo della rovina finanziaria. Il P. Franz Loh, superiore provinciale dal 1932 al 1936, comprese subito che la presenza dehoniana in Germania era a rischio. Non potendo salvare la casa di Sittard1 con mezzi legali, non restò altro modo che far pervenire del denaro in modo segreto. In questa azione egli fu sostenuto dai confratelli. Fu per lui una situazione drammatica e soffrì molto per questo dilemma, sentendosi obbligato a un doppio impegno contraddittorio (le norme legali vessatorie e il sostentamento della comunità).
Sempre nel 1935, p. Philippe, dopo la sua consacrazione vescovile a Roma, "venne anche a Sittard per ordinare sacerdoti i diaconi della Provincia Tedesca. Ma il giorno dopo, … arrivò in casa una notizia spaventosa. La polizia segreta (Gestapo) aveva scoperto tutto. Un confratello tedesco, che lavorava nella tipografia di Sittard e che simpatizzava con i nazionalsocialisti, aveva tradito. La polizia quindi era informata di tutto e una qualsiasi soluzione positiva non era più possibile… Alcuni confratelli tornarono in Germania, ma la maggior parte - soprattutto i Rettori - rimasero a Sittard. Anche il p. Loh non tornò in Germania." (Bothe, Dehoniana 2000/3, p. 80)
Nell'aprile 1936 ci fu il processo a Krefeld. Alcuni dei dehoniani accusati erano già imprigionati, altri come p. Loh erano fuggitivi. Fu uno dei tanti processi-farsa che avevano lo scopo di diffamare e di eliminare gli ordini cattolici in Germania. 13 Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù furono processati e poi condannati al carcere e a pene pecuniarie. P. Loh, considerato come responsabile ultimo, fu condannato a quattro anni di carcere con lavori forzati, quattro anni di perdita dell'onore e 500 000 marchi di pena sostitutiva. La responsabilità per le pene pecuniarie ricadde sulle comunità dei Sacerdoti del S. C. "Per p. Loh queste condanne… furono uno choc profondo che non riuscì a superare. Per lui chiaramente esse significavano la rovina della Provincia tedesca della sua Congregazione." (Both, Dehoniana, p. 81)
Gli anni successivi, p. Loh visse in Lussemburgo. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale si rifugiò in un convento di Suore. Poi anche il Lussemburgo fu invaso e il 10 dicembre 1940 il p. Loh fu scoperto, subito arrestato e portato alla prigione di Rheinbach/Bonn, poi trasferito nell'infermeria della prigione di Düsseldorf. "Il suo viaggio fino a lì fu compiuto sotto doppia sorveglianza in un treno normale; lui, che indossava l'abito religioso per cui era riconoscibile, si trovò in una situazione molto umiliante… Egli non superò fisicamente la prigionia. La durezza del carcere, insieme al diabete, ne causò presto la morte. Solo pochi giorni prima, la comunità religiosa riuscì a sapere dove era detenuto.. Il p. Loh morì il 20 marzo 1941. Dopo la sua morte, la salma fu restituita ai Confratelli. Il Padre Schunck (successore come superiore provinciale) lo fece rivestire e tumulare con i paramenti rossi. Durante i funerali l'allocuzione era stata vietata. Due impiegati della Gestapo sorvegliavano, presso la tomba, che questo divieto fosse rispettato. Regnava un'atmosfera davvero spettrale. I confratelli lasciarono il luogo della sepoltura sconvolti. Come lo stesso p. Loh poco prima di morire aveva confidato ai suoi confratelli che lo visitarono, egli volle offrire la sua morte in solitudine per le comunità dell'Istituto." (Bothe, Dehoniana, p. 81)
Ha vissuto nell'amore per la sua provincia e la sua congregazione ed è morto proprio per questo amore.
Nel 1961 il tribunale di Krefeld riabilitava tutti i Sacerdoti del Sacro Cuore e annullava le rispettive condanne.
[cf. Bernd Bothe, P. Franz Bernhard Loh scj - martire della fede, Dehoniana 2000/3, p. 79-81]
1La casa dei dehoniani tedeschi a Sittard (Ollanda) fu la prima casa scj fondata fuori della Francia nel 1883. Con l'errezione della provincia tedesca il 6.10.1908 fu integrata nella medesima provincia
Dieser Kampf gegen die christlichen Konfessionen in Deutschland vollzog sich auf vielerlei Ebenen: Auflösung der katholischen Partei (Zentrum), Gleich- und Ausschaltung der katholischen Verbände (Jugend, Sport…), der katholischen Presse, Einschränkung der Religionsausübung, Einschüchterung, Diffamierung, Verhaftung und Ermordung von Katholiken, die eine kritische Haltung gegenüber dem Nazi-Staat und der Nazi-Ideologie bewahren wollten.
Sehr bald wurden die Ordensgemeinschaften als vermeintlich schwaches und dennoch - verglichen mit der kirchlichen Hierarchie - schwer zu kontrollierendes Element Gegenstand des nationalsozialistischer Politik. 1935 begann eine Reihe von Presse, medienträchtig im Sinne einer Sensationspresse begleitet, in denen Ordensleute angeklagt wurden, gegen Devisengesetze verstoßen oder sexuellen Missbrauch durchgeführt zu haben. Diese Prozesse - oftmals ohne jegliche sachliche Grundlage - waren Teil des Versuchs, das Ordensleben in Deutschland auszulöschen.
Seit Beginn der 20er Jahre kontrollierten deutsche Regierungen den Devisenfluss sowohl nach Deutschland als auch ins Ausland. Die Nationalsozialisten bedienten sich dieses Instrumentes, um die Kongregationen internationalen Charakters zu treffen. Die deutsche Provinz war noch jung. Zahlreiche Häuser waren mit im Ausland aufgenommenen und zurückzuzahlenden Krediten gebaut worden. Das Haus Sittard mit seiner Druckerei, der Schule etc. war vollkommen abhängig von Geldern aus Deutschland...
1935 legten die Nationalsozialisten den Orden strenge Devisenbeschränkungen auf, von denen unter anderem auch die Herz-Jesu-Priester betroffen waren. Damit befand sich die deutsche Provinz am Rand des finanziellen Ruins. P. Franz Loh, von 1932 bis 1936 Provinzoberer, erkannte sofort, dass die Zukunft der Kongregation in Deutschland auf dem Spiel stand. Da es ihm unmöglich war, das Haus Sittard1mit legalen Mitteln zu retten, blieb ihm keine andere Möglichkeit als dem Haus auf heimlichen Weg Geld zukommen zu lassen. In dieser Unternehmung wurde er von Mitbrüdern unterstützt. Für Loh war es eine dramatische Situation, an der er sehr litt. Er fühlte sich im Zwiespalt zweier einander widersprechender Pflichten gefangen (die schikanierenden Gesetzesnormen und der Unterhalt der Kommunitäten).
Ebenfalls im Jahre 1935 kam P. Philippe nach seiner Bischofsweihe in Rom „bald nach Sittard, um dort Diakonen der Provinz die Priesterweihe zu erteilen. Am Tage darauf, als die Neupriester die erste hl. Messe gefeiert hatten, erreichte das Haus die Schreckensbotschaft: die deutsche Kriminalpolizei hatte zugefasst. Ein deutscher Mitbruder aus der Druckerei der Herz-Jesu&endash;Priester, der mit den Nationalsozialisten sympathisierte, hatte Verrat geübt. So war die Polizei... aufs beste informiert, und ein guter Ausgang war nicht zu erwarten... Einige Mitbrüder gingen nach Deutschland zurück, die Mehrzahl - vor allem die Rektoren - blieb in Sittard. Auch Loh ging nicht nach Deutschland zurück." (Bothe, in Dehoniana 2000/3, S. 110)
Im April 1936 fand der Prozess in Krefeld statt. Einige der angeklagten Herz-Jesu-Priester waren bereits im Gefängnis, andere wie P. Loh waren auf der Flucht. Es war einer von zahlreichen Scheinprozessen, die das Ziel hatten, die kath. Ordensgemeinschaften in Deutschland zu diffamieren und zu beseitigen. 13 Herz-Jesu-Priester wurden zu Haft- und Geldstrafen verurteilt. P. Lohn, der als der Hauptverantwortliche betrachtet wurde, wurde zu vier Jahren Zuchthaus, vier Jahren Ehrverlust und einer Ersatzstrafe von 500 000 Mark verurteilt. Für die Einlösung der Geldstrafen wurden die Klöster der Provinz verantwortlich gemacht. „Für P. Loh waren die Verurteilungen... ein tiefer Schock, den er nicht überwand. Ihm war klar, dass sie den Ruin der Deutschen Ordensprovinz bedeuten mussten." (Bothe, Dehoniana 2000/3, S. 110).
Die folgenden Jahre verbrachte P. Loh in Luxemburg. Mit Ausbruch des Zweiten Weltkriegs suchte er sich in einem Schwesternkonvent zu verbergen. Nach dem Einmarsch der Deutschen in Luxemburg wurde P. Loh am 10.12.1940 entdeckt, sofort verhaftet und zunächst nach Bonn und dann ins Gefängniskrankenhaus in Düsseldorf gebracht. „Die Reise dorthin musste er unter doppelter Bewachung in einem normalen Zug unter für ihn sehr entwürdigenden Umständen, als Ordensmann gekleidet und erkenntlich, antreten. Darunter hat er maßlos gelitten... Loh hielt körperlich die Haft nicht durch. Die Härte des Haftaufenthaltes, verbunden mit einem Zuckerleiden, brachte den Tod. Erst einige Tage zuvor erfuhr die Ordensgemeinschaft von seinem Aufenthaltsort und von seinem ernsten Zustand... Am 20.3.1941 ist P. Loh gestorben. Nach seinem Tod wurde die Leiche freigegeben. P. Schunck ließ sie in rotem Messgewand in den Sarg legen... Eine Grabrede zu halten, war verboten worden. Zwei Gestapobeamte achteten am Grab darauf, dass dieses Verbot eingehalten wurde. Es war eine geradezu gespenstische Atmosphäre. Erschüttert verließen die Mitbrüder die Grabstätte. Wie Loh noch seinen ihn kurz vor seinem Tod besuchenden Mitbrüdern gestand, wollte er seinen einsamen Tod für seine Ordensgemeinschaft aufopfern." (Bothe, Dehoniana 2000/3, S. 111)
In Liebe zu seiner Provinz und seiner Kongregation hat er gelebt, und für diese Liebe ist er gesetorben.
1961 wurden alle verurteilten Herz-Jesu-Priester rehabiliert und die Urteile durch die Zweite Große Strafkammer in Krefeld aufgehoben.
[vgl. Bernd Bothe, Stanislaus Franz Loh: Herz-Jesu-Prister, Dehoniana 2000/3, S. 107-112]
1Das Haus in Sittard (Holland) wurde als erster Haus der Kongregationausserhalb Frankreichs 1883 gegründet. Mit der Errichtung der Deutschen Ordensprovinz am 6.10.1908 wurde es ein Haus dieser neuen Pro
Martin Bormann, one of the prominent Nazis, wrote in 1930: "National Socialist and Christian concepts are incompatible. All structures which influence people which in any way could weaken or impair the Führer and the National Socialist Party, must be eliminated." (The Century of Martyrs, Riccardi, p. 79)
The struggle against Christian denominations in Germany was carried out at several levels: dissolution of the Catholic Party (Center party), the elimination of Catholic organizations (youth, sport, etc.), the Catholic press, restrictions on religious practice, intimidation, character defamation, arrest, and murder of Catholics who sought to maintain a critical attitude toward the Nazi state and its ideology.
Though religious communities appeared weak in the eyes of the Nazis (compared to the hierarchy), they soon proved to be even more inflexible, and thus drew the attention of National Socialists. In 1935 a new series of measures were introduced following a campaign of press vilification. Religious were accused of violating the foreign exchange laws, sexual abuse and misconduct. These baseless accusations were part of an organized campaign to vilify and exterminate religious life in Germany.
From the early 1920's the German government controlled foreign exchange rates of its currency both entering and leaving Germany. The National Socialists used this regulation against international religious congregations. The SCJ German Province was still young. Many of the houses had been built with foreign loans which were due in the '30's. In Holland, the house at Sittard with its printing plants, seminary, etc., destined for the formation of Germans, were all built with German funds. There were also missionary works to support.
In 1935 the National Socialists enacted strict exchange restrictions which affected religious congregations, including The Priests of the Sacred Heart. The German Province was on the brink of financial ruin. Fr. Franz Loh, provincial superior from 1932 to 1936 quickly understood the future of the congregation in Germany was at stake. Since it was not possible to save the house at Sittard(1) by legal means he resorted to sending it funds secretly. He was aided by a number of his fellow scjs. For Fr. Loh it was a terrible dilemma in which he suffered much. He found himself pulled by two contradictory obligations (to obey civil law and to maintain the community).
In 1935, after Fr. Philippe had been made bishop " he came to Sittard in order to ordain the deacon class of the German province to the priesthood. On the day after their ordination the house received frightful news. The German secret police (Gestapo) had discovered all. A German laybrother who had worked at the printing plant and who had Nazi leanings had turned them in. Since the police had been informed there was no easy solution!. Some of the scjs returned to Germany but the majority, including the superior, remained at Sittard. Likewise Fr. Loh did not return to Germany." (Bothe, Dehoniana 2000/3, p. 80)
In April of 1936 a trial took place at Krefeld. Some of the accused scjs were already in prison while others like Fr. Loh were fugitives. This was one of many farcical court trials designed to defame and eventually eliminate religious life from Germany. Thirteen scjs were fined and sentenced to prison. Fr. Loh, as chief executive officer, was condemned to four years in prison at forced labor, four years loss of civil rights, and a fine of 500,000 marks. The scj communities were made responsible for payment of the fine. "Fr. Loh was shocked at the harsh penalties... he never fully recovered from it. It was clear that the Nazis meant to ruin the German Province." (Bothe, Dehoniana 2000/3, p. 110).
Fr. Loh spent the following years in Luxemburg. With the outbreak of World War II he sought refuge in a convent of sisters. After the invasion of Luxemburg by the Germans Fr. Loh was discovered on December 10, 1940 and immediately arrested and was first sent to Rheinbach/Bonn and then to the Dusseldorf prison infirmary. "His final journey began under double guard and in religious garb on a regularly scheduled train. It was very humiliating for him. He did not hold up well under incarceration. The harshness of prison life combined with his diabetic condition led to a quick death only a few days after the community had learned where he had been taken. Fr. Loh died on March 20, 1941. His body was released to the community. Fr. Schunck , who had followed him as provincial superior, had him vested in red vestments in his coffin. It was forbidden to give a homily, enforced by two members of the Gestapo. The scjs left the the grave side greatly shaken. Shortly before his death Fr. Loh had confided to one of his conferrers the he wanted to offer up his lonely death for the communities of the congregation." (Bothe, Dehoniana 2000/3, p. 111).
In love for his province and his congregation he lived, and for this love he gave his life.
In 1961 those scjs convicted in 1936 were rehabilitated and the judgments of the Krefeld court were annulled.
(cf. Bernd Bothe, P. Franz Bernhard Loh,scj - Martyr for the Faith, Dehoniana 2000/3, p. 79-81).
(1) The German SCJ house in Sittard, Holland was founded in 1883 as the first scj house outside of France. It became a part of the German Province when the province was established on October 6, 1908.
La lutte contre les différentes confessions chrétiennes en Allemagne se déroulèrent à différents niveaux: dissolution du Parti Catholique (Centriste), élimination des organisations catholiques (pour jeunes, pour les sports, etc.), de la presse catholique, restrictions imposées aux pratiques religieuses, intimidation, diffamation, arrestations et même assassinat de catholiques qui cherchaient à garder une attitude critique envers l'État nazi et son idéologie.
Bien que les nazis considéraient les communautés religieuses comme de faibles entités (comparativement à la hiérarchie), celles-ci s'avérèrent bientôt plus inflexibles encore, ce qui attira l'attention des national-socialistes. En 1935, une campagne de diffamation dans la presse fut suivie d'une nouvelle série de mesures: des religieux furent accusés de violation des lois sur l'échange des devises, ou d'abus sexuels. Ces accusations non fondées faisaient partie d'un plan conçu pour éliminer la vie religieuse en Allemagne.
Le gouvernement allemand contrôlait le taux de change depuis le début des années 1920. Le parti national-socialiste invoqua ces lois contre les congrégations religieuses internationales. La Province SCJ allemande était encore jeune. Plusieurs maisons avaient été construites grâce à des emprunts qui devaient être remboursés dans les années '30. Aux Pays-Bas, la maison de Sittard,1 son imprimerie, son séminaire, etc, qui devaient servir à la formation des confrères allemands, avaient été construits grâce à des fonds allemands. Il fallait aussi soutenir le travail des missionnaires.
En 1935, le gouvernement national-socialiste imposa des lois plus strictes sur le taux de change, ce qui affecta les congrégations religieuses, dont les Prêtres du Sacré-Coeur. La Province allemande était au bord de la faillite. Le P. Franz Loh, supérieur provincial de 1932 à 1936 comprit immédiatement que l'avenir de la Congrégation en Allemagne était compromis. Comme il était impossible de faire vivre la maison de Sittard1 par des moyens légaux, il résolut d'envoyer de l'argent secrètement. De nombreux confrères apportèrent leur aide. C'était, pour le P. Loh, un cruel dilemme, qui le faisait grandement souffrir. Il se trouvait coincé entre deux obligations contradictoires: respecter la loi et soutenir la communauté.
En 1935, après la nomination du P. Philippe comme évêque, "il vint à Sittard pour ordonner prêtres les diacres de la Province allemande. Le lendemain de l'ordination, nous avons reçu des nouvelles très inquiétantes. La police secrète (la Gestapo) avait tout découvert. Un frère allemand, qui avait travaillé à l'imprimerie et qui avait des sympathies nazies, les avait informés. Il n'y avait donc pas de solution facile! Quelques confrères, une minorité, retournèrent en Allemagne, les autres, dont le supérieur, restèrent à Sittard. De même, le P. Loh ne rentra pas en Allemagne." (Bothe, Dehoniana 2000/3, p. 80)
Un procès eut lieu en 1936, à Krefeld. Quelques-uns des confrères accusés étaient déjà en prison, d'autres, comme le P. Loh, étaient en fuite. Ce fut l'un de ces procès ridicules destinés à diffamer, voire à éliminer la vie religieuse en Allemagne. Treize confrères furent mis à l'amende et emprisonnés. Le P. Loh, considéré comme la tête dirigeante, fut condamné à quatre années de prison, aux travaux forcés, à la perte de ses droits civiques pendant quatre ans et une amende de 500 000 marks. On tint les communautés dehoniennes responsables du paiement de l'amende. "Le P. Loh fut bouleversé devant la sévérité des peines... il ne s'en remit jamais. Il était clair que les nazis cherchaient à ruiner la Province allemande." (Bothe, Dehoniana 2000/3, p. 110).
Le P. Loh passa les années suivantes au Luxembourg. Quand la Seconde Guerre Mondiale éclata, il trouva refuge chez des religieuses. Les allemands le découvrirent le 10 décembre 1940, après l'invasion du Luxembourg. Ils l'arrêtèrent immédiatement, l'envoyèrent d'abord à Rheinbach/Bonn, puis à l'infirmerie de la prison de Dusseldorf. "Son dernier voyage commença sous double garde, en costume religieux, sur un train régulier. Ce fut pour lui très humiliant. Il supporta très mal la prison. Cette vie très dure, ajoutée à son diabète, le conduisit à une mort rapide, quelques jours après que la communauté eut appris où il se trouvait. Le P. Loh est mort le 20 mars 1941. On remit sa dépouille à la communauté. Le P. Schunck, qui lui avait succédé comme provincial, fit en sorte que, dans son cercueil, il soit revêtu des ornements rouges. Il fut interdit de prononcer une homélie, et deux membres de la Gestapo veillèrent à ce que cela fut respecté. Les confrères quittèrent le cimetière bouleversés. Peu avant sa mort, le P. Loh avait confié à un confrère qu'il voulait offrir sa mort solitaire pour les communautés de la congrégation." (Bothe, Dehoniana 2000/3, p. 111).
Il a vécu d'amour pour sa province et pour sa congrégation, et il a donné sa vie par amour.
En 1961, on réhabilita les dehoniens qui avaient été condamnés en 1936, et on annula les jugements de Krefeld.
(cf. Bernd Bothe, P. Franz Bernhard Loh,scj - Martyr for the Faith, Dehoniana 2000/3, p. 79-81).
(1) La maison SCJ de Sittard, Pays-Bas, a été fondée en 1883, et fut la première maison SCJ hors de France. Elle fut rattachée à la Province allemande lorsque celle-ci fut érigée, le 6 octobre 1908.
Martin Bormann escreveu nos anos 30: "O nacionalismo e o cristianismo não combinam. O único a influir o povo deve ser o Führer e tudo o que impede isso deve ser abolido".
O combate à religião na Alemanha naquele tempo teve vários lances: a supressão do partido católico, das associações de jovens, da imprensa católica, a intimidação, prisões arbitrárias.
Muitos religiosos acabaram na mira dos nazistas. Em 1935 teve início uma série de processos contra religiosos, acusados de violar a lei, genericamente, ou de cometer abusos sexuais.
Desde 1920 o governo controlava o ingresso de divisas estrangeiras. Isto acabou sendo um mecanismo para atingir as ordens religiosas. Muitas casas tinham sido construídas com créditos tomados no exterior. A casa de Sittard, localizada na Holanda, de propriedade alemã, dependia de fundos provenientes da Alemanha. Além do mais, havia as missões.
Em 1935 a nova legislação praticamente decretou a falência dos dehonianos na Alemanha. O Pe. Franz Loh, provincial de 1932 a 1936. Tratou de fazer chegar dinheiro a Sittard de modo clandestino. Teve que enfrentar um dilema do consciência, embora contasse com o apoio de todos os confrades.
Quando D. Philippe, foi a Sittard ordenar confrades alemães chegou a notícia de que a Gestapo havia descoberto a operação através de um confrade alemão que tinha entregado o ouro. Desta forma,diversos alemães nem sequer voltaram para a Alemanha, ficando na Holanda.
Em abril de 1936 começou o processo em Krefeld. Alguns dehonianos acusados já estavam na cadeia. Outros, entre os quais i P. Loh, estavam foragidos. Ao todo, 13 dehonianos foram processados, condenados à prisão e a multas. O P. Loh foi condenado a 4 anos de trabalhos forçados e multa de 500.000 marcos.
Mais tarde, o P. Loh foi viver no Luxemburgo. Com o início da guerra refugiou-se num convento de freiras. Tendo invadido o país os nazistas o descobriram e ele foi levado a Dusseldorf. Humilhado, ele não agüentou a prisão e veio a morrer a 20 de março de 1940. Além do mais, era diabético. Os confrades souberam onde ele estava apenas uns dias antes. Seu corpo foi restituído aos confrades. Não teve homilia nas exéquias, pois era proibido.
Em 1961 o tribunal de Krefeld reabilitou todos os sacerdotes do Coração de Jesus e anulou as sentenças proferidas.
Martin Bormann, dirigente nazi de primera plana, escribe en los 30: "Las concepciones nacionalsocialista y cristiana son incompatibles… Todas las estructuras que en algún modo tienen influjo en la guía del pueblo, y que podrían perjudicar o, es más, debilitar el influjo que debe ser ejercido exclusivamente por el Führer, ayudado del partido nacionalsocialista debe ser eliminado" (en Riccardi, Il secolo del martirio, p. 79).
Esta lucha contra las confesiones cristianas en Alemania se desarrollaba a muchos y diferentes niveles: descomposición del partido católico (Zentrum), la eliminación de las asociaciones (juveniles, deportivas…) católicas, de la prensa católica, limitación de la práctica religiosa, intimidaciones, difamaciones, encarcelaciones y asesinatos de católicos que intentaban mantener una actitud crítica hacia la ideología y el estado nazis.
Los religiosos acabaron pronto en el punto de mira de los nazis. Eran el elemento aparentemente débil dentro de la iglesia pero al mismo tiempo el más difícil de controlar (respecto a la jerarquía eclesiástica). En 1935 se inició una serie de procesos, seguidos con gran atención por la prensa. Eran procesos contra religiosos que eran acusados de haber violado las leyes fiscales o de haber cometido abusos sexuales. No teniendo habitualmente ningún fundamento, estos procesos fueron organizados en vista del exterminio de la vida religiosa en Alemania.
Desde los años 20, los gobiernos alemanes controlaban el tráfico de divisas, es decir la transferencia de divisas extranjeras a Alemania así como de divisa alemana al extranjero. Los nazis se servían de este instrumento para golpear a las congregaciones de carácter internacional. La provincia alemana era aún joven. Muchas casas se estaban construyendo con créditos extranjeros a restituir. La casa de Sittard con la su tipografía, la escuela apostólica, etc. (situada en Holanda si bien fuese casa de formación para los alemanes) dependía de los fondos registrados en Alemania; por no hablar de las obras misioneras.
En 1935 los nazis golpearon con severas restricciones financieras a las órdenes religiosas católicas, y entre ellas a los Sacerdotes del Sagrado Corazón, que muy pronto se encontraron al borde de la ruina económica. El P. Franz Loh, superior provincial de 1932 a 1936, comprendió inmediatamente que la presencia dehoniana en Alemania estaba en riesgo. No pudiendo salvar la casa di Sittard1 con medios legales, no quedó otro modo que hacer llegar dinero en secreto. En esta acción fue sostenido por los cohermanos. Fue una situación dramática para él y sufrió mucho por este dilema, sintiéndose obligado a una doble obligación contradictoria (las normas legales vejatorias y el sostenimiento de la comunidad).
Siempre en 1935, el P. Philippe, tras su consagración episcopal en Roma, "fue a Sittard para ordenar sacerdotes a los diáconos de la Provincia Alemana. Pero el día después, … llegó a casa una noticia espantosa. La policía secreta (Gestapo) lo había descubierto todo. Un cohermano alemán, que trabajaba en la tipografía de Sittard y que simpatizaba con los nazis, nos había traicionado. La policía por lo tanto estaba informada de todo y cualquier solución positiva no era posible… Algunos cohermanos volvieron a Alemania, pero la mayor parte - sobretodo los Rectores - se quedaron en Sittard. Tampoco el P. Loh volvió a Alemania" (Bothe, Dehoniana 2000/3, p. 80).
En abril de 1936 tuvo lugar el proceso de Krefeld. Algunos de los dehonianos acusados estaban ya en prisión, otros como el P. Loh estaban huidos. Fue uno de los tantos procesos-farsa que tenía en objetivo de difamar y de eliminar las órdenes católicas en Alemania. 13 SCJ fueron procesados y condenados a cárcel y a penas económicas. El P. Loh, considerado como responsable último, fue condenado a cuatro años de cárcel con trabajos forzados, cuatro años de pérdida del honor y 500.000 marcos de pena sustitutiva. La responsabilidad para las penas económicas recayó sobre las comunidades SCJ. "Para el P. Loh estas condenas… fueron un shock profundo que no logró superar. Para él, ellas significaban claramente la ruina de la Provincia alemana de su Congregación." (Both, Dehoniana, p. 81)
Los años siguientes, el P. Loh vivió en Luxemburgo. Con el estallido de la segunda guerra mundial se refugió en un convento de religiosas. Cuando Luxemburgo fue invadido el 10 de diciembre de 1940 el P. Loh fue descubierto, inmediatamente arrestado y conducido a la prisión de Rheinbach/Bonn, siendo luego transferido a la enfermería de la prisión de Düsseldorf. "Su viaje hasta allí fue hecho bajo doble vigilancia en un tren normal; él, que vestía el hábito religioso por el que era reconocible, se encontró en una situación muy humillante… No superó físicamente la prisión. La dureza de la cárcel, junto a la diabetes, le causó pronto la muerte. Solo pocos días antes, la comunidad religiosa logró saber dónde estaba detenido.. El P. Loh murió el 20 de marzo de 1941. Tras su muerte, el cadáver fue restituído a los Cohermanos. El Padre Schunck (sucesor como superior provincial) lo hizo revestir con los paramentos rojos. Durante los funerales la homilía estaba prohibido. Dos empleados de la Gestapo vigilaban, cerca de la tumba, que esta prohibición fuese respetada. Reinaba una atmósfera verdaderamente espectral. Los cohermanos dejaron el lugar de la sepultura apenados. Como el mismo P. Loh poco antes de morir había confiado a sus hermanos que lo visitaron, él quiso ofrecer su muerte en soledad por las comunidades del Instituto" (Bothe, Dehoniana, p. 81).
Vivió en el amor por su provincia y su congregación y murió por este amor.
En 1961 el tribunal de Krefeld rehabilitaba a todos los Sacerdotes del Sagrado Corazón y anulaba las respectivas condenas.
[cf. Bernd Bothe, P. Franz Bernhard Loh scj - mártir de la fe, Dehoniana 2000/3, p. 79-81]
1La casa de los dehonianos alemanes en Sittard (Holanda) fue la primera casa scj fundada fuera de Francia en 1883. Con la erección de la provincia alemana el 6.10.1908 fue integrada en la misma provincia