III. Programmazione
a. Linee prioritarie di
animazione e di governo
1. MISSIONE E MISSIONI
13.1 - La missione è la ragione d'essere della Chiesa. Il
titolo "Noi Congregazione al Servizio della missione" ci chiede
di orientare tutta la vita dell'istituto in questa prospettiva.
-
- Per vocazione e per missione abbiamo il compito di essere "servitori
della riconciliazione", come ci chiedono le Costituzioni (Cst. n.7).
Questo domanda a ogni religioso di essere profondamente cosciente di ciò
che significhi "riconciliazione" nel contesto concreto in cui vive e opera.
-
- Le nuove fondazioni missionarie siano precedute da un vero discernimento
da parte della Congregazione, seguendo questi precisi criteri:
-
-Si operi con un numero limitato di membri;
-
-siano essi inseriti nella pastorale della Chiesa locale,
-
- vivendo in comunità fraterna e nella comunione dei beni.
-
-inculturando il nostro carisma dehoniano, anche nella pastorale vocazionale.
-
(Cf Relazione al CG, n. 85)
-
- I nuovi progetti, di iniziativa di una singola Provincia o del Governo
generale, siano aperti alla collaborazione internazionale, coinvolgendo
le Province della stessa zona geografica e con il coordinamento del Governo
generale.
14. 2. Orientamento capitolare
-
- Nella prospettiva della nostra vocazione di essere servitori della riconciliazione
nel mondo d'oggi, il XX CG chiede al Governo generale che, in collaborazione
con le Province e Regioni, apra, nel prossimo sessennio, nuove comunità
profetiche, aperte alla collaborazione internazionale, tanto nel mondo
secolarizzato come nei territori di Missio ad gentes. (Cf Inf. Nuntius
2/1997, p 28)
-
- Per potenziare la collaborazione internazionale e consentire il necessario
scambio di personale, il XX CG chiede che le Province/Regioni si rendano
disponibili per uno scambio di persone, di progetti e beni in tutta la
Congregazione. (Cf Inf. Nuntius 2/1997, p 29)
15. 3. Scelte operative
-
- Erigere, in ogni zona geografica, una "comunità profetica" a carattere
internazionale.
Una di queste presenze, è quella prevista a La Capelle. Come richiesto
dal XX CG (Cf Mozione 3), si é già iniziato lo studio del
progetto apostolico al riguardo.
-
- Consolidare, nella prima fase del sessennio, le presenze già avviate,
nelle Filippine e in India; sostenere quelle appena sorte.
-
- Aprirsi alla collaborazione con le altre Province per le missioni oltre
frontiera, in base al criterio che chi più ha in persone o beni,
più deve dare.
2. IMPEGNO SOCIALE
16. 1. L'impegno sociale é espressione della nostra spiritualità
riparatrice e parte costitutiva della nostra missione dehoniana. L'esperienza
di p. Dehon, nel campo sociale, é stata espressione del suo carisma
personale, ma anche eredità, per sua espressa volontà, lasciata
alla Congregazione (Cf Cst 31a, 32a; 36-39)
17. 2. Orientamento capitolare
-
- studiare la realtà socio-culturale del contesto dove si vive,
con particolare attenzione al fenomeno del neoliberalismo;
-
- diffondere l'insegnamento sociale della Chiesa;
-
- accompagnare e sostenere quanti sono impegnati per la giustizia e la
solidarietà.
Fra i mezzi proposti, c'è la Conferenza generale (Cf Mozione
5) e un Corso di formazione permanente sul tema "Economia e Regno di Dio".
(Cf Inf. Nuntius 2/1997, p 31)
18. 3. Scelte operative
-
- Fare precedere dallo studio della realtà socio-culturale, in cui
le Province/Regioni operano, la prossima Conferenza generale.
-
- Diffondere la dottrina sociale della Chiesa e valorizzare gli scritti
di p. Dehon; per questo si incarica il Centro Studi di Roma di pubblicare
un'edizione critica delle opere sociali di p. Dehon.
Favorire la traduzione dal francese delle opere sociali di p. Dehon, divulgandole
anche al di fuori della Congregazione.
Sostenere le iniziative, già avviate in alcune Province, di divulgazione
della dottrina sociale della Chiesa con corsi di formazione per laici,
clero e religiosi. Nelle nostre riviste e nei mass-media, vi siano programmi
e rubriche sulle questioni sociali.
-
- Elaborare, in Provincia, un programma formativo per l'impegno sociale,
comprensivo dell'insegnamento di p. Dehon.
-
- Curare la sensibilità sociale nei giovani religiosi, promuovendo
anche esperienze concrete.
-
- Divulgare notizie, fatti, documenti e bibliografia sulle tematiche di
Giustizia e Pace e sulla difesa del Creato; favorirne la diffusione nelle
Province/Regioni e al di fuori del nostro ambiente.
Promuovere un'indagine conoscitiva di tutte le iniziative sociali, a carattere
assistenziale e di promozione umana, esistenti in Congregazione o in cui
sia coinvolto un nostro religioso.
-
- Appoggiare le iniziative personali esistenti in Provincia, dopo averne
fatto un discernimento interno per evidenziarne il loro profetismo. Collaborare
con le iniziative di altri organismi, ecclesiali o non. Sostenere, in ogni
Provincia, un progetto specificamente sociale (per/con/come i poveri),
come opera propria.
3. FORMAZIONE INIZIALE E PERMANENTE
19. 1. - La formazione é un processo educativo che dura tutta la
vita, da cui nessuno é esente. Soggetto educativo per la formazione
é la persona e la comunità religiosa.
20. 2. Orientamento capitolare.
Il XX CG chiede che:
-
- siano completate la RFG e le RFP con gli elementi riguardanti la formazione
alla comunione e all'internazionalità.
-
- il Governo generale elabori un piano di formazione per i giovani religiosi
alla professione perpetua nella prospettiva del "Noi Congregazione". (Cf
Inf. Nuntius 2/1997, p 30)
21. 3. Scelte operative
-
- Privilegiare i valori spirituali (Sint unum, missione, internazionalità,
condivisione, comunione...) come progetto educativo per questo sessennio.
-
- Avviare strutture formative interprovinciali, là dove non si raggiunge
un numero sufficiente di candidati, che permetta loro di vivere rapporti
interpersonali in gruppo.
-
Impostare un programma consistente per il Postulato, conforme a quanto
prescritto dalle Costituzioni (Cst 97) e adatto all'età e alla provenienza
dei candidati.
-
Caratterizzare la preparazione alla professione perpetua con "sensibilità
internazionale", come richiede il XX CG; perciò essa avvenga in
incontri interprovinciali o per zone geografiche, culturalmente vicine.
-
Favorire la specializzazione degli studi, per i giovani religiosi, in ambienti
internazionali o fuori della propria Provincia; come pure lo scambio dei
formatori e dei professori.
-
- Programmare e impostare l'anno sabbatico per tutti i religiosi, dopo
diversi anni di professione religiosa, come alcune Province già
fanno.
-
- Organizzare a Roma, ogni anno e in una lingua diversa, un semestre di
formazione permanente.
-
- Prevedere due corsi internazionali di formazione permanente, in lingue
e in paesi diversi.
-
- Apprendere una lingua straniera, se non altro l'inglese, come lingua
comune della Congregazione. Per chi è di lingua inglese, insistere
perché impari una seconda lingua importante nella Congregazione:
l'italiano, il francese, il portoghese o lo spagnolo.
4. PASTORALE VOCAZIONALE
22. 1. - La pastorale vocazionale sia intimamente collegata alla pastorale
giovanile, per l'aiuto che dobbiamo ai giovani, nel loro accompagnamento
nella fede e nel discernimento sul servizio, cui sono chiamati nella Chiesa.
L'accettazione delle vocazioni adulte e l'integrazione nel proprio organismo
di persone, già fortemente marcate dalla vita, è dimostrazione
della maturità dell'Istituto religioso, che le sa accogliere. (Cf
Documenta VII, n 424)
-
- L'impegno nella Pastorale vocazionale riguarda tutti i religiosi singolarmente
e ogni comunità. (Cf Cst 90.b)
-
Nella pastorale vocazionale alla vita religiosa, non può mancare
la proposta della vocazione a religioso fratello. Anche i fratelli devono
avere il compito di operatori in questa pastorale.
-
- La diversità di metodi nella Chiesa, circa la pastorale vocazionale,
costituisce una ricchezza per noi.
23. 2. Orientamento
La Congregazione, in tutte le sue parti, si impegni a promuovere la
"politica della vita" e non di semplice consolidamento; per questo
la pastorale vocazionale va considerata come priorità concreta,
cui destinare persone e mezzi. (Cf Relazione al CG, n. 61)
24. 3. Scelte operative
-
- Promuovere l'incontro internazionale per i responsabili della pastorale
vocazionale in Brasile, come formazione permanente per loro, così
da condividere programmi ed esperienze della Congregazione.
-
- Appoggiare in pieno gli incontri vocazionali fra promotori e giovani
candidati per zone geografiche, come già è tradizione in
Europa.
-
- Accogliere gli eventuali candidati, nelle Province dei paesi secolarizzati,
in centri interprovinciali o internazionali di formazione. Anche in questi
paesi, si promuova la pastorale vocazionale con l'aiuto di religiosi scj
di altre Province.
-
- Celebrare il 14 marzo, data di nascita di p. Dehon, come giornata per
le vocazioni, con iniziative concrete e con la preghiera.
-
- Preparare agenti per la pastorale giovanile e vocazionale, promuovendone
lo studio sistematico, come specializzazione.
-
- Incoraggiare tutti, e specialmente i nostri religiosi anziani o malati,
a pregare e ad offrire la loro sofferenze perché il Signore susciti
nuove vocazioni nella Congregazione e per tutti i ministeri e carismi nella
Chiesa.
5. FAMIGLIA DEHONIANA
25. 1. - Per Famiglia Dehoniana intendiamo l'insieme delle diverse componenti
(scj, consacrati, laici), che riconoscono in p. Dehon il "padre" della
propria vita spirituale e si riconoscono fra loro fratelli/sorelle, in
quanto partecipi della medesima spiritualità e missione.
-
- La comunione di diverse vocazioni richiede il rispetto della loro specificità
e diversità, in piena autonomia organizzativa.
-
- Nostro compito di Congregazione, in quanto prima realizzazione storica
del carisma di p. Dehon, riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, é
di diffondere la sua spiritualità e accompagnare quanti si sentono
ispirati da essa, garantendone la fedeltà.
26. 2. Orientamento capitolare
"Considerata la varietà di gruppi che vivono la nostra spiritualità
nel laicato dehoniano e considerata la difficoltà di alcune Province
per dare inizio a questa attività, non disponendo di punti di riferimento,
si chiede al Consiglio generale che elabori un documento nel quale si definiscano,
in linea generale, le caratteristiche che costituiscono il laicato dehoniano"
(Mozione 1).
27. 3. Scelte operative
-
- Invitare i Laici dehoniani a organizzare raduni geografici per definire
il "profilo del laicato dehoniano" e per determinare il "tipo di rapporti",
che essi intendono mantenere con le altre componenti e, in particolare,
con la Congregazione.
-
- Convocare, su queste stesse tematiche, l'incontro internazionale della
Famiglia dehoniana, invitando tutte le sue componenti.
6. ECONOMIA
28. 1. Il progetto "Noi Congregazione a servizio della Missione"
richiede, come esigenza di fondo, una programmazione economica, a livello
di Congregazione, che da una parte superi i limiti e i confini delle Province/Regioni,
dall'altra coinvolga le Province stesse nella responsabilità delle
scelte e nella partecipazione, anche con mezzi finanziari, alla realizzazione
delle scelte programmate.
L'autonomia finanziaria delle Province sia raccordata con le esigenze
della comunione congregazionale, per realizzare lo sviluppo della Congregazione
e delle sue opere, superando vedute a volte parziali e ristrette.
-
- L'esperienza positiva del passato, basata appunto sulla condivisione
dei beni, è garanzia per il futuro che tutte le Province continuino
a sostenere le nuove presenze internazionali e le Province in difficoltà.
29. 2. Orientamenti capitolari
Il XX CG chiede che:
-
- tutte le Province devono contribuire al FAG (Cf Mozione 2);
-
- le contribuzioni siano in funzione dello sviluppo della Congregazione
e delle sue opere (Cf Mozione 8).
-
- Siano riviste le Norme sull'Amministrazione dei Beni (NAB) (Cf Raccomandazione
12).
30. 3. Scelte operative
Il Governo generale ha già costituita la Commissione generale
per gli affari economici. Fra i suoi compiti, essa deve:
-
- Determinare le modalità di partecipazione al FAG (Fondo Aiuti
Generale) da parte di tutte le Province; modalità che saranno presentate
al prossimo raduno dei Superiori Provinciali e regionali.
-
Fare lo studio analitico dei costi e del reperimento dei finanziamenti
circa quelle iniziative, che il Governo generale intende realizzare.
-
- Assistere le Province e studiare, anche in loco, le modalità perché
le Province/Regioni giungano all'autosostentamento, almeno per la vita
ordinaria.
-
Proporre soluzioni ai problemi di malattia e pensione per i religiosi di
quelle Province in cui lo Stato non garantisce assistenza.
-
Elaborare un formulario di bilancio, uniforme e omogeneo, per favorire
la leggibilità dei bilanci delle Province/Regioni e delle Comunità
territoriali.
-
- Incoraggiare i raduni degli Economi provinciali e regionali per zone
geografiche e la formazione degli Economi locali. L'Economo Generale, con
la Commissione generale per gli affari economici, si rendono disponibili
per ogni assistenza.
7. GOVERNO
31. 1.- Le strutture di governo sono a servizio della missione scj oggi;
essa domanda strutture adeguate e risposte nuove a problemi e situazioni
emergenti.
-
- Seguendo la metodologia di comunione, la revisione delle strutture di
governo deve avvenire coinvolgendo tutta la Congregazione, specialmente
le parti interessate, per una più efficace animazione e un migliore
coordinamento.
32. 2. Orientamento capitolare
-
- Rivedere e adeguare le strutture di governo, a livello generale, provinciale
e di zone geografiche, alle nuove esigenze e cioè in funzione del
progetto di Congregazione (Cf Mozione 7).
-
- Far decadere la condizione di "sacerdote" per la carica di superiore
locale, perché tutti, sia chierici sia laici, possano essere designati
a tale carica, nel rispetto delle altre condizioni richieste dalle Costituzioni
(Cf Mozione 4).
-
- Elaborare una figura giuridica adeguata alle nuove missioni e realtà
internazionali (Cf. Mozione 6).
-
- Aggiornare il Direttorio generale (DG) e le Norme per l'Amministrazione
dei Beni (NAB) (Cf Raccomandazione 12).
33. 3. Scelte operative
Come risposta concreta immediata, il Governo generale ha già
costituito il "Comitato di esperti" per la revisione delle strutture di
governo. Fra i suoi compiti, esso deve:
-
- elaborare proposte concrete, possibilmente alternative.
-
- promuovere la riflessione delle parti interessate (MAD, PHI, INDIA, eccÉ)
circa le loro strutture.
-
- confrontarsi con l'esperienza di altri istituti religiosi.
-
Le proposte del Comitato saranno valutate nel prossimo raduno dei Superiori
Provinciali e Regionali, a Roma.
-
Tali strutture saranno quindi rese operative dal Governo generale ad
experimentum fino al prossimo Capitolo generale.
-
- Prendere in esame le numerose tematiche proposte dai Gruppi capitolari
e ora dalle Province/Regioni e dalle Comunità territoriali.
34. Tutte le "scelte operative", indicate in questo progetto, richiedono
di essere ancora pianificate in ordine agli obiettivi proposti dal Capitolo
generale; cosa che avverrà, al momento opportuno, nel decorso del
sessennio.
b. Altre tematiche
Oltre al programma affidatoci dal XX CG, vi sono altri temi e iniziative
sulle quali richiamiamo l'attenzione, per l'animazione e il governo della
Congregazione. Ne indichiamo alcune:
1. INVECCHIAMENTO
35. 1. Una grande sfida di questo sessennio sarà la gestione positiva
dell'invecchiamento delle persone, opere e delle strutture di governo in
alcune parti della Congregazione.
Nelle proporzioni attuali, ciò costituisce un fatto nuovo per
noi, ma non per la Chiesa, che ha al riguardo un'esperienza antica.
36. 2. Obiettivo principale è di:
-
- acquistare una chiara coscienza dei limiti, delle possibilità
e del senso di questa tappa della vita;
-
- cogliere e promuovere lo spirito particolare e proprio di vivere, da
religiosi e come Congregazione, questo evento circa le persone e le opere.
37. 3. Di conseguenza proponiamo:
a. per le persone:
-
- promuovere la preparazione umana, spirituale e psicologica per affrontare
e vivere la terza età;
-
- garantire loro, in ogni parte, l'assistenza spirituale, medica e sociale;
-
- renderli partecipi, secondo le loro possibilità, delle attività
dell'Istituto.
b. per le opere:
Solleciti della loro revisione,
-
- sostenere creativamente quelle che risultano attuali e significative
per il Regno di Dio;
-
- non tramandare, alle nuove generazioni, eredità pesanti di opere,
la cui finalità è decaduta; si mortifica così lo slancio
profetico ed evangelico dei giovani.
c. per le strutture di governo
-
- incoraggiare una nuova organizzazione amministrativa, adeguata a questa
realtà.
2. Politica della CULTURA
38. Il XX CG ha riconfermato la mozione del XIX CG al riguardo (Cf Mozione
11). Incoraggiamo perciò le Province/Regioni a impegnarsi nella
"politica della cultura, intesa come scelta dello studio a livello
esigente e specializzato; come sviluppo di senso critico della realtà;
come capacità di promuovere un processo di inculturazione e di produzione
di cultura, ecc..." (Relazione al CG, n.107.5).
Chiediamo alle Province/Regioni di preparare persone, con competenze
specifiche, preferibilmente nelle scienze teologiche e sociali, nella spiritualità,
pedagogia, comunicazione.
3. EDUCAZIONE
39. Nella tradizione della Congregazione, sorta all'ombra del Collegio
S. Giovanni, a San Quintino, molte Province sono impegnate nel campo educativo,
sia nei nostri collegi e scuole sia con religiosi operanti in strutture
altrui. Chiediamo a tutti questi religiosi che il loro compito non si limiti
solo all'insegnamento scolastico, ma si preoccupino, proprio come religiosi,
di essere educatori degli alunni, per una loro educazione integrale (umana,
intellettuale, spirituale) e liberatrice. E' questa un'attività,
da compiersi nella prospettiva della pastorale giovanile e vocazionale.
Proponiamo alle Province interessate di organizzare un incontro internazionale
fra gli operatori in questo campo.
4. INCULTURAZIONE
40. L'inculturazione del Vangelo e del carisma dehoniano, nelle differenti
culture in cui viviamo e operiamo, non interessa solo i paesi missionari
ma anche il mondo occidentale, per l'avvenuta secolarizzazione.
La presenza di nostri religiosi autoctoni, nei paesi missionari, richiede
che il Vangelo sia inculturato nelle categorie mentali e strutture culturali
di quei popoli, in sintonia con le chiese locali.
Per quanto riguarda il carisma dehoniano: "Si devono riesprimere i contenuti
della nostra spiritualità in un linguaggio attuale e comprensibile,
in segni visibili, in un itinerario organico... La nostra "prospettiva
spirituale" o "visione" arriva ad essere spiritualità, quando viene
tradotta in contemplazione, in preghiera, in atteggiamenti nuovi di vita,
in opere apostoliche coerenti ed in un linguaggio comprensibile" (Relazione
al CG, n. 107.2).
Le Province/Regioni e Comunità territoriali affrontino, studiando
con il dovuto impegno, questa esigenza della fede e della nostra spiritualità.
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